Sospesa sull’acqua

E’ una casa a ponte. Si suppone una piccola valle con un torrente sul fondo. Le due pareti verticali sono impraticabili essendo molto scoscese mentre il terreno in alto è quasi piano. La proprietà comprende un’area piuttosto piccola proprio su questa zona pianeggiante delimitata dal declivio che scende verso il torrente e alle spalle da un bosco che si dirada verso l’inizio del pendio.

Progetto di Silvano Mangia, architetto

L ’impatto ambientale di una simile realizzazione è naturalmente molto forte se il punto di vista è dal fondo valle, ma è praticamente nullo se ci muoviamo nell’area del bosco in alto perché il ponte è invisibile essendo calato all’interno della valle. La casa è pensata e dimensionata per un uso saltuario (per esempio durante il week end) da parte di una coppia di persone, per cui lo spazio per le funzioni abitative è ridotto pur se sufficientemente confortevole ed è pensato come un rifugio ed una base per una vita condotta prevalentemente all’aperto. La struttura portante consiste di due coppie di travi in legno lamellare leggermente curve appoggiate su supporti che consentono i piccoli spostamenti dovuti alla dilatazione dei materiali. Il fatto che le travi lamellari siano abbinate consente di dimensionarle riducendone l’altezza. A queste travi è appesa una struttura metallica in tubi di acciaio sostenuta anche da quattro tiranti registrabili fissati nel punto dove le travi lamellari si appoggiano al terreno. Completano la struttura le travi trasversali in legno e le controvenature metalliche per irrigidire l’insieme. Su questa struttura appoggia la casa che ha tutti i tamponamenti in legno opportunamente coibentati. Per quanto riguarda gli impianti si suppone che la costruzione sia collegata alle reti di distribuzione comunali solo per l’adduzione di energia elettrica e di acqua potabile. Infatti un sistema di collettori solari montati sulla copertura provvede al riscaldamento dell’ambiente interno e dell’acqua con l’ausilio di vasi di accumulo che trovano posto lungo un lato corto della casa.

Inoltre si ricorre ad un sistema di riscaldamento naturale sul lato della casa esposto a sud: è un sistema di non elevato rendimento che è usato di norma nelle case solari in aggiunta ad altri sistemi di riscaldamento (in questo caso i collettori solari), ma è possibile realizzare con un minimo dispendio economico. Si tratta di montare davanti alla parete in legno esposta a sud una controparete di vetro lasciando tra le due una piccola intercapedine: in inverno il sole è piuttosto basso all’orizzonte anche nelle ore più calde della giornata e quindi colpisce il vetro quasi perpendicolarmente. L’aria che è dietro il vetro, dentro l’intercapedine, si riscalda come in una serra, sale per convezione e viene convogliata all’interno della casa riscaldandola. L’aria fredda interna scende attraverso aperture praticate nel pavimento e torna nella intercapedine dietro il vetro riscaldandosi. In estate si impedisce all’aria calda di entrare all’interno chiudendo le bocchette delle relative canalizzazioni e facendole uscire all’esterno; contemporaneamente si tengono aperte le aperture praticate sul lato esposto a nord per consentire l’entrata di aria fresca. Bisogna inoltre considerare che in estate la parte di vetro non è colpita in pieno dai raggi solari poiché il sole nelle ore più calde è molto alto sull’orizzonte e tende a colpire maggiormente la copertura. In questo modo, e con l’uso dei collettori solari, si riesce ad evitare l’utilizzo di combustibili che non sarebbe facile portare sul luogo dove è ubicata la costruzione, luogo che potrebbe essere anche piuttosto impervio. Per la cottura del cibo si utilizzano piastre elettriche e per lo scarico delle acque nere è prevista una pompa di risalita alloggiata in un’intercapedine del bagno dietro i sanitari, la quale convoglia le acque dentro un pozzo perdente interrato nel prato a lato della casa (il percorso dei tubi di carico e scarico dell’acqua segue la passerella di accesso ed è in parte mascherato da essa). L’ accesso alla casa avviene dal tetto raggiungibile con un ponte in legno e attraverso una scala a chiocciola a pianta quadrata si scende all’interno.

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Tutte le funzioni della zona giorno si svolgono in un unico locale; ogni piccolo spazio a disposizione è sfruttato come contenitore (come si farebbe in una roulotte o in una barca) e un pratico ripostiglio è ricavato vicino alla veranda specularmente alla cabina doccia. Un grande armadio ad ante scorrevoli è montato vicino alla zona pranzo e maschera nella parte bassa, il fondo rastremato della casa. All’interno di esso trovano posto i vasi di accumulo dell’acqua scaldata dai pannelli solari. La parte centrale della zona giorno ha un terrazzo in parte a sbalzo all’esterno in parte incassato e costituisce il fulcro della casa: quando il clima lo consente, l’apertura di un vasto serramento a libro che scompare appiattito sui due lati, amplia in maniera consistente tutta la zona giorno, poiché su questo terrazzo può venire collocato il tavolo da pranzo. Un particolare interessante è costituito dal tavolino basso tra i due divani: esso è formato da lastre di cristallo stratificato trasparente incollate tra loro e fissate saldamente al pavimento della casa intorno ad un’apertura delle dimensioni del tavolino. Questo tavolino “senza fondo” costituisce una “finestra” sul fiume che si può veder scorrere seduti sui divani. La zona notte è dimensionata in base a criteri ergonomici che stabiliscono misure sufficienti minime. Il lato corto della casa, rastremato in basso anche da questa parte, è mascherato nel bagno da una intercapedine checontiene la pompa di risalita delle acque nere e nella camera da letto da una grossa mensola che fa da retroletto e da comodino. Il tavol
ino attraverso cui si vede il fiume ci ricorda che l’aria non è solamente tutto intorno alla casa ma anche sotto. Una sensazione di full immertion con l’ambiente rafforzata dal terrazzo sospeso.

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