Tre nuove Chiese a Bari «LA FUNZIONE PASTORALE DELLA CHIESA NELLA CITTÀ ODIERNA» Ritiene che dalle architetture delle nuove chiese possa nascere un “messaggio” eloquente anche per i lontani? Anche oggi, tempo nel quale le forme e le funzioni dello spazio liturgico chiedono di essere ripensate alla riforma voluta dal Concilio Vaticano II e al cammino di fede della comunità che celebra il mistero di Cristo, l’edificio di culto cristiano deve corrispondere alla comprensione che la Chiesa, popolo di Dio, ha di sé stessa nel tempo e le sue forme sono immagine relativa di questa autocomprensione. È il motivo per cui, secondo il progettista, a Loseto – Bari il complesso parrocchiale del “Salvatore” viene costruito come abside in un “cratere”, quasi a ricordare gli antichi ipogei di cui questa terra è ricca;“S. Rita” in Ceglie – Bari diventa una nave che lascia il porto per trasportare tutti ad una realtà migliore; “S. Maria del Soccorso”, in Noicattaro – Bari riprende l’idea del trullo-masseria, una delle tipologie fondatrici della cultura degli insediamenti in Puglia. Queste nuove forme architettoniche richiamano indubbiamente l’attenzione anche dei lontani. È innegabile che il minor o maggior richiamo dipende dalla tappa che una persona sta vivendo nella sua ricerca religiosa, se ha bisogno più di una provocazione estetica o di illuminazione esistenziale di un cammino interiore. Ma è anche vero che le forme architettoniche non riescono mai a prevalere sulle “ragioni” teologiche-ecclesiali e umano-esistenziali che una comunità dovrebbe offrire. Non è secondario inoltre verificare come la Comunità dei praticanti legge le nuove forme architettoniche e le riveste di significati, se riesce ad usarle come possibilità nuova di vita e di messaggi. Oggi si parla sempre meno di “nuove chiese”, sempre più di nuovi centri parrocchiali… Si è passati da una cultura che vedeva nel solo tempio il riferimento costante per la vita spirituale, per la celebrazione dei sacramenti, ad un pensiero che riconosce la parrocchia anche come centro di aggregazione che dà spazio a tutti: tutte le età, tutte le condizioni socio-economiche, tutte le culture. Le si riconosce, ormai, il valore per un cammino di crescita integrale della persona; per cui è pensata come centro di vita non più riducibile al ruolo di “agenzia” solo religiosa. Questa sensibilità è presente in diocesi e questi tre nuovi centri parrocchiali sicuramente potranno risultare una grande risorsa al fine di educare: i credenti a passare dalla proclamazione al vivere il Vangelo; i non credenti a sviluppare un’attenzione sempre più puntuale e costante verso i valori di solidarietà e fratellanza.
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