Trasparenza e leggerezza

Vivere felici in soggiorno

Nel disegno dei mobili e nelle realizzazioni d’interni si nota una decisa preferenza per le linee semplici: i vari toni del bianco, i colori luminosi, le soluzioni trasparenti. La materia sembra annullarsi in forme che diventano luce.

Ci sono variazioni del gusto collettivo in grado di cambiare radicalmente il volto degli interni, rendendo vecchiotti e superati arredamenti che nel decennio precedente sembravano attuali e appropriati. Uno di questi cambiamenti
repentini si è avuto negli anni ‘90, quando al posto di mobili a tutto tondo e ad interni molto pieni che strizzavano l’occhio all’eclettismo vittoriano, sono subentrati divani e contenitori squadrati e semplificati che cercavano di riempire il meno possibile lo spazio.

1. Un cavalletto in legno e cristallo per esporre a turno stampe, disegni o dipinti, della ditta francese Ecart (Parigi) specializzata in riedizioni di maestri del XX secolo.
2. Tavolo da pranzo allungabile “Push” in metallo cromato con piano in cristallo progettato da Emme Design per Ciacci (Brugnetto di Ripe).

3. La casa di un noto gallerista romano, Pino Casagrande, dove al candore dei divani e alla leggerezza dei tavoli fanno da controcanto opere di pittori e scultori minimalisti. Si trova nella zona bohémienne del quartiere ostiense.
4. La chaise longue “Pororoga” progettata da Flavia Alves de Souza per Edra (Perignano). Struttura in acciaio inox e seduta in film di materiale plastico.

“l’arredamento come espressione armonica dei propri sentimenti”

I cambiamenti negli spazi e negli oggetti di uso giornaliero sono il sintomo visivo di un’evoluzione profonda dei comportamenti che nel decennio precedente erano dominati da altri modelli culturali, come il “rampantismo”, l’esibizione vistosa degli status simbols, la tendenza all’affermazione aggressiva del ruolo della donna. Oggi
tutto è più sfumato, le differenze si preferisce non esibirle e tutto tende a confondersi e a omologarsi. Quindi anche nella casa non si vogliono più mobili ingombranti e protagonisti, ma essenziali presenze di basso profilo che si compongono e si scompongono con facilità. Così lo spazio libero torna a contare, come avvenne negli anni ‘30 con il diffondersi del mobile “razionale” fatto in serie, inserito in spazi bianchi con grandi finestre che erano il simbolo
stesso della modernità.

Semplicità + Modernità= Felicità

1. “Evolution system” è una libreria a elementi componibili, da parete o da soffitto, con struttura in alluminio. Piani lineari o sagomati curvi in cristallo sabbiato o trasparente. E’ un progetto di M.Luca e A.Danese per Cattelan Italia (Carré).
2. “Net 12” è un insieme di svariati pezzi. Sui lati corti di un tavolino basso si appoggiano due agglomerati di cubi snodabili, alcuni laccati e altri in vetro trasparente con telaio verniciato color argento metallizzato. E’ prodotto da Lago (San Giorgio in Bosco).
3. Uno scorcio del soggiorno di un’abitazione a Luino (sul Lago Maggiore) progettata dallo Studio Bonfanti di Germignaga. Il tavolo ovale di cristallo, su cui spiccano due vetri colorati di Borek Sipek, ha una complessa struttura in metallo verniciato color argento satinato che si riflette nello specchio.
Le pareti sono grigio chiaro mentre il soffitto è bianco. Gli sgabelli da bar sono di Iosa Ghini. Lo spazio, intramezzato da pannelli verticali, viene moltiplicato da alcuni specchi.

1. Porta a battente tuttovetro, con vetrata “Murrina 9” decorata con tessere colorate su disegno di Bruno Munari, prodotta da Henry Glass (Oderzo). Prezzo a partire da € 1.025,00
2. Sedia impilabile “Zip” con struttura in acciaio, progettata da Pietro Arosio per Tacchini Italia Forniture (Baruccana di Seveso). Prezzo € 167,00

I PORTAFORTUNA DELLA
FELICITÀ
IL QUADRIFOGLIO

E’ considerato un portafortuna non solo per la sua rarità, ma anche per la sua forma che ricorda una croce. Porta fortuna a chi lo trova e a chi lo riceve in dono. Secondo la tradizione ogni foglia
rappresenta una qualità: la prima la reputazione, la seconda la
ricchezza, la
terza la salute e la quarta l’amore sincero.

Corsi e ricorsi storici che comportano la ripresa di forme dimenticate del passato repentinamente tornate di moda. Però le forme non sono esattamente le stesse e i dettagli cambiano; non solo per la volontà di essere diversi, ma per il fatto che dopo settant’anni ci siamo realmente trasformati. Le idee possiamo riprenderle e farle nuovamente nostre, ma i particolari li preferiamo più omogenei all’attuale scenario tecnologico fatto di telefonini e computers. Per cui le gambe di sedie e poltrone non vengono più realizzate col grosso tubo cromato come nei primi mobili “razionali”,
ma si fanno più sottili e meno vistose ricorrendo all’impiego di un materiale più robusto quale l’acciaio.

In Edicola
In Edicola

3. Interno a Milano con un tavolo totalmente in cristallo di Fiam Italia (Tavullia), sedie disegnate da Giò Ponti riedite da Montina (San Giovanni al Natisone) e, sullo sfondo, una sedia scultura in ferro e mosaico di Ugo Marano.

 

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