servizio di Walter Pagliero Fantasia e creatività sono caratteristiche indispensabili per progettare mobili e oggetti veramente nuovi, ma non basta; occorre saper interpretare ciò che è specifico dell’oggi, le nuove forme di sensibilità che in ogni momento si affacciano alla ribalta per sostituirsi alle precedenti.
MINIMALISMO FUNZIONALE Continua la concezione minimalista, che nei mobili tende a limitarsi a un incastro di piani verticali e orizzontali, perché questo dà un’idea moderna di pulizia anche mentale, di rifiuto delle ideologie e delle esibizioni di prestigio. Siamo alla “tabula rasa” e al disimpegno, ma anche alla ricerca di una comodità semplice e immediata che parla di comfort più che di cultura.
MINIMALISMO POETICO L’altra faccia del minimalismo è quella dell’invenzione poetica: forme pure ed essenziali che ricordano cristalli, foglie, modelli primari della natura. La leggerezza e la sfida alle leggi della gravità sono una qualità di questa estetica. La struttura in tubo cromato, che negli anni ‘20 aveva iniziato tale volo di fantasia, viene adesso sostituita col più esile acciaio.
NEW AGE La musica e lo stile di vita “new age” hanno trovato un loro spazio, soprattutto tra i giovani che amano le atmosfere sognanti e le pratiche alternative. Il design è stato lambito solo di striscio da questa ondata, ma in alcune stanze di ragazzi sono comparsi oggetti strani e un po’ magici.
MINIMALISMO UMANIZZATO Quando le forme sono ridotte all’osso e si scelgono moduli rettangolari, l’effetto è sempre di una rigorosa semplicità. Se il procedimento si utilizza per realizzare volumi sofisticati e monumentali, avremo dei modelli “difficili” per persone che vogliono mostrare di essere à la page. Se invece, come in questo caso, lo si umanizza, abbiamo un prodotto rigoroso e in un certo senso “classico”. Funzionalismo esuberante Nel progettare i mobili ci si può comportare come veri funzionalisti ma nello stesso tempo essere irrazionali. Questo avviene quando al rigore della struttura, pensata solo in rapporto alla funzione, si accostano dettagli visivi di evidente decorativismo. E’ un modo di uscire dalla gabbia severa del rigore senza abbandonare ilconcetto convenzionale di modernità.
“Chains”, un divano imbottito d’impronta neo moderna di Mario Cananzi per Sawaya & Moroni (Milano). FUNZIONALITA’ E FANTASIA
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