GLI ESEMPI NEGATIVI Il mondo è bello perché è vario diceva qualcuno. E’ vero… però! E’ giusto che ognuno cerchi di esprimere sé stesso, i suoi sentimenti, la sua cultura, la sua visione delle cose. Ci sono, però, alcuni canoni, alcune regole di buon gusto e di rispetto delle cose che dovrebbero essere tenute sempre come riferimento di base per tutto quello che facciamo.
Con modestia il progettista deve cercare di vivere il luogo che si accinge ad illuminare cercando di capire cosa voleva rappresentare il suo collega vissuto, magari, qualche migliaio di anni prima e, nello stesso tempo, capire il presente e il contesto. Se uno dedica qualche tempo a queste riflessioni recandosi sul posto, per respirare ed assaporare con tutti i suoi sensi l’ambiente, non può non realizzare un’opera eccellente.
Come è possibile pensare di appendere corpi illuminanti giganteschi alle pareti dei palazzi? Durante la notte avremo triangoli luminosi, lesene ed altri sgradevoli fasci di luce che trasformano l’architettura dell’edificio. Perché sparare “quintali” di lumen su una facciata? Occorre far vivere il buio che ci fa apprezzare la profondità dei rilievi, le pieghe dei muri. Come si può illuminare un monumento o un’area di aggregazione con la luce gialla delle lampade a vapori di sodio? Tutti i colori vengono falsati e tutto si appiattisce!
Basta poco per illuminare bene: corpi illuminanti nascosti e di piccole dimensioni, livelli giusti di luce calda, corretta angolazione dei fasci luminosi senza dannosa dispersione verso il cielo. Pochi, ma buoni ingredienti per realizzare un lavoro non finalizzato a soddisfare il nostro ego, a dimostrare la nostra potenza (+ lumen = + bravo), ma a valorizzare l’oggetto che, se potesse parlare, spesso, starebbe meglio al buio! Valerio Maioli
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