Un loft in bianco e rosso


A Milano nella zona dei Navigli

Con i suoi 270 metri quadri l’ambiente ha le caratteristiche del vero loft ed è estremamente luminoso grazie alle superfici chiare.

Arch. Monika Unger
Foto di: Athos Lecce
Servizio di: M. Luce Ranucci
Testo a cura di: L. Servadio

In una zona paleoindustriale adiacente ai Navigli, entrando da un enorme portone si accede ad una sorta di città nella città: il nucleo nascosto di una serie di piccoli capannoni separati da strade perfettamente ortogonali, ognuno dipinto a colori vivaci in contrasto uno con l’altro. Non sembra di essere a Milano. Qui vive l’architetto Monika Unger, in un loft da lei stessa ristrutturato. Al piano terra si accede all’abitazione da una gran porta vetrata ammorbidita da candide tende. Colpiscono subito la dimensione dello spazio e la sua luminosità, dovuta alla copertura completamente vetrata e alle pareti rigorosamente bianche; anche l’armadiatura continua è dipinta di bianco e il pavimento è un’unica colata di cemento grigio chiaro.

Biografia dell’architetto

Monika Unger
Nata a Varsavia, si trasferisce a Bruxelles e si laurea in Architettura. Si sposta a Cambridge (USA) per seguire il corso di Environmental Design presso il MIT. Si trasferisce in Italia e nel 1983 inizia un’attività di consulenza per la Divisione di Corporate Image di Olivetti. Nel 1994 fonda a Milano lo studio “Creative Communications” dove attualmente opera.

Sul bianco un bel rosso dominante

La casa si fa panorama: lo si può abbracciare dal livello superiore, affacciandosi come dalla tolda di una nave nello
spazio aperto: anche il tavolo a listoni suggerisce l’analogia marinara. Tra bianco e rosso sorgono le molte presenze di elementi di arredo, quali gli sgabelli, che con la loro ordinata disposizione ritmano l’ambiente.

I pochi tocchi di colore sono dati dal rosso aranciato di alcuni oggetti: poltroncine, cuscini e il letto di Cassina, oltre al rettangolo policromo alla parete sopra il divano. L’intensità dei rossi appare quindi galleggiare nel generale biancore: non vi si perde né vi predomina, bensì segna l’ambiente definendo in esso momenti di pausa, emergenze di significativa energia coloristica che diventano immediatamente luoghi. Grazie a queste rosse presenze gli ambienti sono goduti nella loro intera complessità, nell’aulica articolazione data dai due livelli aperti entro l’unico grande spazio a tutta altezza. Il predominante “peso” cromatico del rosso soverchierebbe il bianco, se diffuso in quantità maggiore, ma resta così contenuto entro un equilibrio gradevole e ricco di significato.

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