Passato e presente convivono in una piccola casa nel bosco

Incominciamo col parlare bene degli architetti, sempre meritevoli perché s’impegnano con la loro professionalità a risolvere i piccoli e grandi problemi della nostra casa, quindi di una parte bella della nostra vita. In questa residenza cortinese gli architetti Silvio, Valentina e Jacopo Bernardi, con una sapiente distribuzione interna degli spazi, hanno reso una piccola villa degli anni ‘50 funzionale e vivibile, e sorprendente nell’alternarsi di moderno e di rustico, di tradizionale e di innovativo.
Di modeste dimensioni, la villa si articola su tre piani: due fuori terra e uno interrato.
Al piano d’ingresso si trovano: a sudest un grande soggiorno con camino in muratura e nella parte nord una modernissima sala da pranzo con cucina adiacente.
Scendendo nell’interrato si entra in una tavernetta dominata da una scultura moderna che scende dal soffitto come un sipario di legno, confondendosi con la boiserie della casa. Si chiama “l’albero” ed è una presenza che ricorda le grandi opere di Ceroli e i disinibiti anni ‘60.

La padrona di casa voleva un soggiorno luminoso e moderno con antichi mobili contadini e una collezione di cervi in miniatura: per metterla insieme gli architetti hanno setacciato antiquari, rigattieri e mercatini del Cadore.
Ora la scenografia è perfetta, manca solo il suono del corno che apriva la caccia dei nobili ai tempi della belle époque.La tranquilla tradizione cortinese e l’esplosione tecnologica e immaginativa del mondo moderno

