Vivere da single

Nel centro di Lecco, in una casa del primo ‘900

Progetto: Arch. Giulio Zucchi di Monza
Servizio: Athos Lecce
Testo di: Walter Pagliero

Un piccolo appartamento è stato ottimizzato sotto l’aspetto funzionale creando uno spazio giovane e dinamico dove
ricevere gli amici.

La ristrutturazione, a causa del cattivo stato del fabbricato è stata radicale e ha comportato un importante lavoro di riqualificazione. La distribuzione delle funzioni era costretta in un perimetro rettangolare di circa 48 mq e doveva
prevedere un soggiorno, una cucina, un disimpegno notte, un bagno e una camera: un taglio giusto per
l’appartamento di un single come in questo caso. C’era l’esigenza da parte del proprietario di avere uno spazio dove invitare gli amici per una cena o un cocktail prima di uscire insieme la sera e proprio in entrata è stato messo un piccolo bar col piano inserito tra due setti murari: un benvenuto con l’offerta di un aperitivo. Il ripiano, sorretto da una lastra di acciaio zigrinato di tipo industriale è composto da tre cristalli temperati, di cui quello di mezzo frantumato
per ottenere un effetto craquelé molto scenografico; sono elementi che già in entrata qualificano l’appartamento come non convenzionale, volutamente trendy, e quel che viene dopo lo conferma.

La cucina, posta tra l’ingresso e il soggiorno, ha un ruolo centrale nel bilocale; per creare un contrasto netto tra le due zone è stata scelta color rosso fuoco. E il rosso, il bianco e il nero dominano il soggiorno. Qui la prima cosa che colpisce è un camino sferico sospeso nel vuoto, un manufatto tecnologico che sembra arrivare da un film di fantascienza. Tutto ha una sua storia ed è la distanza culturale tra gli elementi che crea un effetto di straniamento, di mai visto prima. Le due poltroncine sono di recupero da un interno anni ‘50, il radio-giradischi ancora funzionante è d’epoca, le mensole curvilinee foderate in pelle e in cavallino le ha realizzate lo stesso proprietario; il resto, compreso il camino minimalista, sono pezzi in produzione.

“In questo interno ogni cosa – dice l’architetto Zucchi – può diventare un elemento di discussione e di approfondimento.” E’ il caso di prenderlo in parola e di chiedersi la ragione di alcune scelte. Come, ad esempio, il perché delle tende a lamelle nere. Di forte immagine, riprendono la nera verticalità della canna fumaria del camino; ma in un ambiente così piccolo non potrebbero indurre un senso di claustrofobia? La risposta è prevedibile: non si è cercato un ambiente genericamente gradevole, ma uno spazio fortemente caratterizzato. Sarebbe come chiedere a un pittore espressionista perché usa colori accesi.

L’illuminazione è stata oggetto di particolari attenzioni: faretti a incasso con effetto di luce dall’alto sono alternati ad appliques di forma cubica alle pareti con fasci di luce indiretta orientabili in diverse direzioni. A piacere si può ottenere o un ambiente completamente illuminato, oppure diversi tipi di atmosfere soffuse. Dal disimpegno in entrata, separato dalla cucina mediante il piccolo bar, si accede sia al soggiorno (chiuso da una porta scorrevole con tagli orizzontali che lasciano filtrare la luce) sia alla zona notte. Anche in questa zona più tranquilla la scelta dei colori è controcorrente:
anziché ricorrere alle solite tinte tenui, il cromatismo è dominato da una parete arancione ottenuta con la tecnica
delle velature. Nella camera da letto, d’ispirazione orientale, c’è un alto portale con nicchie per inserire soprammobili e oggetti da collezione. La stessa cosa avviene in bagno dove, attorno alla vasca c’è un mosaico di pietre che ricrea l’atmosfera di un antico centro benessere (le terme) e che contiene alcune nicchie per poggiare candele profumate, essenze, balsami.

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