Alla triennale di Milano un evento multidisciplinare in cinque quadri illustra cinquant’anni di vita italiana. 2001: il Made in Italy festeggia due date storiche, cinquant’anni della moda italiana (Firenze, 1951) e quarant’anni del Salone Internazionale del Mobile (Milano, 1961). Due anniversari emblematici dell’Italia moderna, che al fenomeno del Made in Italy deve molto di quel che nel mondo gli viene riconosciuto in termini di immagine, talento, successo, notorietà. Cosmit in occasione di queste ricorrenze, dedica a design e moda una mostra multidisciplinare sugli ultimi cinquant’anni di cronaca, costume e storia italiana e su come questi anni si siano intrecciati con il Made in Italy. E prioprio Made in Italy? s’intitola il progetto ideato e diretto da Luigi settembrini e che si avvale della direzione artistica di Franco Laera. Un titolo che il punto interrogativo si propone di rendere problematico e ambivalente: celebrativo quando si riferisce al fenomeno culturale e d’immagine, ironico e perfino drammatico quando non dimentica che la verità italiana è “Made” anche di altre realtà meno qualificanti. La mostra che trova posto nello spazio a ferro di cavallo e nell’impluvium al piano terreno del Palazzo della Triennale a Milano, è composta da cinque diversi quadri curati da: Achille Bonito Oliva e Pierluigi Cerri; Gae Aulenti e Luca Ronconi con la partecipazione del La Fura dels Baus; Oliviero Toscani; Andrea Pezzi e Gaetano Pesce; Pierluigi Pizzi. 1951 – 2001 Made in Italy? At the Triennale exhibition in Milan, a multimedia event in five installations illustrates 50 years of Italian life. Supervised by Luigi Settembrini, the exhibition celebrates the 40th anniversary of Salone Internazionale del Mobile. 2001: Made in Italy is celebrating two historical dates: the 50th anniversary of Italian fashion (Florence, 1951) and the 40th anniversary of the Salone Internazionale del Mobile (Milan, 1961). Two symbolic events of modern Italy, which owes much of its international fame to the “made-in-Italy” phenomenon, which has promoted its image, talent, success and fame. On these occasions, Cosmit celebrates design and fashion with a multimedia exhibition on the past 50 years of Italian events, costumes and history, and how these years have been closely entwined with Made in Italy. And Made in Italy? is the name of the project conceived and directed by Luigi Settembrini, under the artistic direction Franco Laera. A title where the question mark introduces a problem and a double meaning: celebrating, when it refers to culture and image, ironic and even dramatic when it does not forget that Italy is also “made” of less pleasant things. The exhibition, staged in the horseshoe space and the Impluvium on the ground floor of the Triennale Palace in Milan, consists of five different scenes by Achille Bonito Oliva and Pierluigi Cerri; Gae Aulenti and Luca Ronconi with the participation of La Fura dels Baus; Oliviero Toscani; Andrea Pezzi and Gaetano Pesce; Pierluigi Pizzi.
Primo quadro: Belvedere di Achille Bonito Oliva, allestimento di Pierluigi Cerri Belvedere è intitolato al rapporto emozionale e culturale che alcuni grandi artisti stranieri hanno con l’Italia: un omaggio indirizzato ad alcune realtà particolarmente felici del paese. Belvedere è allestito sopra 450 metri quadri e presenta un’opera di Joseph Kosuth dedicata alla Musica, una di Hidetoshi Nagasawa dedicata alla Natura, una di Nam June Paik dedicata all’Immagine, una di Panamarenko dedicata all’Ingegno, una di Julian Schnabel dedicata alla Memoria, una di Chen Zhen dedicata allo Spirito. Vigila su questo “belvedere italiano” la Venere degli Stracci di Michelangelo Pistoletto.
Secondo quadro: Memoria di Gae aulenti e Luca Ronconi Una lettura di quarant’anni di vita italiana divisa in quattro decenni (1951-1991) che trova posto nella grande curva al centro dello spazio (500 metri quadri). Costume e politica, commedia e tragedia, intrecciano le proprie vicende a quelle del successo planetario di design e moda. Il percorso presenta la storia del Paese anche attraverso spezzoni di cinema particolarmente significativi ed è arricchito dalla presenza delle opere di alcuni fondamentali artisti di quegli anni (Fontana ’50, Schifano e Pascali ’60, Pistoletto ’70, Paldino ’80. Ogni giorno è previsto un intervento di rottura (mafia, ecologia, anni di piombo) affidato a una performance giornaliera de La Fura dels Baus, provocatorio gruppoteatrale d’avanguardia tra i più interessanti del momento.
Terzo quadro: Bruchaus di Oliviero Toscani In uno spazio ricostruito come un ambiente industriale fatiscente (250 metri quadri), è presentato uno straordinario accumulo di abiti e oggetti di moda e design degli ultimi cinquant’anni. Mucchi di televisori Brionvega, montagne di macchine Olivetti, cumuli di lampade Pipistrello, Tavoli, sedie d’autore, abiti griffati ecc., giaciono in questa sorta di cantina-soffitta che potrebbe tanto rappresentare la fine di ogni cosa come anche, però, la sedimentazione della memoria, la conservazione, il tramandar il futuro. Ovunque polvere, ragnatele. La luce è prodotta da lampade semi-fuori uso che si accendono e si spengono. Da un televisore appare Nilla Pizzi durante l’esecuzione sanremese di Grazie dei fiori, da un altro Ruggero Orlando mentre annuncia “qui Londra”, da una radio il cinguettio dell’uccellino.
Quarto quadro: Sapori di Andrea Pezzi con una installazione di Gaetano Pesce Un’altra importante realtà del Made in Italy, la gastronomia, viene intepretata in modo anticonvenzionale da Gaetano Pesce, uno dei designer più visionari del mondo e da Andrea Pezzi, icona della cultura giovanile pop. In una simbolica, immaginifica cucina italiana progettata da Pesce, Andrea Pezzi affida all’estro oppure all’imbarazzo di una trentina di personaggi italiani di spicco della cultura, della politica, dello sport, dello spettacolo, estemporanee celebrazioni di quei piatti, ingredienti e condimenti che sono i grandi protagonisti della cucina italiana. Alle interviste di Andrea Pezzi dal vivo si alternano le video installazioni che Gaetano Pesce ha previsto in questa metaforica cucina. Lo spazio dedicato a questo quarto quadro è di circa 200 metri quadri.
Quinto quadro: Allegoria di Andrea Pezzi con una installazione di Gaetano Pesce Nello spazio centrale dell’Impluvium (350 metri quadri), si rappresenta una metafora del trionfo del Made in Italy. Una sorta di Ballo Excelsior tecnologico non scevro dalla necessaria ironia, dedicato a tutti maggiori protagonisti del design e della moda italiani del decennio 1991- 2001, che sono raccontati attraverso i loro abiti e oggetti più recenti. La rappresentazione avviene attraverso una scena molto articolata e composta da differenti elementi tra i quali grande importanza è data da installazioni filmate e montaggi di grande qualità, impatto e divertimento. |