Le opere di una scultrice in bilico tra la cultura americana e quella italiana Beverly Pepper è un’artista che, nata a Brooklyn e qui formatasi, ha poi studiato a Parigi con artisti quali Léger e Brancusi, viaggiato in Europa, Medio Oriente, Giappone e Stati Uniti, stabilendosi infine in Italia, prima a Roma e poi a Todi e realizzando opere in ogni parte del mondo: la sua cultura artistica fonde il meglio di queste esperienze Un ponte, un connubio fra due culture artistiche che troppo spesso sono viste come contrapposte ma che invece sono nate una dall’altra e che, se poi si sono evolute seguendo strade diverse, hanno sempre necessità di un fecondo
Beverly Pepper inizia come pittrice, espone per la prima volta nel 1951 a Roma, dove conosce artisti noti, Turcato, Dorazio, Consagra, Guttuso, Cascella, Pomodoro, Burri, registi quali Fellini, Antonioni, Pontecorvo, poeti, critici. Dopo un decennio di lenta evoluzione da una pittura realista a una semiastratta e materica, approda infine alla scultura, con opere in legno inciso e metallo fuso: la sua prima mostra plastica nel 1961 richiama l’attenzione, tanto che le venne affidato un progetto, con altri noti artisti, di sculture da realizzare negli stabilimenti dell’Italsider e da esporre in piazze italiane. Inizia così, lavorando a stretto contatto di gomito con gli operai e i fabbri e dividendo con loro il panino con salame e cipolla a mezzogiorno, il suo rapporto stretto da un lato col metallo, coniugato in tutte le versioni (ferro, ferro dolce, ferro feroidale, acciaio inox, acciaio CorTen, bronzo), in tutte le lavorazioni (battitura, saldatura, fusione), e in
diverse finiture, dalla lucidatura a specchio alla corrosione, con parti al grezzo e parti dipinte a smalto; e dall’altro col paesaggio, urbano e naturale, in cui le sue sculture erano destinate ad inserirsi, che fosse la piazza del Popolo di Todi, in cui le sue colonne dell’età industriale ricoperte di una patina a ricordare la corrosione dialogano in un mirabile equilibrio con le facciate di pietra consunta dei palazzi circostanti, o un centro commerciale a Dallas, in cui forme piramidali d’acciaio CorTen si legano con tappeto erboso e alberi a creare un continuo movimento spaziale, percepibile da chi passa in auto, o una piazza anonima a Barcellona, che trasforma in un parco (anche con giochi per bambini) con colonne scultoree che diventano lampioni, pareti ondulate rivestite di ceramiche irregolari che ricordano Gaudì, una spirale di alberi.
|