Tutela dei Beni Culturali Ecclesiastici – Il Concordato di Trento (R. Perusini)

GLI ARTISTI E LA CHIESA DELL’OGGI

La mostra “Gli Artisti nella contemporaneità”, tenutasi a Brescia, costituisce un primo tentativo di documentare il contributo artistico allo spazio per la celebrazione cristiana nell’epoca postconciliare.

L a mostra si è tenuta presso il Museo Diocesano di Brescia (novembre 2000- gennaio 2001) ed è stata curata da Cecilia De Carli. Mentre nella nostra contemporaneità è già identificabile un percorso architettonico sul tema della chiesa, nel suo pur eccentrico svolgimento, sia come dibattito teorico che come sperimentazione formale, molto più nebuloso e ancora poco conosciuto è il contributo che gli artisti contemporanei le hanno originariamente offerto. Nella mostra sono state prese in considerazione le opere d’arte che sono state progettate e attuate per la chiesa come luogo fisico, in stretto rapporto con il suo essere contemporaneamente luogo destinato alla liturgia, alla preghiera e più complessivamente al cammino di fede del popolo di Dio. Le opere comparse, quelle che è stato possibile concretamente raggiungere ed esporre pur tra molteplici difficoltà, tracciano una prima significativa sintesi sui tentativi di ripresa di un rapporto tra arte e Chiesa che per secoli aveva garantito da una parte, per la Chiesa, una sua straordinaria visibilità e, dall’altra, per l’arte, una fonte inesauribile della sua creatività. L’esposizione parte dalle pitture murali di Severini che fra le due guerre, nella Svizzera romanda, decora una serie di chiese in stretta relazione con l’assetto architettonico, co-niugando la più antica tradizione paleocristiana e bizantina con i metodi dell’avanguardia cubista in dialogo con le tesi sull’arte di Jaques Maritain. Passa poi a considerare il vivace periodo sperimentativo degli anni Cinquanta guidato dall’impegno a tutto campo soprattutto dell’ordine domenicano nelle personalità religiose di P. Regamey e soprattutto Couturier, cui fanno capo gli interventi celebri di grandi artisti quali Braque, Jean Bazaine, Alfred Manessier, Leger, Matisse. Ma mentre il decennio che prepara il Concilio Vaticano II è particolarmente intenso e creativo sia per l’apertura di un grande dibattito, sia per la realizzazione di opere eccezionali, gli anni di attuazione della riforma liturgica corrispondono a una lunghissima latenza dell’espressione artistica nelle chiese. Sarà Paolo VI a riaprire teoricamente e concretamente il dialogo con gli artisti. Negli ultimi anni, un’attenzione più viva della Chiesa e un maggior interesse degli artisti forniscono le condizioni per nuove fruttuose sperimentazioni. In proposito la mostra cita Dan Flavin, Cucchi, Bagnoli.

 

Il Museo Diocesano di Brescia, nell’ex convento di San Giuseppe. Uno splendido esempio di architettura tardo rinascimentale, dal chiostro spazioso e armonico. Fonte battesimale di Marco Bagnoli.

 

 

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Pubblicato in FARE

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