Un loft di gusto metropolitano

Ristrutturazione ad uso abitativo all’interno di un’edificio per uffici.
Una giornalista ha preferito vivere in uno spazio aperto arredato da un’amica.

Progetto: Patrizia Sbalchiero architetto
Servizio: Maria Daniela Sironi
Foto: Athos Lecce

Una delle tendenze dell’urbanistica contemporanea è quella di recuperare ad uso residenziale edifici prima destinati a piccole fabbriche artigianali o ad uffici. Nelle zone urbane delle prime periferie i terreni edificabili assumono difatti valori
sempre più alti, per cui risulta conveniente spostare le attività produttive nelle zone più esterne, dove la rendita fondiaria è più bassa. Per il concetto ecologista di “riusare quello che c’è”, i fabbricati preesistenti si possono recuperare per trasformarli in abitazioni sull’onda dell’esempio degli Stati Uniti.

Soprattutto a NY gli appartamenti sono spesso dei lofts dall’aspetto inusuale caratterizzati da spazi indivisi di dimensioni extra-large. Qui, dalla ristrutturazione di una palazzina per uffici si sono ricavati alcuni lofts abitati da gente non comune, artisti, intellettuali. Nel cortile interno alcuni giardini privati accostati l’uno all’altro formano un’area verde comune molto piacevole. La facciata ha una geometria semplice e pulita, caratterizzata da pilastri metallici e da balconi con parapetti in cristallo. Il loft è diventato l’abitazione di una giornalista, che ha affidato all’amica architetto Patrizia Sbalchiero l’interpretazione delle sue esigenze abitative: lo spazio doveva essere aperto, ma trasformabile. Dopo l’ingresso, infatti, un pannello mobile incernierato a parete, divide l’appartamento in due settori autonomi. L’ingresso è dipinto in giallo arancio, un colore ripreso anche nel grande locale che serve come cucina e come living.

Nelle foto: Cucina a penisola. Valcucine Sgabelli. Rexite
Elettrodomestici. Smeg
Lampade a sospensione. Flos
Divani bianchi. Nube
Scrivania in legno. Ikea
Chaise longue inglese d‘epoca.

La cucina può essere separata con pannelli scorrevoli dal resto del locale. Gli elettrodomestici sono di tipo professionale, mentre il frigorifero free standing è della General Electric. Gli sgabelli sono di Rexite. Tutta la casa ha i
pavimenti in listoni di noce d’Africa marrone dorato, in Mutuniè. Lungo il lato maggiore del locale, per ovviare alla ripetività della finestratura, scorre una bassa libreria, lunga tredici metri. Curiosa è la vista aperta su una ex fabbrica,
con i suoi giganteschi macchinari, che la fanno somigliare a un quadro di Mario Sironi.

Nella foto: una vista dell’íngresso con la parete mobile.
Il letto in acero sbiancato. Flou
Il copriletto è filato e tessuto a mano. I comodini sono di artigianato birmano.
Sul comodino la lampada è in carta di riso. Ikea
Cassettone ottocentesco in noce. Poltroncina Giorgetti.

Di un importante pittore inglese, Jonh Corbidge, sono invece i quadri astratti esposti in tutta la casa. Opere di quest’artista si trovano alla National Gallery. Modernissimo è il tavolo da pranzo con il ripiano bianco, come le sedie in
acciaio e corda intrecciata. Le lampade a sospensione sono “storiche”, disegnate da Achille Castiglioni. Ricordi preziosi sono invece i divani e le due chaise-longues con le ruote, ereditati dalla bisnonna inglese. In fondo al locale è stata
creata una piccola zona studio, con una scrivania di linea essenziale, che gode della luce naturale proveniente dalle ampie finestre.

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