A Cortina: da artista del legno a personaggio molto ricercato

Di se stesso non parla volentieri, ma è nota la sua stupefacente identificazione con Pinocchio.
Persona schiva e sensibile, dell’artista possiede non solo la creatività, ma anche il desiderio di libertà che gli permette di far solo quel che gli piace e di frequentare solo chi lo attrae veramente. In via eccezionale, come amico, mi permette di intervistarlo.
Ecco la mia prima domanda.

Parlaci un poco di te e della tua formazione.
Nato a San Vito di Cadore con lontane origini balcaniche, mi sento un indo-europeo e penso che la passione per il legno venga proprio da lì, dal mio DNA.
Il legno è stato mio compagno di vita fin dai primi giochi: già a cinque anni frequentavo la falegnameria del vicino di casa e a otto facevo delle barchette in legno che andavo a varare nel torrente Boite. Più tardi ho cominciato ad assemblare, per me e per i miei amici, barche su cui si poteva salire e casette di legno costruite sugli alberi, tutti oggetti utili e praticabili. Dal punto di vista artistico ho iniziato a scolpire il legno molto presto, ma una vera attività professionale nel campo dell’arredamento l’ho intrapresa solo a ventisei anni costruendo e intagliando alcune cassapanche.QUANDO MI SONO INNAMORATO DI PINOCCHIO

PINOCCHIO ARRIVA TARDI NELLA MIA VITA, CIRCA DODICI ANNI FA. NON MI ERA MAI PIACIUTO PERCHÉ IL SUO LIBRO SAPEVA DI FAME E DI MISERIA, DI PECCATO E DI SENSI DI COLPA. POI UNA SERA, QUANDO ERO DA SOLO NEL MIO LABORATORIO, PER NON BUTTARE NEL FUOCO UN BEL PEZZO DI LEGNO MI SONO DETTO: “ADESSO FACCIO UN PINOCCHIO”. COSÌ DALLE SEI DEL POMERIGGIO FINO ALLE DUE DI NOTTE HO FATTO IL MIO PRIMO PINOCCHIO, ANZI, NE HO FATTI TRE. È STATA UN’ILLUMINAZIONE: HO PERCEPITO NON SOLO LA BELLEZZA DELL’OGGETTO IN SÉ, MA LA VITALITÀ DEL MODULO RIPETUTO. HO SCOPERTO CHE UNO ERA BELLO, MA CHE TRE ERANO VERAMENTE UNA FORZA. IN QUELLA SETTIMANA NE HO FATTI ALTRI VENTIQUATTRO, POI CINQUANTA, POI CENTO E INFINE MILLE, E LI HO PORTATI CON ME IN GIRO PER IL MONDO. ADESSO, QUANDO SENTO DIRE AI BAMBINI: NON DIRE LE BUGIE CHE TI CRESCE IL NASO, IO SPIEGO CHE QUELLO CHE CRESCE A PINOCCHIO NON È IL NASO, MA UN RAMO. PERCHÉ PINOCCHIO NON È UN BAMBINO MA UN ALBERO, E GLI ALBERI SONO SEMPRE SINCERI. HANNO SOLO IL LIMITE DI VIVERE BLOCCATI IN UN TERRENO. SE METTI LE GAMBE A UN ALBERO, LA PRIMA COSA CHE FA SCAPPA E VA A FARE IL GIRO DEL MONDO SENZA MAI FERMARSI. È UN CUCCIOLO COSÌ SEMPLICE, PULITO E VERO CHE TUTTI POSSONO FACILMENTE PRENDERSI GIOCO DI LUI. SPESSO MI DICONO: “MA LEI, CHE FA TANTI  PINOCCHI, DEVE SENTIRSI MASTRO GEPPETTO”.
ALLORA DIVENTO SERIO E RISPONDO: “NO, NON SONO GEPPETTO, IO SONO PINOCCHIO. E QUESTI SONO I MIEI FRATELLI”.Fin dall’inizio ammiravo gli ambienti gotici e concepivo la scultura come un accessorio importante dello spazio abitato, casa o chiesa che fosse; poi una vera preparazione in campo decorativo l’ho iniziata durante il liceo classico, quando il professore di disegno, che era un grande appassionato, mi fece innamorare della decorazione gotica e rinascimentale.

Adesso parliamo delle case di Cortina.
Le case in legno cortinesi non avevano una grande tradizione decorativa alle spalle, perché Cortina era in origine un alpeggio che col freddo veniva abbandonato.
Poi nel Dopoguerra c’è stata una persona, Nereo Cusinato, che, operando nella sua falegnameria “Il Tarlo”, ha insegnato a tutti la grande tradizione delle boiserie.

Cosa pensi della “nuova ondata” minimalista nelle case cortinesi?
Quando vedo i rivestimenti in legno fatti mettendo le tavole in orizzontale, non posso non ricordare che gli alberi crescono e vivono in verticale: così siamo abituati a considerarli. Arredare significa mettere a proprio agio anima, occhio e mente creando armonie.
Se si cambia l’ordine delle cose, la mente viene messa in imbarazzo. Quando capita di ristrutturare case di più di cent’anni, devi avere un grande rispetto delle tradizioni. Ogni casa ha la sua anima e il proprietario dev’essere aiutato a rispettarla.

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