Una geometria coperta di scandole

Il profilo esterno è di una squillante modernità: un volume netto, dalle linee pure. L’edificio di plastica geometricità poggia leggero sull’impianto metallico che ne regge l’aggetto verso valle, e si slancia nel camino brunito che è come un totem, monumento di artistico design. L’assenza di sporti del tetto, le intelaiature degli infissi in rilievo lungo le facciate, il terrazzo con la balaustra vetrata…. sono tutti elementi che parlano una lingua di confine, recependo vocaboli tipici dell’epoca nostra ma inseriti in una composizione che si pone, a fronte degli ampi pendii alpini, con la stessa grazia antica della baita. Un incontro mirabilmente equilibrato tra il radicamento della tradizione e l’innovazione amica della tecnologia e della sensibilità aggiornata, armonizzato entro un
canone intessuto di un nuovo eclettismo che respira a pieni polmoni il genius loci. A definizione delle superfici, ecco le scandole: le squame lignee, tecnologia millenaria che cosparge pareti e coperture di tonalità chiaroscurali vibranti, nelle ombraggiature delle tessere sovrapposte, che stendono pennellate d’un impressionismo tridimensionale, in un mosaico dove l’opera artigianale offre l’impatto estetico del materiale silvestre.

L’ambiente interno è pervaso da una diffusa luminosità che proviene dalle grandi finestre a tutta altezza con cornici aggettanti rivestite in alluminio. La cucina a isola troneggia nella zona giorno; la stufa in acciaio (mod. Tower Xtra di Austroflamm) incardina il salotto; Le pareti rivestite in legno avvolgono scaffali, armadi e panche che
diventano corpo unico con la struttura dell’abitazione.La porta d’ingresso a quota della strada è inserita in una bussola la cui cornice è elaborata con la stessa tipologia delle finestre, allineate sugli altri tre lati della casa.
I profili in alluminio segnano i confini, le linee esterne del disegno, netto e preciso, che ingabbia il volume della casa.
Le superfici, ricoperte dal manto di scandole esprimono una variazione continua di tonalità, nel cangiare delle vibrazioni di luce.
Il camino svettante in acciaio brunito è elemento iconico, quasi un campanile, e segna il momento di passaggio tra abitazione e panorama, elevandosi all’aperto come una scultura autonoma: come un pilastro che regge simbolicamente la casa al di sopra del pendio.
Tanto il chiaroscuro muove le pareti esterne, quanto sono pacate quelle interne.La terrazza aggettante, che appoggia sull’iconoca verticalità del camino, secondo il concetto manifestato  dai progettisti “esprime l’idea del prolungamento ideale della casa nel paesaggio”.
La casa si sviluppa su 180 metri quadrati di cui 120 al piano terra e 60 al livello seminterrato.
All’interno predomina un’atmosfera ariosa e luminosa, con superfici chiare, arredi lineari e sobri, scossi a tratti dall’uso di colori vivaci per le porte e il blocco cucina, mentre le parti soppalcate consentono un uso intelligente del sottotetto e lo rendono prossimo a chi abita la casa, mentre comunicano una sensazione di spazionsità che si alimenta anche grazie alle ampie finestre. Queste si allineano quadrate sulla facciata principale, aprendo gli ambienti verso la valle e verso il sole.

Il linguaggio della leggerezza si unisce a quello della gravità: finestre e aggetti collegano il volume dell’edificio allo splendore del cielo, sollevandolo sopra il declivio

Quando si parla di “tessitura di superficie” ci si riferisce al fatto che l’estetica rifugge la monotonia: se da lontano il manto di copertura in scandole già si anima di molteplici riflessi, da vicino si nota come ogni singola scandola costituisce un elemento a sé. Il dialogo tra questa molteplicità e la linearità dei profili di contorno genera la singolarità di questa architettura.

