I tessuti: tra fibre naturali, sintetiche ed artificiali

A seconda dell’origine e della lavorazione della materia prima, è possibile operare una distinzione tra fibre naturali, fibre artificiali e fibre sintetiche.

LE FIBRE NATURALI sono ottenute da materiali esistenti in natura ed utilizzate mediante lavorazioni meccaniche che non ne modificano la struttura. Possono essere di origine animale o di origine vegetale. Tra le prime si ricordano la lana, la seta e la pelle, mentre tra le seconde il cotone, il lino e la canapa.

LE FIBRE ARTIFICIALI sono ottenute da prodotti naturali come la cellulosa o le proteine animali (latte) o vegetali (soia), che attraverso processi chimici vengono resi solubili. In questo modo, le soluzioni ottenute, dopo il filtraggio, sono raccolte in un bagno di coagulo che le fa rapprendere sotto forma di fili più o meno lunghi.

LE FIBRE SINTETICHE si differenziano dalle fibre artificiali, in quanto sono ottenute dalla diretta trasformazione di sostanze chimiche e non dalla lavorazione di prodotti naturali trattati con sostanze chimiche, come avviene per le fibre artificiali. Tale differenza comporta che le fibre artificiali permettano una certa traspirazione del tessuto e generalmente
un accumulo minore di cariche statiche rispetto alle fibre sintetiche.
Queste ultime ottenute da composti chimici di sintesi, derivati dal petrolio e ridotti in filamenti più o meno lunghi, si distinguono in base alle materie prime di partenza, organiche o inorganiche, e ai processi di fabbricazione. Tra le fibre artificiali e sintetiche si ricorda la microfibra.

LA PELLE
Rappresenta una materia prima già molto diffusa ed apprezzata in passato; la concia della pelle ha una tradizione antichissima che parte dalla preistoria e va via via affinandosi nel tempo con la scoperta e l’invenzione di nuove tecniche e strumenti. Oggi la concia avviene attraverso un processo industriale: la pelle grezza viene acquistata nei mercati di origine degli animali da cui si ricava, viene immagazzinata in ambienti che ne favoriscano la conservazione, viene successivamente tagliata e quindi inserita in recipienti in legno che la rendono umida, pronta per la depilazione, viene poi pressata al fine di mantenere un’altezza uniforme (scarnatura). Questa fase è molto importante, poiché l’uniformità di spessore ed altezza è un requisito richiesto nelle varie applicazioni commerciali che la pelle può avere.
Particolarmente pregiata per le qualità e i diversi impieghi, la pelle è caratterizzata da una naturale resistenza alla penetrazione e presenta proprietà di aerazione e di termoregolazione (tiene caldo in inverno e fresco d’estate perché le fibre trattengono l’aria). In quanto materiale naturale, ha alcuni difetti connaturati ed intrinseci che ne confermano l’origine quali imperfezioni, leggere venature, macchie e piccoli segni; inoltre è piuttosto delicata soprattutto se è scamosciata, in quanto si macchia facilmente, perché assorbe la polvere.
Nell’arredamento viene utilizzata tinta di vari colori, nei rivestimenti di divani, poltrone e pouf ed in molti accessori d’arredo.

LA LANA
È ottenuta dal pelo di vari animali come pecora, capra, coniglio, cammello, alpaca e lama, e rappresenta il più diffuso e importante tessuto di fibra animale. Grazie alla sua particolare struttura e alla fitta ondulazione delle fibre, possiede eccellenti qualità e proprietà come l’igroscopicità (assorbe umidità in peso fino al 30%), l’ottima protezione termica (coibenza), un’ottima traspirabilità, l’elasticità, la buona lavorabilità, la resistenza all’usura ed alla fiamma, tuttavia presenta dei limiti nell’utilizzo quali il restringimento con il lavaggio, la deformazione con l’uso non corretto e l’infeltrimento con il passare del tempo.
La lana viene utilizzata, pura o con altre fibre, in molti campi del tessile e dell’arredamento quali coperte, tele, tappeti, tappezzerie ad esempio di divani e poltrone. Ne esistono molte varietà, classificabili in base alla finezza, alla lunghezza, al colore ed alla lucentezza, caratteristiche da cui dipendono svariati effetti e possibilità di ambientazione. Il calore rappresenta la qualità principale di questo tessuto indicato per “scaldare” gli ambienti anche visivamente, donando loro un tocco di morbidezza. La pura lana vergine indica la lana nuova di tosa; quando manca questa specifica, viene utilizzata della lana rigenerata, ottenuta dalla lavorazione di panni o scarti industriali.
Il lambswoll viene ottenuto dalla prima tosatura di un agnello; le fibre sono ondulate e poco resistenti, ma molto morbide e quindi pregiate.
Il cashmere è la fibra ottenuta dalla lavorazione del pelo della capra tibetana (la specie più pregiata si trova in Mongolia, la meno pregiata in Iran; i maggiori allevamenti sono in Cina); è un tessuto molto pregiato perché fine, leggero e molto morbido, non soggetto a fenomeno di pilling. I colori sono particolarmente raffinati: da quelli naturali come il bianco e l’ecru, alla vasta gamma di tinte tenui e vivaci.
La lavorazione del sottopelo del cammello produce una fibra fitta detta Camelhair, contraddistinta da colori naturali nelle tinte del cognac.

