360 Gradi

Tratto da:
99 Idee Casa N°69
LO STRANO FASCINO DEL BLUE & WHITE
DiBaio Editore

Il gusto per la decorazione in bianco e blu nasce in Cina all’inizio del ‘300 con una serie di meravigliosi piatti e vasi di porcellana bianchissima decorata con disegni blu cobalto. Dopo un secolo si diffonde in India e nel mondo islamico e dopo due secoli in Europa.

La scelta del bianco e blu come decorazione piena di carattere è uno sviluppo naturale del bianco e nero usato nel disegno e nella scrittura. L’estremo rigore del bianco e nero era perfetto in uno schizzo a inchiostro di china da appendere alla parete, mentre poco si adattava agli oggetti di arredamento, compresi quelli in porcellana che avevano un ruolo privilegiato negli interni cinesi. Il blu nella ceramica era presente da secoli, ma sempre abbinato ad altri colori o su fondo ocra. L’idea nuova fu di disporlo da solo sul bianco della porcellana come fosse un disegno in bianco e nero ma con in più l’emozione di questo blu cobalto che lo impreziosiva pur lasciandolo rigoroso e astratto.

SOLO QUANDO DIVENTA BIANCA E BLU LA PORCELLANA CINESE RIESCE A CONQUISTARE I MERCATI INTERNAZIONALI

In Cina, alla fine del ’200, il nipote di Gengis Khan con le sue armate di mongoli a cavallo sbaragliò l’esercito imperiale e prese il posto dell’imperatore. Nella sua corte i cinesi caddero in disgrazia e furono rimpiazzati da mongoli, indiani, persiani e arabi, ma anche da veneziani come Marco Polo che da Kublai Khan fu fatto ambasciatore del Celeste Impero. E’ in questa mescolanza di razze e culture che nacquero i capolavori della porcellana cinese bianca e blu.
1. Vaso cinese in porcellana bianca con disegni blu e fiori in rilievo macchiati di rosso, del 1300 circa.
2. Il festino degli dei” di Giovanni Bellini datato 1514, raffigura una porcellana cinese coeva.

L’arredamento in black & white
La moda delle cineserie, scoppiata in Europa alla fine del ‘600 e con un suo culmine a metà ‘700, porta a creare salottini cinesi spesso in bianco e blu come le loro porcellane.
Questa invenzione era possibile solo in Cina, dove avevano scoperto prima degli altri l’argilla bianca e la tecnica per farne una candida porcellana lucida e compatta, la base ideale per un disegno in blu. L’ossido di cobalto (il blu appunto) veniva dipinto sotto vetrina, cioè direttamente sull’argilla e sotto lo smalto vetroso che dava la lucentezza finale. Questo proteggeva il disegno in modo da non farlo consumare con l’uso; infatti anche le più antiche porcellane bianche e blu, che risalgono all’inizio del ’300, sono arrivate fino a noi ancora smaglianti. Il successo fu tale che ancora oggi questa combinazione di due varianti regionali “non colori” è presente in molte produzioni di ceramiche e porcellane di tutto il mondo, anche se con decorazioni di altro tipo. In Cina invece la sintassi decorativa di quei capolavori continua a ispirare l’artigianato della porcellana da esportazione attraverso la produzione di copie.

INTERNI BIANCHI E BLU IN EUROPA NEL ‘700
In questa pagina sono documentati due esempi significativi di interni d’epoca ispirati ai colori della porcellana cinese: qui sotto, la sala da pranzo di un castello olandese abitato dall’antiquario e arredatore Axel Vervoordt, e a fianco un salottino della villa settecentesca della baronessa svedese Ottiliana Liljenkrantz. Il primo è all’interno di un gusto rococò interpretato con sensibilità nordica e mette in campo una splendida collezione di porcellane cinesi del ‘600, il secondo è un esempio dello stile diffuso in Svezia durante il regno di Gustavo III (chiamato stile gustaviano) quando in quella nazione si affermò un neoclassico semplificato e antieroico da cui deriva la scelta del bianco e celeste.
Nella pagina a fronte abbiamo un’interpretazione moderna di questo tema: un divano con tessuto bianco e blu con motivi di vasi cinesi, e sulla finestra come sul tavolino alcuni pezzi di porcellana bianca e blu.

Ecco in queste due pagine quattro esempi di interpretazioni regionali del bianco e blu: sopra, una seconda casa “etnica” in Sicilia; a sinistra, gli azulejos di una villa antica in Portogallo; sotto, un loft milanese eclettico; a destra, un interno arabizzante sull’isola di Majorca.

