vestire le pareti…

Ciascuno di noi instaura con i quadri della propria casa un piacevole legame affettivo: scelti per la maggior parte più “per amore” che per investimento, ci fanno compagnia, diventando una significativa presenza decorativa nell’arredo.

1. Due antiche cornici in legno dorato: una più sobria, pur nella sua ricercatezza, l’altra straordinaria per il pregevole lavoro di intaglio.
2. Dietro l’elegante chaise-longue, attraverso l’apertura che dà sulla scala d’ingresso, si vede parte della parete arredata con un grande quadro, incorniciato in legno dorato, circondato da antiche cornici più elaborate.
3. Cornice in legno naturale, artisticamente scolpita a motivi vegetali e faunistici che realizzano una decorazione di grande effetto. Alto Veneto. Franco Sabatelli

LA CORNICE NEL TEMPO
Grande importanza va data anche alla cornice, che da sempre viene considerata indispensabile complemento dell’opera pittorica, con funzione di accordare il dipinto al contesto ambientale, valorizzandone il contenuto. Non a torto, Renoir disse: “la cornice è la più bella invenzione della pittura.” Generalmente la si accosta in seguito alla scelta del quadro, ma non è una regola fissa: molti infatti sono gli artisti che realizzano la cornice prima del dipinto, Chagall docet.
Ma quando compare la prima cornice? La cornice, come “oggetto”, nasce nel Medioevo con evidente funzione di proteggere le opere artistiche dall’usura del tempo. In questo periodo si può ovviamente parlare solo di cornici a carattere religioso che risplendono nelle loro vesti di alta oreficeria sugli altari delle chiese. E’ infatti solo dopo il ‘200 che compaiono le prime cornici in legno, ricavate dalla stessa tavola del dipinto, acquistando nel ‘300 carattere di manifattura a sé stante per opera di intagliatori quanto mai esperti e stimati come veri e propri artisti. Tra il ‘400 e il ‘500 la cornice entra a far parte dell’ambito domestico come complemento d’arredo, grazie anche al prevalere di abitudini più sedentarie che diffusero l’uso di lasciare i quadri appesi al muro. Strutturalmente la cornice va sempre più assimilandosi ai canoni architettonici del tempo: la cornice del ‘400 ad esempio rispecchia fedelmente lo stile classico dei palazzi coevi: tipica è “la anconetta” che si ispira alle finestre quadrate e contemporanee. Nel Rinascimento, una creazione originale ad opera dell’artigianato toscano è la cornice rotonda derivata dalle “immagines clipeatae”, ovvero dagli scudi dipinti che si vanno arricchendo di motivi naturalistici. Non mancano nel ‘500 cornici quadrate cosiddette “a cassetta” in legno di noce e le “sansovine”, realizzate dall’artista Jacopo Sansovino, caratterizzate da rosette, testine intagliate, festoni, ghirlande. Nel ‘600 la cornice fa parte integrante dell’arredo: nelle gallerie italiane dominano le “salvadore” dal nome del pittore che le ideò, Salvator Rosa. Le caratterizza una sagoma liscia, a gola, dorata, senza decorazioni. Accanto a questa tipologia se ne accosta una più vistosa, riccamente intagliata con motivi decorativi fantastici, ispirati al mondo della natura, che sembrano divorare il legno delle cornici barocche lungo i montanti fino alla cimasa in un continuo dinamismo di forme. Nel ‘700 lo stile Rococò trionfa nella cornice Luigi XV che dalla Francia dilaga in Europa caratterizzando l’arredo del tempo con i suoi motivi decorativi a ventaglio, conchiglia e testina, modellati spesso in stucco decorato.

1. Sulla parete tinteggiata in una tonalità rosso/ arancio si stagliano con grande evidenza i quadri con passe-partout bianco, che incorniciano la finestra. E’ un ambiente invitante e raccolto, nonostante le grandi dimensioni, proprio grazie alla tonalità calda di fondo. Ma anche altri particolari concorrono a dare questa sensazione di calore: i morbidi divani coperti da cuscini intonati, il grande camino, le lampade romantiche, le antiche travi scure a vista del soffitto mansardato.
2. Splendida cornice, sorprendentemente attuale con la sua lineare struttura, risalente alla manifattura marchigiana del XVI secolo, con luce e angoli dorati, il resto in finto marmo a tempera turchese.
3. Cornice Liberty, formata da una cornice esterna a cassetta in legno tinto di rosso, e da un’altra interna a tabernacolo con decorazioni floreali in bronzo dorato. Manifattura tedesca.