Al centro di un moderno divano ad angolo vi è uno strano oggetto di uso contadino: uno strumento per cardare la lana, a cui è stato aggiunto un cristallo, è diventato un tavolino.
Il pavimento è formato da quadrotti in radica molto resistenti all’usura.
L’esterno è molto semplice e sobrio con le immancabili fiorere.
Molto particolare la fila di luci sul bordo del tetto.
Tutto è curato in ogni dettaglio dallo Studio Bernardi, il legno è protagonista ma mai dominante, lavorato ad arte dalla bottega di Paolo Bernardi, in collaborazione con la falegnameria Alberto Dimai.
Il soggiorno, molto accogliente, ospita una zona pranzo e il camino in muratura scalda l’ambiente, anche se spento.IN UNA CASA ALPINA DOVE LA PRESENZA DEL LEGNO È PREPONDERANTE, SOLO I DETTAGLI POSSONO SALVARE DA UNA CERTA MONOTONIA. IN QUESTO INTERNO TUTTO GIOCATO SULLA CONTRAPPOSIZIONE TRA PARETI TRADIZIONALI E OGGETTI DECISAMENTE MODERNI, I DETTAGLI DIVENTANO UN MICROCOSMO CHE RIPROPONGONO IN PICCOLO LO STESSO CONTRASTO. DI TRADIZIONALE IN SOGGIORNO VI È IL FUOCO DEL CAMINO, LA LEGNAACCATASTATA, LE VECCHIE LANTERNE, I BISCOTTI TIPICI: UN INSIEME DI COSE CHE RENDONO PIÙ ACCOGLIENTELA CASA. MENTRE I CONTENITORI E LE LAMPADE SONO MODERNI E SOFISTICATI, MA CON QUEL TOCCO DI FANTASIA CHE LI RENDE OMOGENEI ALLA SEVERA TRADIZIONE ALPINA. PERCHÉ IN MONTAGNA TUTTO DEV’ESSERE AUTENTICO E AVERE UNA FORTE PERSONALITÀ, PER POTERSI MANTENERE ALL’ALTEZZA DEGLI OGGETTI LOCALI SELEZIONATI DA SECOLI DI VITA A STRETTO CONTATTO CON LA NATURA. È IN QUESTI PICCOLI ACCOSTAMENTI CHE SI RIVELA IL GUSTO E IL CARATTERE DEL PADRONE DI CASA QUANDO VUOLE REALIZZARE UN AMBIENTE A MISURA DELLA SUA SENSIBILITÀ.Sotto vi è un altro oggetto di quegli anni: la lampada a forma di uovo di Fontana Arte, che messa davanti al sipario, ricorda un famoso quadro di Magritte dove un guscio gigantesco si trova in una gabbia, simbolo di un futuro già compromesso. Qui l’uovo è invece libero e con l’albero dà un segnale di tranquilla vita naturale.
Ma cosa ci fa un surreale uovo anni ‘60 in un moderno interno cortinese? Ci apre la porta per entrare nel mondo magico di questa casa.
Infatti, se si abbandona il seminterrato (un sottobosco dell’immaginazione) e si va nella sala da pranzo, ci aspetta un’altra magia: un quadro di Getulio Alviani che saetta luce in tutte le direzioni e cambia disegno col mutare della posizione di chi lo guarda.È una delle sue “Superfici a testura variabile” che ebbero origine da un fatto casuale: in un laboratorio per cui lavorava rimase affascinato da alcune lamine di alluminio anodizzato sottilmente incise. Dopo averle molate e rifinite, le presentò alla rassegna “Nove Tendencije” di Zagabria insieme ad altri artistiche stavano sviluppando un’arte dinamica e attiva nei confronti dello spettatore.
Fu un successo che gli aprì la via dei galleristi e dei collezionisti internazionali. Questi riflessi metallici, che ingannano l’occhio con rifrazioni illusorie, sono un simbolo della inconoscibilità del mondo tecnologico, che non riusciamo a controllare, ma che ci ammalia con sempre nuovi prodotti più fantascientifici che scientifici.
Nel seminterrato l’uovo e l’albero ci avevano dischiuso la porta verso un mondo magico da interpretare, fatto di elementi naturali come il legno e il vetro. In questo quadro invece è un prodotto tecnolologico sottilmente inciso a creare illusioni che si possono solo subire perché ottiche. Ma non basta. Proprio nella stanza con le boiseries tradizionali a lesene e capitelli, forse evocata dal quadro metallico, si presenta imprevista un’apparizione: un’intera sala da pranzo in cristallo e acciaio lucido specchiante.La sala da pranzo, con sedie e tavolo in acciaio lucido è stata realizzata su disegno degli architetti Bernardi per soddisfare un’esigenza del cliente che, in questa stanza ha voluto mettere due opere, sempre in acciaio, di Getulio Alviani. Questo materiale iperlucido pieno di riflessi deformanti contrasta vivamente con la tradizionale boiserie e fa sembrare gli oggetti una presenza aliena e surreale.
Una delle due piantane della sala da pranzo, in acciaio lucido dalle forme vagamente cubiste, sono il modello ”Vertigo” prodotto da Fontana Arte.
Il tappeto dalle tinte chiare con disegno eclettico nello “stile ghirlanda” risale all’inizio del ‘900.
Sul terrazzo vi sono due lettini prendisole.
La stufa cilindrica in maiolica verde giada è un esemplare tardo neoclassico di circa metà ottocento.
La lampada a ciambella, formata da sfere di vetro, è il modello “Caboche” di Foscarini.CORTINA D’AMPEZZO È UNA “COMUNANZA REGOLIERA” CON BENI TERRITORIALI POSSEDUTI DALLE FAMIGLIE ORIGINARIE GRAZIE A UN’EREDITÀ MEDIOEVALE CHE RISALE A QUANDO IL CADORE ERA PROPRIETÀ DEL PATRIARCA DI AQUILEIA. UNO DI ESSI, CHE DANTE ALIGHIERI CHIAMÒ “IL BUON BERTRANDO”, DONÒ AI CADORINI ALCUNI DIRITTI CHE LORO RACCOLSERO IN UN LIBRO, GLI “STATUTI”, CONSERVATI GELOSAMENTE FINO AD OGGI. SI TRATTA DELLA PROPRIETÀ INDIVISA DI CIRCA 16.000 ETTARI DI BOSCHI DI CONIFERE, CHE GRAZIE A QUESTE “REGOLE” SI SONO CONSERVATI INTATTI NEL TEMPO.
LA CASA DELLE REGOLE (NELLA FOTO) ERA IL CENTRO DELL’AMMINISTRAZIONE AMPEZZANA E RAPPRESENTA TUTT’ORA LO SPIRITO DI COOPERAZIONE E IL SENSO COMUNITARIO DI UN POPOLO CHE CONOSCEVA GIÀ, MOLTI SECOLI OR SONO, L’IMPORTANZA DEL BUON UTILIZZO DEL PATRIMONIO COLLETTIVO FATTO DI PASCOLI E DI BOSCHI.SILVIO NASCE A CORTINA NEL 1947, SI LAUREA ALLA IUAV DI VENEZIA E INTRAPRENDE LA LIBERA PROFESSIONE. OGGI LO STUDIO ARCHITETTI BERNARDI DI CORTINA VEDE LA PARTECIPAZIONE DEI FIGLI VALENTINA E JACOPO, LAUREATI SEMPRE ALLO IUAV, CHE INSIEME AL PADRE HANNO REALIZZATO OLTRE CINQUECENTO PROGETTI TRA VILLE, APPARTAMENTI, NEGOZI E LOCALI PUBBLICI, A CORTINA MA ANCHE NEL RESTO D’ITALIA E ALL’ESTERO.
A CORTINA HANNO REALIZZATO OPERE PUBBLICHE COME L’ALEXANDER HALL, UN CENTRO POLIFUNZIONALE CON AUDITORIUM, CENTRO CONGRESSI E MUSEO, E LA CLUB HOUSE IN LOCALITA’ FRAÌNA CON CAMPO DA GOLF A DICIOTTO BUCHE SUPERVISIONATO DALLO SPECIALISTA PETER HARRADINE. È RECENTEMENTE USCITA UNA MONOGRAFIA SCRITTA DAI DUE FIGLI E ILLUSTRATA DALLE FOTO DI ANDREA MARTIRADONNA.Alla fine delle scale che portano al primo piano dove si trova la zona notte, si viene accolti da un albero di Silvio Bernardi e da una casetta per uccelli sospesa a una molla. Sembra di essere in una favola de “I Monti Pallidi”

