Una mansarda da vivere

Nell’hinterland milanese

Progetto: dell’arch. Paolo Giberti di Axe’ Studio
Servizio di: Lia Grilli
Testo di: Walter Pagliero
Foto: Athos Lecce

Un muro portante che fa da quinta centrale dinamizza lo spazio e lo organizza in percorsi paralleli svelandosi e nascondendosi di continuo.

Dalla sopraelevazione di un cascinale al centro del paese l’architetto Paolo Giberti di AXE’ Studio doveva realizzare per una giovane coppia un appartamento “tutto da vivere”. Trattandosi di un’ala stretta e lunga, era di fronte a una scelta obbligata: distribuire le varie funzioni lungo il suo asse longitudinale. L’idea di partenza era quella di realizzare uno spazio abitabile che fosse anche un rifugio psicologico, una pausa rilassante dove dimenticare lo stress del traffico e del mondo esterno. Mentre la “corte” al piano terra è uno spazio aperto ai rapporti interpersonali, l’accesso all’appartamento risulta quasi difficoltoso, protetto com’è da un’ascensore privato che si apre all’interno dell’abitazione. Uscendo dall’ascensore, che è situato a un estremo dell’appartamento, l’architetto ha voluto mettere il cuore della casa: il soggiorno con la zona pranzo e relativa cucina, facendolo però proteggere visivamente dal muro portante che sorregge il travone centrale del tetto. Chi entra non può vedere nulla, ma è indirizzato verso destra dal disegno del pavimento e dal tipo di spazialità; da qui inizia un percorso visivo pensato per riservare sorprese.

Come dice il filosofo Natali “per massimizzare un piacere è necessario differirlo e farlo durare nel tempo”. Girando attorno al setto murario appare per prima cosa il salotto, caratterizzato dallo stacco deciso dei divani scuri sul fondo chiaro di un pannello quasi bianco che fa da quinta scenografica, posto a sua volta, per dare maggiore profondità, davanti a una parete scura. Quello che sembra solo un pannello alloggia in realtà due capaci armadi a cui si accede lateralmente e, nella parte superiore, ha incassati dei fari alogeni che proiettano una luce molto bianca (regolabile) verso il soffitto. Davanti a questa zona conversazione c’è sia il camino sia il televisore, due funzioni molto diverse: una della tradizione e una del presente. E’ un camino molto squadrato, rivestito in pietra serena, che diventa base d’appoggio per la TV. Proseguendo il percorso, dall’altra parte del muro c’è la cucina a penisola, rigorosa ed essenziale, separata dal soggiorno da un cristallo satinato, il tavolo per pranzare e una credenza anni ‘50.

Il pavimento sia del soggiorno che del pranzo-cucina è in travertino levigato. La tinteggiatura della cucina alterna la tempera avorio con lo smalto ad acqua color pervinca della Sikkens. La cucina è della ditta Binova con penisola della Faber, il tavolo della Ycami e le sedie di Kartell. La lampada da parete con braccio a compasso è di Michele De Lucchi per Artemide. Nel soggiorno: il prefabbricato del camino è della Edilcamin, i divani in pelle testa di moro sono di Piero Lissoni per Cassina. Il tavolino ha il basamento di una vecchia macchina da cucire Singer. Al centro del pavimento vi è un tappeto rosso in fibra di cocco. Sulle pareti: dipinti dell’artista Concetto Tamburello. La zona salotto è stata posizionata in modo da ricevere la luce diurna da entrambi i lati: da un terrazzo e da una finestra superpanoramica che si affaccia sul centro storico.

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