L’uso del colore, per introdurre variazioni percettive negli interni, sta conoscendo una nuova stagione. In questa casa, ai colori vivaci delle porte e degli stipiti, fa riscontro il piano scuro del soffitto nella parte seminterrata dell’edificio. Il ritmo che separa e unisce gli ambienti è segnato non solo da cesure fisiche, ma anche dalla sottolineatura cromatica che introduce gesti di valenza emotiva.STEFANO GRI E PIERO ZUCCHI HANNO FONDATO A UDINE, NEL 1999, GEZA – GRI E ZUCCHI ARCHITETTI ASSOCIATI. STEFANO GRI (A SINISTRA NELLA FOTO) SI È LAUREATO PRESSO LO IUAV DI VENEZIA NEL 1988. DOPO DIVERSE ESPERIENZE PROFESSIONALI IN ITALIA, NEL 1992 HA COLLABORATO CON JORDI BADIA + TONET SUNYER A BARCELLONA. PIERO ZUCCHI SI LAUREATO PRESSO LO IUAV DI VENEZIA NEL 1992, HA FREQUENTATO L’ETSA DI SIVIGLIA E HA PARTECIPATO NEL 1994 ALLA MASTERCLASS AL BIA DI AMSTERDAM CON REM KOOLHAAS. HA COLLABORATO CON LO STUDIO VALLE ARCHITETTI ASSOCIATI DI UDINE DAL 1990 AL 1998. GRI E ZUCCHI SONO STATI PREMIATI IN MOLTI CONCORSI, TRA CUI: PIRANESI AWARD (1997, 1999 E 2010), PREMIO D’OLIVO (1998, 2002, 2005 E 2010), BAUWELT PREIS (BERLINO, 2003), MEDAGLIA D’ORO DELLA TRIENNALE DI MILANO (2006). NEL 2011 SONO NOMINATI PER IL PREMIO MIES VAN DER ROHE.L’interazione tra tradizione e contemporaneità si ritrova in tutti gli aspetti, quasi un condensato di quanto la storia tramanda nel sito e quanto il design propone per massimizzare il godimento degli ambienti. L’edificio poggia su un basamento in calcestruzzo armato che costituisce il piano seminterrato; la struttura superiore è in telaio di legno massello. Il riscaldamento è assicurato da una pompa di calore che sfrutta, con una sonda, la temperatura del terreno.
Un impianto domotico programma l’accensione del riscaldamento e l’apertura dei frangisole delle finestre.

Il rivestimento esterno in scandole di larice riprende una tecnica radicata nel sito e nella storia. Le scandole sono assicelle (lat. scandula = assicella) di legno. Usate da almeno
2500 anni, si producono anche da assortimenti di poco pregio (es. i rami).
Esposto al sole e alle intemperie, il legno assume la tonalità scura che mantiene nel tempo.

I pannelli in legno di colore chiaro presentano superfici che si replicano sul tavolo e sulla panca angolare: elementi tratti dalle consuetudini e riproposti con disegno contemporaneo: proprio come il volume complessivo della casa.HOHENTHURN È UN BORGO TANTO TIPICO QUANTO SILENTE, POSTO SU UN’ALTURA FRA LEALPI DELLAGAILTAL A NORD E I KARAWANKEN E LE ALPI CARNICHE A SUD. TRA I SUOI ABITANTI È RILEVANTE LA MINORANZA SLOVENA (8,3%), TANTO CHE IL COMUNE È BILINGUE, E, SIA IL TEDESCO CHE LO SLOVENO SONO LINGUE UFFICIALI. SI TROVA AL CONFINE TRAAUSTRIA E ITALIA E VI SI PRATICA IL CICLOTURISMO E L’ESCURSIONISMO, NEL PAESAGGIO INCANTATO DELLACARINZIA, COI SUOI MAGNIFICI LAGHI E FIUMI CIRCONDATI DALLE DOLCI PENDICI VERDEGGIANTI.

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