IL BIANCO E BLU NELL’ARREDAMENTO
Non si conosce negli interni nessun esempio di decorazione bianca e blu prima del 1300, cioè prima della creazione delle porcellane con questi (non) colori. Nel mondo islamico era usato il bianco e nero o il celeste su fondo colorato , ma non era la stessa cosa. Il disegno celeste su fondo bianco dà una sensazione di freschezza che è unica nell’uso dei colori; forse è per questo che i primi ad usarlo sistematicamente negli interni sono stati gli spagnoli e i portoghesi, due paesi del Sud Europa. Sono loro ad avere inventato quei pannelli figurativi composti da piastrelle, gli azulejos, con cui decoravano le pareti seguendo una tradizione del mondo arabo. Queste pareti di maiolica piastrellata c’erano fin dal ‘200 nelle residenze dei re arabi invasori, ma solo nel ‘500 s’iniziano a fare in bianco e blu proprio per l’influenza dei vasi cinesi che solo in quel secolo (all’inizio del colonialismo) arrivano regolarmente in Europa trasportati dalle navi portoghesi. Nel resto dell’Europa il percorso verso l’arredamento bianco e blu è stato diverso: si è passati attraverso la moda del “salottino cinese” dove si raccoglieva una bella collezione di vasi bicolori e si continuava la bicromia in tutte le decorazioni della stanza. Alla fine del settecento si è poi scoperto che il bianco e celeste si addiceva benissimo a interni neoclassici un po’ verginali, dove le palmette riprese dai vasi classici greci venivano ricamate in tali colori. Oggi la versione più moderna del bianco e blu l’abbiamo in interni di stile country, dove talvolta si dedica una stanza (solitamente la cucina, il tinello, una camera da letto) a questo trattamento decorativo che ha il pregio di essere insieme fresco e luminoso. Sull’estremamente moderno questa combinazione cromatica inizia solo in questi giorni la sua penetrazione, e nelle due pagine seguenti ne diamo alcuni esempi. In tale operazione è stato paraninfo lo stile minimalista, che azzerando quasi tutto, e quindi anche il colore, ha costretto a tenere il bianco come fondo e il beige come macchia di non-colore. Ma col beige si può anche morire di noia, e per il blu (che è anch’esso un non-colore se usato da solo) è il momento di porre la sua candidatura.

Piatti cinesi, tappeti cinesi e tessuti con motivi decorativi cinesi possono essere un autorevole appoggio a un arredamento moderno bianco e blu. Ma anche se tutto è moderno, vedi a destra, il risultato è valido.

Fatelo da voi
In un ambiente rustico bianco e blu i mobili dipinti in bianco e celeste stanno benissimo. E’ una operazione che possiamo fare anche noi, basta prima laccarlo in bianco a più mani, poi disegnarvi sopra con una matita tenera la decorazione che vogliamo e infine, con un pennello commisurato alla finezza del disegno, coprire le tracce della matita con uno smalto cobalto chiaro. Il disegno verrà più impreciso che con la tecnica dello stencil, ma proprio per questo avrà un sapore molto più country. In questo caso abbiamo un motivo di bordo a rombi concavi che fanno da cornice a un motivo floreale centrale dipinto con un pennello più grosso: si tratta di un modo molto efficace per articolare la decorazione e renderla simile a tanti pannelli, o quadri, accostati.

Nella pagina a destra abbiamo la camera da letto di un noto pittore madrileno, Antoni Taulé, che ha acquistato dai pescatori di Formentera una vecchia casa e l’ha arredata mantenendo tutte le tradizioni locali, comprese le pareti blu cobalto che contrastano col letto e le trine bianche.

CONCLUSIONI
Il bianco e blu è un mondo a parte che va preso così com’è, guai ad aggiungerci altri colori, diventerebbe quel né carne né pesce privo di carattere che banalizza un interno. Se però nel tappeto o in un grande quadro c’è un secondo colore, quello si può riprendere in alcuni elementi di richiamo, come nel caso dei cuscini nel salotto spagnolo di pag. 32.
Ma qual è la sensazione che comunica il blue & white? Abbiamo detto una sensazione di luminosità e freschezza, ma non è tutto, il carattere suo proprio è un altro: un’astrattezza un po’ cerebrale, il rigore logico di chi ama razionalizzare e ridurre tutto, anche le sensazioni, alla sua essenza.

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