Un moderno già classico

serivizio di Walter Pagliero foto di Roberto Betti

L’architetto Daniela Cassanu di Rimini ha ristrutturato un attico con superattico per ricrearvi gli spazi aperti degli anni ‘30.
Dopo aver acquisito il quinto piano e la terrazza soprastante, Daniela Cassanu ha iniziato una ristrutturazione che ha completamente cambiato l’impianto spaziale preesistente. E’ stato l’atto d’amore di una giovane architetta per i suoi maestri, protagonisti della rivoluzione razionalista alla fine degli anni ‘20; ne è scaturito un open space con pochi mobili (sedie, poltrone e divani) raggruppati e isolati in molto spazio percorribile. In origine era stato questo il modo radicale di porre fine a secoli di arredamenti iperdecorati, e il portato di quella rivoluzione è ancora alla base del “moderno”, il modo di arredare che oggi si contrappone al classico e all’eclettico. Il pensiero dell’architetto è stato: tanto vale ritornare alle fonti della modernità riutilizzando gli stessi mobili essenziali che quei pionieri avevano progettato come un manifesto. Qui infatti si vedono poltrone e divani di Le Corbusier, sedie di Mies van der Rohe, tavoli di Knoll. E tutte le pareti sono in cartongesso. “Mi sono ispirata all’architettura d’interni americana d’impronta neorazionalista alla Richard Meier, dove lo spazio è protagonista assoluto, senza però dimenticare i maestri storici degli anni ‘20 e ‘30.

Il mio ideale è quello del loft newyorkese, dove uno spazio molto grande vive di se stesso, libero, fluido e senza partizioni.” La distribuzione delle funzioni è quella canonica. Nell’attico: il soggiorno, il pranzo, la cucina e il bagno degli ospiti; nel superattico: la camera da letto, il bagno, lo spogliatoio, una seconda cucina per la colazione e, un po’appartato, il gazebo che fa da salotto quasi all’aperto, un modo di vivere il giardino pensile ogni volta che la stagione lo permette. Una scala a chiocciola in ferro e corian, disegnata dall’architetto, collega il superattico al living sottostante. Nella zona conversazione, qui a sinistra, vi sono due divani e una poltroncina “Grand confort” di Le Corbusier progettati nel 1928, mentre sulla parete (a pag.52) si arrampica la libreria “Book-worm” di Ron Arad nella sua prima versione in acciaio. I grandi cuscini bianchi di agnellino sono di Günther Lambert. La cucina (a pag.53) è la tedesca Bultaup. La zona pranzo vede, attorno a un tavolo in legno e cristallo di Scarpa per Bernini, sedie progettate alla fine degli anni ‘20 da Mies van der Rohe. Qui a destra, il dipinto accanto al tavolo è di Mimmo Rotella, mentre quello sopra i divani è di Alighiero Boetti. L’armadio in noce è del primo ‘700 veneziano.

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