Superfici materiche


Materiali autentici recuperati

L’architettura d’interni messicana non finisce mai di sorprendere, come dimostra il libro “Mexican
Interiors” degli Arquitectos Editores, distribuito da Di Baio Editore, dove domina il gusto per le
superfici materiche.

L’architettura messicana è nota in Italia soprattutto per le sue coloratissime ville immerse in una vegetazione
tropicale; ma s’ignora che anche nell’architettura urbana lo stile è particolare e riconoscibile.
Grazie alla propensione dei messicani per gli effetti ridondanti, anche in città domina il gusto barocco della materia, sia negli interni più rustici sia in quelli geometricamente razionali. È il contrario della predilezione dei nordici per la lucentezza di una vernice o la nettezza di un metallo; è il piacere quasi tattile per le forme ricche della natura, quelle più sedimentate: le cortecce degli alberi, i conglomerati marmorei, la pelle cheratinosa di un rettile (non è un caso che in uno di questi interni vi sia un dipinto che finge di essere una grande lastra con pesci fossili). E anche dove sembra prevalere un gioco puramente mentale, fa capolino un materiale sontuoso, pieno di riflessi e sfumature. Quando poi si tratta di muri di pietra e di mobili rusticheggianti, la pietra è la più pietrosa possibile e così la legnosità dei legni.

Le pietre di recupero
di un convento del ‘500 sono state riassemblate
in modo decorativo.

Camera da letto con muri in pietra ricomposti con un inedito gioco grafico: fra pietra e pietra tante piccole scaglie formano un’inedita ragnatela.
Un ingresso formale geometricamente scandito – sia a livello strutturale che degli arredi – dove dominano le sfumature di non-colore e le diversità materiche.

Arte e funzione

Show room

In questo soggiorno black and white dalle forme rigorosamente geometriche fa capolino l’imprevedibile: una
piccola processione di statue fantasmatiche.
Il pavimento verniciato di nero è un’altra presenza forte.
Un divano bianco, con pavimento e pareti pure bianchi fa risaltare le sottili sfumature del marmo del tavolo e la roccia sfaldata del dipinto.
Unica nota decisa: i pesci neri.

Nell’ambiente dilatato dal bianco, onnipresente sulle pareti e sul sottotetto ligneo, alcuni elementi verticali scuri
sottolineano la libertà di spazio in altezza.

 

 

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