IL COTONE
È la fibra vegetale più diffusa, importata in Europa a partire dal XIII secolo; insieme al lino e alla lana è la fibra tessile più antica.
Viene prodotta da molti tipi di piante del genere “Gossipium” che si trovano in diverse regioni del pianeta. Delle trentanove specie, sei sono quelle tradizionalmente usate nella produzione della fibra e la specie maggiormente utilizzata (circa il 90%) dall’industria tessile è la “Gossipium hirsutum”, originaria del centro America.
Il cotone è contraddistinto da alcune proprietà che lo rendono un tessuto di qualità molto utilizzato, quale la freschezza, la leggerezza, l’igroscopicità, l’elasticità e la resistenza, la buona tenacità, la buona filabilità, la resistenza al calore, ma anche la brillantezza e l’uniformità del colore; tuttavia tende a restringersi con il lavaggio.
È uno dei tessuti maggiormente presenti nell’arredamento, sia puro che tessuto insieme ad altre fibre (quali poliestere, tela, lana), per migliorarne le proprietà di usura e di tenuta al lavaggio: è utilizzato nei tovagliati, nella biancheria, negli asciugamani, nei tendaggi, in quanto poco costoso, molto versatile, capace di assorbire perfettamente ogni tipo di colorazione. Può inoltre essere sottoposto a particolari trattamenti che rendono le fibre dritte e lisce.


IL LINO
È una fibra vegetale pregiata, proveniente dallo strato corticale di una pianta erbacea della famiglia della Linacee; dal fusto della pianticella si estraggono i filamenti di grande valore tessile. La pianta annuale di coltura antichissima, la più antica tra le fibre naturali, è conosciuta fin dai tempi antichi dagli Egizi che la utilizzavano per avvolgere le mummie,
e dall’Impero Romano che la ha diffusa in tutta Europa.
Dalla pianta tessile coltivata in Europa, in Africa settentrionale, in India, in America, si trae mediante macerazione la parte fibrosa da cui dipendono le caratteristiche particolari del filato e del tessuto e cioè l’ottima igroscopicità, la conducibilità termica, la freschezza, la morbidezza, la grande resistenza e tenacia che aumenta con l’umidità, la resistenza all’usura, la durata, la possibilità di lavaggio ad alta temperatura; tuttavia non ha una grande tenuta del colore e tende a stropicciarsi facilmente.
Il filato lucido e liscio o peloso e grezzo ottenuto dalle fibre mediante filatura, può essere sbiancato e tinto, stampato o tessuto in molti modi: damasco, jacquard e velluto; grazie alla natura tenace ed elastica allo stesso tempo delle cellule che compongono le sue fibre, sopporta bene i processi di lavorazione che sono tra i più rispettosi dell’ambiente.
Il lino è la fibra più resistente tra le fibre vegetali ed è tanto più pregiata, quanto più è lunga, sottile e chiara; quindi anche per il lino assumono importanza la lunghezza, la finezza ed il colore. È freschissima, confortevole ed adatta soprattutto nei climi più caldi, in quanto ha un’ottima capacità di assorbire l’umidità fino al 20-25% del peso, proprietà che rende il lino particolarmente indicato per i tessuti che si trovano a contatto con la pelle.
Il comfort e la freschezza di questo tessuto, antistatico ed anallergico, sono alla base del successo e dell’utilizzo del lino nella biancheria per la casa (tovagliati, asciugamani, ecc.), nei tendaggi e nelle ambientazioni dove predomina il carattere naturale ed elegante.
La semitrasparenza del lino che ne mette in luce la trama, è una particolarità del tessuto indicato sia nei colori tenui che vivaci, per donare effetti di qualità ed originalità a tutti gli ambienti.


