Un loft minimalista


CONTRASTI DI COLORI E VOLUMI

Dettagli che esaltano le peculiarità naturali dello spazio, plasmato addomesticando le altezze apparentemente esuberanti

Details that bring out natural spatial features, while making use of apparently excessive heights

Progetto di: Arketipo Design
Foto di: Ludovico Bonsignore

Il progetto di questo spazio milanese è stato curato da due architetti, Marco Rosa, titolare dello studio Archetipo Design e Federico Bianchi, che hanno trasformato un’area a destinazione d’uso industriale in un elegante loft. I volumi sono la caratteristica emergente di questo intervento articolato su due livelli per un totale di 400 mq, insieme alla luce naturale artificiale che aiuta a scandire e a fare risaltare gli spazi anche con magici giochi caleidoscopici di ombre, che si creano mediante l’impiego di una capriata di metallo e vetro lunga ben 25 m e di 2,5 m nel punto più alto. I punti cardinali
del progetto sono le tipologie in cui si articola un tradizionale centro urbano: la piazza, dove confluiscono tutti i percorsi, a cui è stata data un’altezza di otto metri; il ponte, costituito dagli elementi di collegamento, cioè la scala e la passerella;

L’ARCHITETTO
si racconta

Marco Rosa si laurea nel 1989 al Politecnico di Milano. Dal 1991 opera come architetto d’interni per privati e vari settori commerciali (abbigliamento, gioiellerie, farmacie e negozi di ottica) per i quali, oltre alla ristrutturazione
dei negozi, cura l’immagine coordinata.
Nel 2001 fonda la società “Arketipo Design” dove prosegue l’attività supportato da una propria affiatata équipe. Lo studio si occupa di: consulenza tecnica, progettazione preliminare, definitiva ed esecutiva, capitolati e coordinamento lavori, arredamenti personalizzati su misura e ristrutturazione d’interni chiavi in mano.

UN MIX DI ELEGANZA, RIGORE, SEMPLICITÀ E TECNOLOGIE

The project for this apartment in Milan was the work of two architects: Marco Rosa, owner of the Archetipo Design Studio, and Federico Bianchi. They converted an area intended for industrial use into an elegant loft. The volumes are the main feature of this project on two levels, covering a total surface area of 400 square metres, together with natural artificial light that helps articulate space with a magical kaleidoscopic effect of light and shadows, created thanks to the use of a 25 metre long and 2.5 metre high (at its highest point) roof truss. The project reflects typical features of a town centre: a main square where all roads converge, which here is eight metres high, a bridge with connecting elements
such as a staircase and running balcony, a box (the open-sky kitchen) that communicates with the dining area, and a totem – the utility cabinet for preparing and setting the lunch and dinner table.

Nelle immagini, a sinistra, una veduta del living in cui notiamo l’impiego di quinte murarie al posto delle pareti per lasciare “respirare” l’ambiente.
In basso, a sinistra, i disegni delle piante dei vari livelli: piano terra e piano soppalcato, con l’indicazione degli arredi
che mostrano la distribuzione funzionale dei locali; a destra, la sezione in concomitanza della scala.
Nella pagina seguente, il dettaglio della scala in acciaio inox satinato realizzata su disegno da Arketipo Design.

Pictured left, view of the living area in which we can see the use of walled screens that let the room ‘breathe’,
instead of walls.
Below left, floor plans for the various levels: ground floor and mezzanine floor with furniture layout that illustrates the functional distribution of rooms; right, section of the actual staircase.
Next page, detail of the stainless steel satin staircase by Arketipo Design.

la scatola, identificata nella cucina a cielo aperto, che dialoga con il pranzo; il totem, che è il mobile di servizio per preparare e mettere in tavola pranzi e cene. La scala e la passerella di collegamento sono in acciaio inox satinato, le pedate, come il resto del rivestimento a pavimento, sono in legno wengè.
L’impiego di questo tipo di materiali crea un contrasto “bianco-nero” e “freddo-caldo” di grande effetto scenico in grado di enfatizzare gli spazi già ricchi di significato simbolico; inoltre permette di avere grandi prestazioni evitando la costruzione di ulteriori elementi portanti che andrebbero ad appesantire la struttura perdendo l’effetto “ponte”, archetipo di collegamento e di comunicazione. Il risultato finale è una visione minimalista che predilige materiali diafani
con mancanza di colore o corposità.

Nelle immagini, viste differenti in cui possiamo vedere la scala e la passerella di collegamento che permette la connessione tra la zona notte padronale e la zonanotte dei figli, volutamente posizionate agli antipodi.

Shown here, different views of the staircase and running gallery that connects the master bedroom to the children’s bedroom, deliberately placed at opposite ends.

RITORNO DEL NEOPLASTICISMO

Il Neoplasticismo ha rappresentato uno stile pittorico e architettonico che comparve nel 1918 con la pubblicazione del manifesto De Stijl, compilato da vari artisti fra cui Theo Van Doesburg e Piet Mondrian. L’obiettivo del gruppo era la combinazione organica dell’architettura, della pittura e della scultura in modo da creare una nuova plasticità delle opere, partendo da elementi singoli da assemblare secondo determinate regole geometriche.
Lo stile architettonico è caratterizzato da piani o setti murari, spesso colorati, che fuoriescono dai volumi con una legge di crescita ortogonale e quasi mai obliqua o curvilinea. Vi è, inoltre, la compenetrazione tra spazi interni ed esterni, cioè l’architettura prosegue oltre lo spazio interno dell’edificio, in opposizione nei confronti della natura, ed è assente ogni sorta di contenuto realistico e decorativo. L’aspirazione ad un’arte basata su leggi rigorose si traduce nell’uso esclusivo dei colori primari, dei non colori e di elementi multipli e sottomultipli del rettangolo. Il neoplasticismo condividerà con il Bauhaus gli assunti di razionalità e chiarezza, l’istanza riformatrice, etica e sociale insieme, influenzando lo sviluppo di svariate avanguardie. Le idee dei nuovi movimenti razionalisti e modernisti finirono ben presto per scontrarsi con il Nazismo in Germania, che costrinse il Bauhaus alla chiusura insieme a tutte le avanguardie che ne facevano parte, neoplasticismo incluso. Infatti, Hitler rifiutò il Modernismo come stile, guardando con sospetto politico gli architetti del Bauhaus, poiché in tanti avevano avuto precedenti collegamenti con i movimenti socialisti.

Nelle immagini, dormeuses e divani minimalisti, (MDF); illuminazione con fari AR 111 da incasso, retroilluminazioni
al neon, fari da incasso, luci a parete dicroiche di: Viabizzuno, Wever e Ducré, Davide Greppi, Fabbian, Simes, Panzeri.

Shown here, minimalist loungers and sofas (MDF); lighting with built-in AR 111 lights, neon backlighting, built-in spotlights, and dichroic wall lamps by: Viabizzuno, Wever & Ducré, Davide Greppi, Fabbian, Simes, Panzeri.

The staircase and connecting running balcony are in satin stainless steel; treads are in wengé like the floor.
The use of this type of material creates a black/white cold/warm contrast of considerable effect.
It sets off spaces already full of symbolic content; furthermore it does not require the use of other bearing elements
that would weigh the structure down and jeopardise the ‘bridge’ effect.
The end result is a minimalist creation that favours materials without colour or body.

 

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