Trasporti alternativi nella natura e nell’arte col sistema regionale umbro.

L’ascensore inclinato del Comune di Todi, “Porta Orvietana – Giardini Oberdan”.

Si è trattato di una scelta politica: già il Piano Regionale dei Trasporti adottato in Umbria nel 1989 faceva menzione
di numerose realizzazioni attivate, volte a integrare i sistemi tradizionali con nuovi mezzi di trasporto, quali ascensori, scale mobili, funicolari, oltre che con nuovi strumenti con tecnologie di avanguardia, come per esempio quelle utilizzate per i trasporti pubblici a chiamata o per i sistemi di comunicazione e informazione agli utenti in merito alle strade e ai parcheggi gestiti. La particolare struttura insediativa dell’Umbria è segnata dalla presenza di molti centri antichi, diffusi su un territorio dai rilievi frequenti e a volte aspri, in prevalenza localizzati sulle alture e non nelle immediate
vicinanze delle odierne infrastrutture principali.
Si tratta di centri urbani o borghi spesso dotati di caratteristiche morfologiche e di un tessuto edilizio fortemente caratteristici e radicati nella storia, testimonianza viva di un assetto urbano e di un modo di vita che ha le sue radici nel Medio Evo.
Non a caso l’Umbria è considerata una regione dove i ritmi di vita sono ideali per l’essere umano: al di fuori della logica
dello stress continuo, gli insediamenti urbani sono a “misura d’uomo”, possono essere percorsi a piedi, vi si trova ancora un fiorente artigianato locale, le testimonianze artistiche sono diffuse sul territorio, l’integrazione tra costruito e natura è massima: i boschi e i campi coltivati si presentano in continuità con i villaggi di pietra la cui edificazione magari risale a secoli e secoli addietro.
Si tratta di una regione dove l’equilibrio tra insediamento antropico e natura non solo esiste, ma resiste protratto nel tempo: fa parte della cultura locale.
In tali condizioni, le caratteristiche del territorio sono tali da costituire vincoli allo sviluppo della mobilità tradizionale e certamente all’uso diffuso e spesso dissennato delle auto private.
Ciò ha costituito uno stimolo per cercare nuove soluzioni tese ad assicurare un adeguato livello di mobilità e di accessibilità, compatibile con le esigenza di tutela e valorizzazione dell’ambiente e del patrimonio urbanistico e storico-artistico.
Tutto questo si è tradotto nella collocazione di diversi impianti di mobilità alternativa, disseminati in diversi luoghi in tutta la regione.

In Umbria sta sorgendo
una rete integrata di trasporti
non convenzionali a basso impatto
ambientale, composta da ascensori,
percorsi attrezzati, vie ciclabili in una
maglia interconnessa che facilita
gli interscambi.

La parte alta del percorso “Porta
Orvietana – Giardini Oberdan” di Todi.

Nel Comune di Perugia vi sono ben sei tra ascensori e percorsi pedonali meccanizzati che mediano in vari punti della città i dislivelli di quota. Nel Comune di Assisi si trova un sistema di scale mobili che porta dal “Parcheggio B” a Porta Nuova. Nel Comune di Cascia v’è un ascensore e un percorso pedonale meccanizzato che portano dai parcheggi ai luoghi di pellegrinaggio. Nel Comune di Città di Castello un percorso meccanizzato porta ai “Giardini del Cassero”. Nel Comune di Gubbio ci sono una funivia e due ascensori pubblici. Nel Comune di Todi, al quale si riferiscono le fotografie pubblicate
su queste pagine, è posto un ascensore elettrico inclinato che compie il percorso “Porta Orvietana – Giardini Oberdan”.
Nella logica del Piano Regionale dei Trasporti, questi sistemi cittadini sono destinati a entrare a far parte, tramite snodi di interconnessione, di un sistema più vasto di interscambi; così che l’intermodalità permetta l’utilizzo di diversi mezzi pubblici per muoversi agevolmente in tutta la regione. A tale rete di trasporti pubblici è previsto l’affiancamento di percorsi ciclabili, con attenzione particolare ai punti di interscambio, specie le stazioni ferroviarie e gli altri sistemi di mobilità sostenibile.

Diverse viste del percorso inclinato che corre tra la vegetazione, nel Comune di Todi, e consente
di salire in silenzio, godendo lo spettacolo della natura. Spesso questi percorsi sono intesi in
funzione turistica, invece possono essere integrati col normale sistema di trasporti pubblici.

Per garantire l’accessibilità agli insediamenti urbani sono stati individuati percorsi ciclabili in fregio alla rete stradale e, contestualmente alla realizzazione di nuove infrastrutture, si prevede la realizzazione di relativi itinerari ciclabili.
La Legge Regionale 16 dicembre 1997 n. 46, sulle “Norme per la riqualificazione della rete di trasporto e viaria…”, prevede “Requisiti e standard di qualità per i sistemi di mobilità alternativi” che sono definiti come impianti o “infrastruttura meccanizzata in grado di assicurare continuità agli itinerari pedonali, integrati con i sistemi di trasporto convenzionali privati e pubblici su gomma e su ferro”.

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