Trieste – Il problema del finanziamento delle parrocchie

“Sotto la chiesa mi sarebbe piaciuto mettere una banca, ma poi ci abbiamo messo una palestra”: don Pier Emilio Salvadé, parroco di S. Caterina da Siena a Trieste nonché economo della Diocesi, parla tra il serio e il faceto. E’ stata da poco ultimata la sua nuova chiesa e con quella battuta sottolinea come occorra anche pensare a finanziare la parrocchia e le sue molteplici attività. “Oggi – spiega don Pier Emilio – vi sono fondamentalmente due cespiti per le parrocchie: l’attenzione caritativa dei fedeli e le possibilità di autofinanziamento. Spesso i parroci storcono il naso di fronte a quest’ultima ipotesi: non è materia con cui hanno familiarità, e alle volte non si fidano dell’aiuto dei laici. Ma sono problemi che vanno superati. In genere le parrocchie dispongono di immobili propri (anche se a Trieste la situazione è un po’ diversa). Ed è anche testimonianza evangelica, mettere a frutto quel che si ha, e non lasciarlo inutilizzato.”.
E in che modo mettere a frutto tali proprietà?

Per esempio collocando parcheggi sotto i sagrati? “Questa è un’idea, che soprattutto nelle città ipertrafficate ha una sua ragion d’essere. Il parcheggio può essere dato in gestione a una cooperativa costituita da laici della parrocchia bisognosi di lavoro. Per la costruzione si possono raggiungere accordi con una impresa, per esempio lasciandole in uso una cospicua parte del parcheggio per un certo numero di anni. Ma anche un campo sportivo, come quello che abbiamo realizzato sotto la nostra nuova chiesa, diventa occasione di autofinanziamento. E anche per questo si possono costituire piccole cooperative di gestione.

La palestra sotto la chiesa di S. Caterina.

Per quel che ci riguarda procediamo così: due mattine alla settimana la nuova palestra è data in uso gratuito all’asilo nido comunale, che non ha spazi adeguati; tre mattine alla settimana è usata dalle mamme per fare ginnastica; il pomeriggio sino alle 18,30 è usato dai bambini per giocare a basket, sotto la guida di adulti esperti; la sera è usata da gruppi di amici per allenamenti e partite (tranne il venerdì quando resta a disposizione dei parrocchiani). Non chiedo mai denaro per queste attività: ma chi usa la palestra, liberamente lascia contributi totalmente volontari che regolarmente, alla fine dell’anno, risultano più che sufficienti per sovvenire a tutte le necessità parrocchiali. Trovo che la trasparenza sia un aspetto importantissimo: tutti gli anni pubblichiamo il rendiconto così che tutti sappiano quanti soldi entrano nella cassa parrocchiale, e quanti ne escono, e per quali finalità”. La pubblicazione avviene in bacheca e nel giornalino parrocchiale:“Lo pubblichiamo 4 volte all’anno, e viene distribuito gratuitamente in tutte le case. E’ uno strumento importantissimo per mantenere i contatti con tutti i parrocchiani non praticanti (sono circa l’80 per cento): quando poi li incontro per le benedizioni natalizie, constato che, anche se non vengono in chiesa, tramite il giornalino seguono le nostre attività, sanno delle nostre iniziative. Così la vita parrocchiale si apre, si fa conoscere: dai vicini, e dai lontani…”.

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