Tra il bue e l’asinello: la scena della natività

Beni culturali: Museo del Presepio di Dalmine (Bergamo)

Una tradizione antica e radicata, di autentica arte popolare, rallegra ogni anno il Natale nelle chiese e nelle case, talvolta lo si trova anche nelle scuole e in altri edifici pubblici.Tra le collezioni esistenti, spicca quella della cittadina bergamasca che espone ben 800 presepi. Ma attende di poter aumentare i suoi spazi espositivi per trovare posto anche per le più nuove acquisizioni.

La nascita del bambino a Betlemme, al tempo di re Erode, l’arrivo dei magi guidati dalla stella, l’annuncio ai pastori… I Vangeli presentano un racconto circostanziato della nascita di Gesù. La pietà popolare e la tradizione si sono incaricate del resto: una grotta o una capanna, il bue e l’asinello…. Sul tema del presepe (o presepio) si sono cimentati da sempre gli artisti maggiori: da Giotto a Rubens, da Piero della Francesca allo Zurbaran.
Ma altro è la rappresentazione pittorica di una scena, altro la sua composizione plastica entro uno spazio ben definito, che concretizza in figure a tutto tondo la venuta del Salvatore, la novità dell’incarnazione. San Francesco diede particolare importanza a questa rappresentazione scenica e sembra che nel paese di Greccio abbia composto personalmente il suo presepe. Nel corso del XIV secolo la preparazione del presepe in chiesa si diffuse ed ebbe
particolare successo a Napoli. Qui la consuetudine del presepe natalizio fu sostenuta da Carlo III di Borbone e favorita dalla presenza del domenicano P. Rocco, autore di pregevoli composizioni. Con la produzione partenopea, il presepe si popola di diverse figure, tratte dalla vita quotidiana: la raffigurazione della nascita è calata sempre più nella realtà
quotidiana: ai pastori si aggiungono i contadini, gli artigiani e altri personaggi dall’estrazione più variata; la scena si arricchisce mentre il paesaggio si fa sempre più curato e preciso.

IL SEGNO DELLA FEDE IN DIO

«Piccolo o grande, semplice o elaborato, il presepe costituisce una familiare e quanto mai espressiva rappresentazione del natale. E’ un elemento della nostra cultura e dell’arte, ma soprattutto un segno di fede in Dio, che a Betlemme è venuto "ad abitare in mezzo a noi"…
benedirò i Bambinelli che nella Notte Santa verranno collocati nei presepi, dove si trovano già san Giuseppe e la Madonna, silenziosi testimoni d’un sublime mistero. Con il loro sguardo d’amore essi ci invitano a vegliare e pregare per accogliere il divino Salvatore, il quale viene a recare al mondo la gioia del Natale…».

S.S. Giovanni Paolo II
all’Angelus di domenica, 12 dicembre 2004

Un ambiente espositivo.
Ogni presepe ha la sua teca.
Presepe pugliese coi trulli di Alberoberllo, realizzato da Elio Montinaro, 1978.
Presepe siciliano in terracotta dipinta, realizzato da Giuseppe Criscione nel 1986.

Da Napoli il presepe si diffonderà a tutta l’Italia: dalla Sicilia a Modena, al Veneto al Piemonte. E cominceranno a sorgere botteghe specializzate nella produzione di statuine.Tra il ‘600 e il ‘700, oltre che a Napoli, anche a Genova se ne diffonde l’artigianato specializzato. Nel corso del ‘700 si trovano presepi originali un po’ dovunque: sorgono differenziazioni dovute alle diverse tradizioni locali, riscontrabili nelle ambientazioni, negli scenari, nei fondi delle scene. In tutti resta un dato comune: quello del realismo e della cura, dell’attenzione per le figure di uomini e donne semplici, che rappresentassero veramente il popolo. E’ forse nel presepe quindi che l’ar te popolare trova la sua espressione più compiuta. Anche a Bergamo e dintorni diverse botteghe si dedicano anche alla produzione di statue per i presepi e la tradizione che qui si radica trova una sua compiuta espressione anche recentemente. Nel 1966 don Giacomo Piazzoli, parroco a Brembo, vicino a Dalmine, prese particolarmente a cuore il tema e fondò l’associazione "Amici del Presepio": da qui prende vita nel 1974 il "Museo Permanente del Presepio". In un capannone di 1200 metri quadrati oggi sono ospitati 800 esemplari, oltre all’archivio, alla fototeca, alla biblioteca che documenta la storia e le tradizioni di questa scenografia che da secoli accompagna il Natale delle parrocchie e delle famiglie italiane. Ecco dunque il Museo, in attesa di ampliamento per poter esporre il numero crescente di presepi che provengono da tutta Italia.

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