Tutto sulla legna (o quasi…)

La legna è il combustibile ideale per le stufe (oggi anche sotto forma di pellet, più pratici): ma è bene sapere alcune cose prima di acquistarla o di procurarsela e prima di mettere in funzione la stufa: e buon caldo!

Con l’arrivo della stagione invernale sono in molti a dover fare i conti con l’acquisto della legna da ardere per la stufa. È noto a tutti che la vendita avviene al quintale, ma forse non tutti sono consapevoli che il peso della legna è estremamente
variabile e che a parità di peso può cambiare anche sensibilmente la quantità di legna acquistata.
Il legno è una sostanza porosa ed igroscopica, cioè che assorbe l’acqua, e che tende ad equilibrare il suo contenuto d’acqua in relazione alle condizioni ambientali in cui si trova. Al momento in cui un albero viene abbattuto contiene un
elevato contenuto d’acqua, mai inferiore al 50- 60% del peso secco, ovvero la metà o più del peso fresco del legno è costituito da acqua. L’umidità considerata normale è fissata per convenzione al 12% ed è la quantità di acqua che dovrebbe rimanere più o meno stabile alle condizioni di temperatura (20°C) ed umidità relativa (65%) considerate
tipiche per l’Italia. Tenuto comunque conto delle difficoltà di mantenere costante nel tempo tale valore, ai fini commerciali il legname si considera stagionato quando presenta un’umidità inferiore al 20%.
Al momento di acquistare la legna, è difficile stabilire il suo grado di stagionatura, ma è possibile valutare se è stato appena tagliato. L’interno di un ciocco tagliato di fresco, quando viene spaccato, appare più scuro dell’esterno, e dà una sensazione di umido sulle mani. Sarà anche molto più pesante di un ciocco di legno secco similare. A volte, delle spaccature alle teste dei ciocchi indicano che il legno è stagionato. La legna secca causa minori emissioni di gas e quanto migliore è la sua capacità di bruciare, tanto meno fumo, fuliggine e monossido di carbonio si formano.

Le migliori specie
Le specie migliori come legna da ardere sono quelle con peso specifico più alto ed in particolare: leccio, cerro, roverella, carpino nero, corbezzolo e faggio; come si vede, sono tutte latifoglie: infatti le conifere, anche se hanno maggior potere
calorifico, hanno un peso inferiore per unità di volume e contengono resine, che possono danneggiare focolare e canna fumaria.

In conclusione, i consigli che si possono dare a chi si appresta ad acquistare legna da ardere sono:
– acquistare legna che abbia passato almeno un’estate (ma meglio due) all’aperto ma coperta, o comprare o tagliare la legna da ardere in primavera, e lasciarla stagionare per tutta l’estate, o più a lungo, potendo, in modo che l’umidità presente sia scesa sotto il 25-30%, in quanto non fa piacere comperare l’acqua al prezzo della legna o comunque pagare un sovrapprezzo per avere difficoltà di accensione e combustione;
– far pesare il carico di legna a pieno e poi a vuoto (tara del carico: rimorchio, camion, ecc.) al fine di conoscere il peso reale del materiale acquistato;
– misurare la legna dopo averla accatastata al fine di controllare il quantitativo acquistato calcolando il volume reale e di conseguenza il peso teorico al 12-15% di umidità;
– scegliere le specie con valori alti di peso specifico.

Procurarsi da soli la legna
Se si vuole procurare da soli la propria legna, anziché acquistarla, c’è una quantità di posti in cui ottenere legna gratis, o quasi. La qualità del legno potrà variare, da spezzature di legno dolce, come residui di lavorazione dei cantieri edili, a
sostanziosi tronchi di legno duro. Naturalmente chi vive in città avrà possibilità assai più limitate di chi vive in campagna. Occorrerà un mezzo di trasporto capace per portare una buona quantità di legna, specie dovendo viaggiare a qualche distanza per procurarsela. Occorreranno anche attrezzi, come sega, ascia, etc. Ad esempio, nei cantieri si potrà trovare qualche residuo di legno, specialmente abete o pino, inutilizzabili in un nuovo cantiere: in molti casi l’impresa sarà lieta
di sbarazzarsene. Oppure qualche falegnameria, specie artigianale, potrà trovare conveniente eliminare i residui di lavorazione che sono da smaltire secondo rigide procedure. Attenzione, però, ai compensati ed ai multistrati, che contenendo collanti, bruciano male e sono inquinanti. La manutenzione dei parchi include il periodico controllo della vegetazione, e l’eliminazione degli alberi vecchi o malati, e dei rami secchi caduti. Questo può costituire una buona opportunità per procurarsi legna.
Aziende agricole, o anche semplici proprietà terriere dove siano presenti dei boschi, sono tenute al loro governo, ed ogni certo numero di anni questi boschi sono soggetti al taglio: non è raro, specie in piccole proprietà, ottenere il permesso,
per una modica cifra, di ritagliarsi la propria parte. Attenzione però: si tratta di un lavoro da professionisti, che richiede esperienza e l’impiego di attrezzi potenzialmente pericolosi. Oppure i proprietari possono essere disposti a disfarsi
della legna in sovrappiù per una cifra ragionevole: si spende di più, ma si rischia di meno.

