Uno spazio scultoreo

Un artista immagina l’architettura di una cappella: un luogo raccolto, intimo, ricco di significati. Un ambiente dove figurazione e segno, scultura, polo liturgico e assemblea si fondono in un insieme di grande armonia. Si tratta di una proposta che testimonia la radicata fede nell’arte e un forte impegno verso il luogo di culto.

Lo spazio viene ricoperto da una costruzione lignea di tavole di legno a forma di cupola. Le tavole lignee suddivise in otto ordini digradanti diventano proporzionalmente maggiori. Per ottimizzare la luce che proviene dall’alto e per infondere allo spazio un tono chiaro, le assi sono tinte di bianco. Un motivo interessante risulta anche dalla disposizione rettangolare delle tavole, in quanto tra le superfici di congiungimento risultano delle fessure. La cupola riveste lo spazio in maniera pressoché semicircolare, anche i costoloni portanti alle estremità debbono restare visibili. Il visitatore dopo aver varcato l’ingresso ed essere entrato nella cappella dovrebbe cogliere la sensazione di essere indotto a rivolgersi verso l’altare. La costruzione è molto stabile. I tre pilastri portanti collocati agli angoli si accompagnano con altri due pilastri posti ai lati, per evitare una lunghezza eccessiva delle assi portanti e per imprimere maggiore stabilità alla costruzione. L’altare La Trinità è l’argomento rappresentato nell’altare. A destra sopra l’altare si staglia lo Spirito Santo. Questa scultura dovrebbe esprimere levità e dare la sensazione di lasciare trasparire l’aria e la luce. Un elemento materiale, visibile che evochi l’immaterialità e riconducibile all’archè, laddove tutto ha preso forma e la sua ragion d’essere. La scultura è intessuta da una trama (quasi una rete) di vuoti e pieni e all’interno si cela una lampada. A sinistra sopra dell’altare compare la raffigurazione di Dio Creatore.

San Vincenzo sottrae un fanciullo dalla miseria.
Altare della Santissima Trinità.
Progetto Cappella San Vincenzo.

Questa scultura è organica e va assunta come la materia primordiale. Come la prima scultura anche questa è al suo interno concava e illuminata. La luce filtra attraverso le fessure e infonde all’opera plasticità e forza espressiva. Le due braccia che traspaiono da entrambe le sculture vanno ricondotte alla Croce e al Cristo, al figlio di Dio risuscitato dalla morte. Entrambe le sculture si collegano all’altare mediante una sorta di cordone ombelicale, che sta a simboleggiare l’umanità terrena. Il tutto si lega e si compenetra. Tra la rappresentazione del Cristo e il tabernacolo si pone la luce eterna, racchiusa in un elemento in ferro. Questa viene in maniera molto immediata e semplice racchiusa tra due tubi inox. Tutte e tre le sculture sono fissate al pavimento e all’altare da tubi inox levigati. Sono poi congiunte tra di loro dimodoché ne risulti uno stabile tripode. L’altare, le sculture e i lumi sono in legno di cirmolo. Il tabernacolo, il leggio e i seggi molto semplici (con schienali appropriati per le persone di una certa età) sono in legno di tiglio. Il piano rialzato sul quale poggia l’altare, è dato dal pavimento in legno alto quattro centimetri (in legno d’acero). Il fine motivo inciso nel tabernacolo rappresenta l’eucaristia e la figurazione scolpita nel leggio simboleggia il Vangelo di Cristo e i quattro Evangelisti. San Vincenzo di Paola, ricavato da legno di cirmolo, è rappresentato come un uomo che spezza e esce dai dettami schematici e dalle consuetudini invalse ai suoi tempi, per aiutare il prossimo piagato dall’infelicità e dal bisogno. Il suo intendimento è quello di condurre un’esistenza virtuosa, nel solco dell’esempio di Gesù. Anche questa scultura è fissata al pavimento da tubi inox levigati, come mostra il modello in scala (1:25). I banchi Sono in legno di pino, e sono previsti per accogliere quaranta fedeli, perlopiù ospiti della casa di riposo. Vengono disposti dimodoché a sinistra nella cappella resti uno spazio sufficiente per accogliere i fedeli su di una sedia a rotelle. Anche un paio di letti di degenza potrebbero essere disposti in prossimità dell’altare. Lo spazio tra i banchi è sufficiente per passare senza il rischio di incespicare. Si sono evitati gli spigoli vivi. Il portale d’ingresso Il fine bassorilievo che compare sul portale d’ingresso si ripromette di rammentare al visitatore che sta varcando la soglia della casa del Signore. Attraverso l’ingresso deve poter passare anche un letto per degenti. Sulla parte interna del portale dovrebbe stagliarsi la mano benedicente, che congeda il fedele idealmente con una benedizione. (progetto ”Diego”)

Ferdinando Perathoner
Scultori Ars Sacra
via Roma 77 – 39046 Ortisei (Bolzano)
Tel. 0471 796180
Tel. e Fax 0471 797361
www.ferdinando-perathoner.com

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