Verso la fine del secolo, il gusto neoclassico impone materiali nuovi come marmi rari, tartaruga, riporti in bronzo dorato, nonché linee severe ispirate al mobilio dell’epoca. Con l’800 la cornice continua a trarre le sue caratteristiche dal mobile: il gusto impero con i suoi tipici leit-motiv (palmette, rosette, triglifi, serti, ghirlande), trapassa dalla consolle alla cornice che torna ad essere liscia per essere riproposta intagliata nella seconda metà dell’800, epoca che vede un revival di vari stili del passato e il diffondersi di bizzarre decorazioni. Con l’inizio del ‘900, il clima di raffinato estetismo dell’Art Nouveau si trasmette anche alle cornici che, realizzate con legni preziosi, esotici o colorati, vengono decorate con i tipici motivi floreali cui si alternano libellule, farfalle e serpenti. Ed è proprio in questo periodo che entra in scena il colore fra gli elementi caratterizzanti della cornice: del resto, il lavoro di intaglio e di alto artigianato, dati i tempi e i costi elevati, va sempre più scomparendo, per lasciare il posto ad una produzione, in fondo inevitabile, dove il colore, più economico e facilmente adattabi
le ai nuovi arredamenti, assume posizioni sempre più di rilievo per compensare una povertà strutturale e di materia prima. Accanto a questo “livellamento”, legato soprattutto alle prime produzioni di serie, un posto a parte va lasciato a quelle punte di vera maestria nate dalla mano di grandi artisti: in questo periodo autori come Braque, Gris e Balla, integrando la cornice al quadro, avvertono l’esigenza di far coincidere lo spazio dipinto e lo spazio circostante, per invadere col segno e col colore il limite tradizionale della cornice e rompere così la monocromia usuale.

Sulla scia delle nuove tendenze proposte da questi artisti non si può tralasciare il nome di chi a partire dagli anni ’20, divenne uno dei principali innovatori della cornice europea: Egisto Marconi, che diede vita ad un tipo di cornice assai leggera e particolarmente indicata alla pittura del tempo, realizzata in questo modo: su vecchie strutture, invece di dorarle completamente, cominciò a slavare le dorature, dando una patina grigia un po’ marmorizzata passandovi sopra un po’ di terra color polvere. Il successo di queste cornici fu notevole, imponendosi fino agli anni ’40. In questo decennio dilaga in Europa lo stile funzionale del Bauhaus che comporta la rinuncia dichiarata dei legni costosi ed esotici e il rilancio del pero, del compensato, del ciliegio. Nel ’50 si afferma l’industrial design che per un artista come Giò Ponti significa l’elogio dell’artificiale, dell’imitazione, delle nuove materie plastiche che consentono più ampia libertà inventiva. Con gli anni ’60 compaiono altri due tipi di incorniciamento: quello delle cornici in alluminio che in sé hanno un’idea di rigore, di purezza e di semplicità, che si adatta perfettamente a grafiche e a quadri astratti molto colorati (tipo Vasarely) e un altro, più tradizionale, con modanature in oro o argento o blu scuro. Con gli ambienti di oggi, realizzati negli stili più vari, spesso accostando oggetti in contrasto fra loro, non è più possibile creare un tipo di cornice con particolari caratteristiche, ma grazie alla capacità inventiva dei designers, alla ricerca di materiali e forme dal design innovativo e all’attività di industrie che realizzano una produzione altamente qualificata, si continua a considerare la cornice una presenza di grande personalità, capace di conferire il giusto equilibrio fra opera d’arte e ambiente.

1. In una casa di campagna sopra il camino troneggia un grande quadro, sul fondo una cornice più lavorata arricchisce l’angolo del pranzo.
2. Un bagno raffinatissimo per l’accostamento dei colori. La parete in boiserie è rischiarata dalla tenda e dal quadretto con passe-partout bianco, con soggetto di fiori, adatto all’ambiente montano. Da notare la porta in legno massiccio, sapientemente intagliata.

La bellezza di un antico specchio veneziano viene accresciuta da due candelabri con fiori in seta. Sul camino, riflesso nello specchio, un quadro inserito in una cornice quadrata con luce interna tonda.

 

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