Un mulino in città

Tratto da:
99 Idee Casa N°64
Un mulino in città

In una cascina di metà dell’Ottocento, una ristrutturazione conservativa ha dato le basi per un arredamento caldo, vissuto e raffinato.

L’appartamento nasce dalla complessa ristrutturazione, durata vari anni, di un piccolo edificio di metà ‘800 situato in una zona abbastanza centrale di Milano. Attualmente ospita quattro abitazioni e lo studio professionale degli architetti che hanno progettato l’intervento. L’edificio, che era in origine una cascina con mulino, si è molto degradato nel tempo, ma conserva un giardino chiuso da un alto muro che lo separa dal traffico cittadino, con cui si collega attraverso il filtro di una stradina consortile. Del vecchio mulino è rimasta la “molinara”, cioè il piccolo canale che convogliava l’acqua per farlo funzionare. Questo appartamento è situato al piano terra e ha una superficie di circa centosessanta metri quadri. Per quanto è stato possibile, sono state mantenute le strutture originarie e parte di esso ha conservato i soffitti con travi di legno a vista. Sono stati eliminati molti divisori creando spazi completamente nuovi con l’unico vincolo di un muro maestro nella parte più larga dell’edificio. Attualmente dalla porta d’ingresso si accede a un piccolo locale che immette, senza soluzione di continuità, da una parte nel soggiorno e dall’altra nella zona pranzo. Da quest’ultima si passa poi alla cucina e a un locale lavanderia opportunamente separato. Di fronte alla porta d’ingresso vi è un ambiente riservato ai libri e il passaggio per la zona notte, una camera da letto e stanza da bagno. Qui le porte sono a doppio battente, di recupero. Lungo il percorso che conduce al soggiorno c’è un piccolo servizio per gli ospiti. Questo soggiorno è a un livello più basso rispetto all’ingresso e sono stati conservati gli originari tre gradini. Le finiture sono volutamente semplici: pareti tinteggiate, pavimenti in listoni di rovere di Slavonia inchiodati, piastrelle per la cucina e i servizi. L’arredo è costituito da pochi elementi essenziali: alcuni disegnati espressamente, altri scelti nell’attuale produzione, accostati ai molti mobili di famiglia dell’800. I quadri e le stampe, che creano in ogni ambiente la voluta atmosfera, hanno provenienze diverse di cui il nucleo originario era quello di famiglia arricchito da nuovi acquisti fatti nel tempo. Numerosi anche gli oggetti, organizzati in piccole collezioni. Nel soggiorno, sparse un pò ovunque, troviamo delle scatole che racchiudono un giardino in miniatura, misterioso e poetico con in primo piano una panchina fatta con minuti listelli di di legno. Si tratta di un sapiente gioco artigianale dell’architetto Gian Piero Siemek, che ha ricreato in piccolo un momento creativo vissuto con emozione e un pizzico d’ironia. A lui si devono anche certe curiose sculture (delle seggiole con giacca) e alcuni dei quadri appesi alle pareti. Tra le raccolte vi è quella di vetri dell’800 e del 900 posti sulla mensola del camino e quella di mappamondi antichi collocata alla sua destra. Lo studio è stato realizzato nel vano della ruota del mulino, dove in origine passava l’acqua, con un arredamento sobrio dove i libri fanno da protagonisti interrotti soltanto da una romantica finestrella affacciata sul fossato. Notevole anche il bel mobile anni ‘30 e la serie dei giochi da ritagliare incorniciati e appesi alle pareti, mescolati a stampe e dipinti di vari autori. Nella zona pranzo troviamo alcune opere gra-fiche di Chagall, Vedova, Folon, un multiplo di Del Pezzo e altre scatole di Gian Piero Siemek. Alle pareti sono appese delle vecchie mantovane con una decorazione in ottone sbalzato. Il tavolo è invece modernissimo, prodotto da Zanotta. I soffitti con travi sono stati sabbiati e ripatinati. La cucina è in muratura, su disegno, e riutilizza vecchi mobili recuperati. Il parafuoco del camino è del Settecento francese.

 

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