Tagliare la legna
Una volta procurata la legna, bisogna ridurla in dimensioni da stufa: sfrondare i tronchi è un lavoro che è preferibile fare sul posto, per evitare di riempire di segatura la casa, e per rendere i ciocchi di legno trasportabili. Ricordarsi di segare
ogni pezzo di legno alla misura della stufa. Occorrerà una sega a nastro, a meno che non si debbano tagliare solo pochi pezzi. Una sega a motore può essere veramente pericolosa se usata impropriamente, seguire perciò attentamente le
istruzioni del costruttore sull’uso e la manutenzione, indossando guanti pesanti e occhiali protettivi per proteggersi dalle schegge e dalla segatura. Sicerchi di preparare ciocchi con un diametro massimo di 10-12 cm., per stagionarli rapidamente. Tagliando i pezzi, usare come base d’appoggio un incudine od un ciocco di legno più grande del pezzo più grande da tagliare. Tentare di spaccare i ciocchi sul terreno non è una buona idea, perché la terra assorbe la maggior parte dell’energia del colpo, ed il terriccio rovina rapidamente il filo degli arnesi. I pezzi più piccoli, adatti ad avviare il fuoco, possono essere tagliati con un’accetta. Per i pezzi di media grandezza, usare un’ascia del peso di circa 5 Kg. Pezzi molto grandi o difficili da spaccare possono richiedere l’uso di due o più cunei metallici e di una mazzetta, o del lato ottuso dell’ascia. Le crepe nella testa dei ciocchi da spaccare costituiscono in genere un buon punto di inizio per un taglio pulito. Se l’ascia od un cuneo si incastrano nel legno, forzare con un altro cuneo nel punto più distante della spaccatura, finché il primo cuneo non si libera. Si consiglia di portare in casa la legna qualche giorno prima dell’uso per far sì che il calore della
casa la asciughi più in fretta.

Prima di accendere una stufa
Occorre fare alcune verifiche:
– far controllare l’impianto fumario da un tecnico preparato (lo spazzacamino per esempio) prima dell’installazione dell’apparecchio e periodicamente, almeno una volta ogni due anni.
– controllare che la camera di combustione sia pulita.
– controllare che il cassetto raccogli cenere sia vuoto.
– verificare il tiraggio della canna fumaria bruciando pochi fogli di carta nella parte bassa della stufa, oppure mettendo un fiammifero acceso vicino alla presa dell’aria. Se la fiamma tira in direzione dell’apertura della presa dell’aria vuol dire che c’è tiraggio.

Come accendere una stufa
Occorre inserire nella camera di combustione alcuni ceppi di legna stagionati e secchi. I ceppi di legna vanno sistemati con un certo criterio: un primo strato longitudinalmente, un altro strato messo trasversalmente con i ceppi separati tra di
loro di qualche centimetro per facilitare il passaggio dell’aria e via di seguito. I ceppi di legna possono rimanere in piedi appoggiati l’uno all’altro o sul fondo della camera di combustione. Tra un ceppo e l’altro inserire qualche rametto sottile
ben secco che faciliti la combustione insieme a qualche foglio di carta di giornale appallottolato; si può inserire anche un accenditore per camini che si trova facilmente in commercio. Con un accendino o un fiammifero dare fuoco all’accenditore
e alla carta. In questa fase occorre tenere aperte le prese dell’aria e le saracinesche del tiraggio. Subito dopo l’accensione occorre chiudere lo sportello della stufa per fare in modo che la legna riceva la corretta quantità d’aria ed il giusto tiraggio. Può succedere che l’accensione della legna non si verifichi e che il primo fuoco, dopo pochi minuti, si spenga. In questo caso non disarmare. Ciò capita perchè la canna fumaria è fredda e non c’è abbastanza tiraggio, oppure si è inserita troppa legna grossa con poca ramaglia secca di contorno. Ripetere l’operazione inserendo più "condimento": ramaglia secca di facile combustione. Paglia, fieno, piccoli arbusti, foglie secche, pigne e carta di giornale vanno molto bene come materiale di contorno in questa prima fase di accensione.

Cosa non bruciare
Attenzione però: non tutto quello che incenerisce è adatto alla combustione! Negli impianti domestici è possibile bruciare solo legna non trattata, non verniciata e ben asciutta. Chi brucia altri materiali mette a dura prova la propria stufa e
l’ambiente in cui vive. La mancanza di aerazione forzata, di un sistema di filtraggio e le basse temperature di combustione, attorno ai 250/300 gradi (solo negli inceneritori dei rifiuti si riescono a superare i 1.000 °C) fanno sì che nelle nostre
stufe si formino gas particolarmente nocivi (come la diossina), che non sono certo l’ideale da respirare, dato che in parte filtrano nell’aria domestica. Non possono essere bruciati: carta plastificata, legna trattata, legna laccata, legno compensato, sostanze artificiali di qualunque tipo, contenitori (tetrapak). Solo seguendo questi semplici consigli, la nostra
stufa ci darà un piacevole calore a lungo!

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