La trasformazione di una serra in abitazione è un tema poco frequente in i talia, forse per la mancanza, in epoca moderna, di una effettiva tradizione paesaggistica. Ed èun peccato, perché, se si rispetta il suo carattere originario, una serra può diventare una residenza dal fascino esclusivo. E’ ciò che è accaduto a questo edificio settecentesco, un tempo diviso in tre corpi, tra le rocce della montagna e il lago.
Nelle foto: L’orientamento della serra verso sud-ovest permette di godere della luce del sole per tutto l’arco della giornata. Per dosare la luce Un sistema di oscuramento esterno protegge le vetrate dalle intemperie e permette di dosare la luce a piacere. Questo utile meccanismo di schermatura scorrevole regolabile dall’interno è formato da listelli di legno, materiale perfetto per contrastare con il metallo dei serramenti. Come primo, fondamentale, intervento sono stati unificati i volumi. Dei tre corpi che oggi formano l’abitazione, quello laterale, funzionale perché su un solo livello, è stato adibito a cucina: E’ un ambiente che vive di luce perché la volta vetrata, ampia e avvolgente, occupa lo spazio del soffitto e di un’intera parete. Ne risulta un ambiente dove il volume appare modellato, quasi plasmato dal vetro. Nonostante il progetto abbia inteso rispettare il più possibile quella che era l’architettura originaria, la scelta dei materiali di finitura oscilla sempre tra lo stile razionalista, assorbito dalle sperimentazioni degli anni Trenta-Quaranta delle ville per vacanze di questa zona, e quello più tipico e tradizionale dei maestri locali. Così, accanto a citazioni moderne, trovano posto anche le pavimentazioni in cotto lombardo, mentre le beole e le pietre di lago incorniciano porte e finestre. Nelle foto:Ferro smaltato di grigio scuro per l’avvolgente volta vetrata La parte più esterna dell’edificio, il Giardino d’inverno, è arredata in stile etnico per rievocare l’antica origine: panche Nelle foto: Una vista del Giardino d’inverno che un tempo ospitava piante esotiche e che oggi ripropone un arredamento in stile etnico: una panca in legno di teak, un divanetto in vimini e un separè in legno che lascia filtrare la luce. Anche Nel corpo principale, definito all’esterno da una serie di campate a colonnine corinzie in pietra, si è scelto di posizionare il soggiorno, lungo e stretto, dove un mobile in vetro e legno divide gli ambienti lasciando circolare la luce. La zona notte è al piano superiore, ottenuto grazie ad un soppalco che si affaccia sul soggiorno. Questa soluzione progettuale Nelle foto: Il soffitto è un soppalco in travi di ferro con la soletta in lamiera grecata: citazioni dall’architettura preindustriale per creare un gioco di contrasti e un ”effetto loft” Sullo sfondo del soggiorno si intravede la parete curva in pietra da cui parte la scala per il piano superiore: la pietra richiama le rocce su cui si “appoggia” la casa.
Nelle foto: Una parete vetrata chiude il perimetro delle camere: soluzione che alleggerisce la prospettiva dello stretto corridoio e lascia filtrare la luce Il parapetto del piano soppalcato è una balaustra curva in metallo, aperta lungo il corridoio e chiusa da una vetrata nelle camere. Si ottiene così una vera e propria parete trasparente con il duplice ruolo di lasciar filtrare la luce e di isolare le stanze dal soggiorno su cui si affacciano. Anche qui la scelta progettuale di creare un piano strutturalmente tanto diverso dal resto della casa mostra il desiderio di un’architettura composta, dove il nuovo livello si innesta dentro Barbara Delmiglio Arredato tenendo conto del carattere lacustre della casa, il piano superiore ha pavimenti in teak, legno usato per fabbricare barche, e ha finestre che ricordano oblò squadrati. Il colore dominante è il blu, che spicca nelle lampade, |