The colour era

A cura di Fernanda Sibilio

Mi è capitato di leggere su una rivista straniera qualche anno fa la notizia di una Scuola del Colore a Vienna e dei relativi corsi di formazione là tenuti. Poiché il caso è un grande evidenziatore di bisogni ed un attivatore di progressivi apprendimenti, credo, da allora, di aver cercato di utilizzare qualsiasi canale per saperne di più. Ad avermi sollecitata era il termine “colore” o la possibilità intravista di comunicare le esperienze viennesi e americane in Italia. Il confine è molto labile, ma, ad oggi, lo “stato dell’arte” è l’essere riuscita ad organizzare, primi in Italia, a Milano presso l’AIED, un primo work shop nell’aprile 1999 ed un secondo seminario di 3 giornate nel giugno 2000 sulla “psicologia del colore”, con la conduzione di Frank Mahmke ed Edda Mally rispettivamente presidente e vicepresidente dell’IACC (Associazione Internazionale dei Consulenti-Designer del Colore).

Gli uomini delle civiltà antiche erano convinti che la luce e il colore guarissero e su questo basavano i loro sistemi di guarigione. I greci, i romani, gli indiani, gli aztechi e i cinesi adoravano il sole quale portatore di luce e grande divinità guaritrice; a memoria d’uomo i suoi raggi venivano usati per guarire le malattie fisiche e psichiche. Già i nostri antenati avevano capito che il colore, quale parte costituente della luce, esercita un effetto terapeutico come la luce stessa. Gli egiziani ad esempio costruivano templi di luce con stanze di diversi colori usate per la cura delle varie malattie. I colori sono l’origine della vita e della salute. Essi sono la ‘lingua’ che le cellule dei nostro corpo comprendono e con la quale comunicano tra loro. Questo lo pensava anche Johann Wolfgang Goethe il quale sostenne fino alla fine della sua vita che la luce e i “figli della luce”, cioè i colori, costituiscono il divino presente nel mondo fisico. La sua teoria dei colori, che tratta della loro qualità e del loro significato, venne ritenuta da Goethe stesso la sua opera più importante: i sei colori contenuti nei cerchio cromatico di Goethe si dividono in colori ‘caldi’ e colori “freddi”.

Il blu,in un certo senso, è il conciliatore di tutti i colori; non sono molte infatti le persone a cui questo colore non piaccia. Il blu ha un effetto rilassante e le tonalità azzurre paiono indurre alla riservatezza. Le impressioni positive sono calma, sicurezza comodità, sobrietà, contemplazione. Le associazioni spontanee evocate dal blu sono normalmente di passività, quiete senso di bagnato, pulizia riflessione , cielo, mare…
Il blu è tranquillità è la verità che non può essere ribaltata, il colore associato alla spiritualità e alla saggezza. Il blu è un colore nobile che rappresenta la dignità, la compostezza e la riservatezza, il colore che premia i vincitori: il nastro blu. Ma è anche sinonimo di cose fredde e melanconiche: infatti appare sul lato freddo della ruota dei colori ed in inglese è usato col significato di tristezza ( i’am blue).

A few years ago, by chance, I happened to read an article in a foreign magazine about a colour school in Vienna with related training courses. Since chance often brings needs to light, and sets in motion a progressive learning process, I believe that – since then – I have explored every avenue in order to learn more. What inspired me was the term “colour” – just glimpsing the possibility of bringing the American and Viennese initiatives to Italy. Whilst its definition is as transient as ever, as things presently stand, “state-of-art” means having managed to organize, first in Italy, at AIED (Milan), an initial workshop in April 1999, followed by a second 3-day seminar (in June 2000) on “colour psychology” conducted by Frank Mahmke and Edda Mally who, respectively, are president and vice-president of IACC (International Association of Colour-Designer Consultants).

Il colore va oltre la decorazione
Frank H. Mahnke

Il colore o il concetto di colore, può essere visto sotto diverse prospettive o attraverso diverse discipline, come le scienze naturali, la teoria del colore, la filosofia, la biologia, la medicina, la psicologia, le ergonomie visuali e l’arte. Nell’esperienza del colore tutte queste prospettive e queste discipline sono collegate fra di loro, e fissando come punto di partenza la progettazione architettonica del territorio, in un modo o nell’altro, sono tutte in relazione. Il colore(e la luce) sono gli elementi più importanti nell’ambiente architettonico. Oggi, grazie alle sofisticate tecniche di ricerca e analisi sappiamo che il colore stimola l’attivazione corticale( le onde del cervello), le funzioni del sistema nervoso autonomo, l’attività ormonale e che il colore induce a precise associazioni emozionali ed estetiche. In breve la relazione tra l’uomo e il colore è diretta. Il colore c’influenza sia fisiologicamente che psicologicamente. Sulle basi delle conoscenze e delle scoperte scientifiche riguardanti gli effetti del colore, la sua influenza sugli esseri umani, e sugli stati psicosomatici e l’importanza del colore per la qualità di un progetto architettonico d’interni e d’esterni e la conseguente accettazione da parte del consumatore, non si può non costatare che il colore è l’elemento essenziale nel design. Il colore deve essere compreso in quanto percezione sensoriale e in questo senso tenderà a creare una certa atmosfera in un determinato ambiente attraverso le proprie espressioni sinestetiche, associative e simboliche tutelando così il benessere sia psicologico che fisiologico degli umani.Il colore è molto più che un semplice elemento decorativo, bensì un utile e necessario attrezzo che va usato correttamente. L’uso improprio, come del resto il non-uso, del colore può generare ambienti che risultano negativi dal punto di vista psicologico, neuropsicologico e fisiologico. L’architettura e il design degli spazi sono a servizio dell’uomo, e devono quindi essere il più umano possibile. Non si può pensare che le complesse conoscenze psicologiche, fisiologiche e tecniche riguardo all’uso benefico del colore in architettura, possano essere risolte o soddisfatte dalle interpretazioni personali di un designer senza una sufficiente preparazione in merito, o seguendo le tendenze del colore e gli idiomi del design e della moda corrente. La creazione di un ambiente architettonico deve prestare attenzione alle esigenze psicologiche, fisiologiche oltre che sociologiche delle persone. La qualità sociale del design prende in considerazione gli esseri umani; mostra sensibilità verso i bisogni dell’uomo nell’ambiente. L’uso sensato del colore nel design
è un’integrazione tra scienza e arte-una filosofia che va rispettata, il cui risultato è la creazione di positive condizioni ambientali.

Colour, or the concept of colour, may be viewed from different perspectives or through different disciplines, such as the natural sciences, colour theory, philosophy, biology, medicine, psychology, visual ergonomics and art. Where the colour experience is in question, all these perspectives and disciplines are interlinked and, by fixing architectural design in the landscape as a starting point, all relate to one another. Today, thanks to sophisticated research and analysis techniques we are aware that colour stimulates brain activity (brain waves), the functions of the autonomous nervous system and hormonal activity, and that colour induces specific emotional or aesthetic associations. In short, the relationship between man and colour is direct. Colour (and light) are the most important elements within the architectural environment.

 

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