Le porte, molto rustiche, rese più belle dalla patina del tempo, provengono da antichi fienili di alta montagna.
Alcuni interessanti dettagli che mostrano la tendenza a creare “nature morte” di tipo pittorico.
La camera da letto dei proprietari è stata pensata fin dall’origine in funzione di un quadro importante degli anni ‘20: un nudo carnale e conturbante di un maestro del ‘900 qui all’inizio della sua evoluzione artistica.
Sull’altra parete un quadro di Guglielmo Janni “Pesi e trapezi” dipinto nel 1937.

L’elegante bagno rivestito in legno è arredato con sanitari di Philippe Stark che riprendono le forme dell’uovoUN GRANDE ABBAINO CHE SI AFFACCIA SU CORTINA D’AMPEZZO, IL TETTO A DUE FALDE CON UNA UNA FORTE PENDENZA, INDICATA PER UN LUOGO IN CUI NEVICA ABBONDANTEMENTE; UN GRANDE TERRAZZO A CUI SI ACCEDE GRAZIE AD AMPIE E SCENOGRAFICHE VETRATE: TUTTO CARATTERIZZATO DA UNA SAPIENTE ILLUMINAZIONE, UNA FILA DI LUCI CHE SEMBRA QUASI VOLER SOTTOLINEARE IL PERIMETRO DELLA CASA.Questo effetto di spaesamento (un interno tradizionalmente alpino quasi violentato da oggetti di forte modernità) presuppone una decisa volontà da parte del cliente. Fatta una piccola indagine vengo a sapere che si tratta di una coppia particolare: lui è un raffinato collezionista di arte moderna e lei una ex interprete di danza classica.
Due persone che non vivono solo della prosa di tutti i giorni, ma che hanno un bisogno fisiologico della presenza onirica dell’arte. Per cui tutta la boiserie ricostruita è solo un palcoscenico, un fondale prezioso per la vera protagonista: la personalità dell’oggetto d’arte che fa sognare.CENTRALITÀ DEL PROGETTO: CREARE UNO SFONDO CONTINUO DI ANTICHE BOISERIE TRADIZIONALI PER POI CONTRASTARLO CON OGGETTI MODERNISSIMI CHE QUI ACQUISTANO UN SAPORE IRREALE
INNOVAZIONE: COLLOCARE IN PUNTI STRATEGICI SCULTURE IN LEGNO COLORATO CHE SI CONFONDONO CON LA BOISERIE
USO DEI MATERIALI: LEGNI DI RECUPERO SCELTI CON CURA
NUOVE TECNOLOGIE: IMPIANTO DOMOTICO E CONTROLLO A DISTANZALe lastre di massello con cui è stata realizzata la cucina, su disegno degli architetti, sono state scelte per gli eleganti arabeschi formati dalle venature del legno.
Vi è anche lo spazio per un tavolo con sedie molto rustiche per la prima colazione.

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