LA SETA
È una fibra animale ottenuta dalla lavorazione dei bozzoli dei bachi da seta (a differenza delle altre fibre di origine animale, la produzione della seta prevede la morte dell’animale per la produzione della fibra stessa). La seta è infatti un filamento di bava che il baco secerne intorno a sé in più strati, a formare un bozzolo in cui porta a termine la trasformazione in farfalla. La seta propriamente detta, è prodotta dal “Bombix Mori” che si nutre esclusivamente di foglie di gelso, mentre la seta prodotta da altri insetti diffusi allo stato selvaggio in Cina, in Giappone, in Africa ed in America, prende il nome di “Tussah”, un tessuto bello, ma non pregiato quanto la seta. Considerata fin dall’antichità sinonimo di lusso, la seta ha origini cinesi e fu esportata a prezzi altissimi dal I secolo a.C. in forma di filati grezzi e di tessuto. Sono sue caratteristiche la lucentezza e la capacità di fare da barriera al calore, in quanto tessuto termoisolante, brillante e morbido al tatto, leggero, forte, flessibile. È adatto per ambientazioni ricercate, per l’arredamento di lusso, nelle tappezzerie e nel corredo di casa, come stoffe, leggere o pesanti, o imbottiti dai colori sgargianti e dai disegni raffinati; tuttavia è molto delicato, non traspira bene ed è poco resistente allo strofinamento.
La seta può essere utilizzata insieme ad altre fibre a cui apporta le sue preziose e speciali proprietà.

< strong>LA MICROFIBRA
È ottenuta dalla trasformazione di fibre sia sintetiche come il poliestere o l’acrilico, sia artificiali come la viscosa. Prodotto dell’alta tecnologia, la microfibra è caratterizzata da un diametro della singola fibra inferiore a 6-7 micron, caratteristica che, insieme alla leggerezza, la rende adatta a proteggere dagli agenti atmosferici e dal freddo. La trama notevolmente fitta del tessuto assicura un’ottima traspirazione, garantendo lavabilità ed impermeabilità, oltre che buona resistenza e flessibilità, praticità e resistenza allo sporco. Nell’arredamento ha trovato un’ampia diffusione: non solo nei rivestimenti, ma anche nelle imbottiture (spesso in poliuretano misto a microfibra) di divani, di schienali e sedute di sedie e poltrone, di pouf ed accessori; in particolare tra i complementi di arredo, la microfibra ha un ruolo importante nell’arredamento di salotti, sale da pranzo e camere da letto.

LA CANAPA
È la fibra tessile vegetale che deriva dalla lavorazione della canapa, una pianta erbacea annuale con alto fusto, appartenente alla famiglia delle Cannabiacee. Di origine probabilmente asiatica ma conosciuta fin dall’antichità sia in Oriente che in Occidente e coltivata soprattutto nell’Europa orientale (Cina), la fibra, meno lunga e più grossolana del
lino, viene ottenuta mediante macerazione dal fusto della pianta omonima. La canapa viene classificata in base alla provenienza: quella cinese, russa ed egiziana sono considerate le migliori. Dalle fibre che grezze hanno un colore opaco variabile dal bianco avorio al beige, si ottengono dei filati meno sottili di quelli del lino, ma molto resistenti, sebbene poco elastici e piuttosto rigidi, adatti per tele non molto fini e tessuti per arredamento. La resistenza alla rottura e la tenacità della canapa si possono ritenere superiori a qualsiasi fibra naturale in grado di dare filati e tessuti di sottigliezza media. Interessanti sono anche i requisiti di buona conducibilità termica e del potere isolante per cui
questo tessuto assorbente, antistatico, molto resistente allo sporco, in grado di respingere il 95% dei raggi ultravioletti, assorbe e trattiene molta umidità. L’aspetto ruvido e la consistenza irregolare del filato da cui può dipendere la sgualcitura, rappresenta la caratteristica di questo tessuto che utilizzato spesso insieme ad altre fibre, risulta indicato per ambientazioni rustiche e dal sapore etnico, oltre che per gli esterni. Trattamenti chimici e processi meccanici di imbiancatura, raffinatura e colorazione possono rendere questo tessuto morbido e duttile, adatto anche per la biancheria.

Questa finestra, affacciata su uno splendido panorama, è resa particolarmente scenografica dal tendaggio composto da leggerissimi teli sovrapposti e raccolti in un nodo. Il risultato è volutamente impreciso e casuale ma decisamente di grande effetto.

Foto: Tiziano Canu

L’ORGANDI E L’ORGANZA
È un tessuto molto leggero, trasparente, ma sostenuto, di origine indiana, proveniente dalla città di Organzi nel Turchestan che in passato è stata un importante centro tessile.
È possibile distinguere tra organdi ed organza in relazione alla fibra di cui è costituito: il cotone oppure la seta e le fibre sintetiche.
L’organdi è costituito da filati sottili, molto torti che conferiscono al tessuto consistenza e rigidità; questi sono inoltre dovuti ad un particolare rivestimento di amido o ad un trattamento con prodotti chimici. A seconda dell’utilizzo, può essere candeggiato, tinto, stampato, ricamato, o pieghettato. La raffinatezza di questo tessuto lo rende particolarmente indicato per ambienti eleganti; in virtù della trasparenza leggermente opaca che lo contraddistingue e caratterizza, è adatto per tovaglie dove può essere abbinato ad un altro tessuto dai colori intensi e vivaci che in tal modo vengono sfumati con effetti particolari, e per tendaggi che lasciano filtrare la luce, pur proteggendo la vista da occhi indiscreti.

 

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