Sole fotovoltaico tra i monti

Il campo di calcio è rimasto, emblema stesso dello sport diffuso, ma dove c’era il campo di tennis è nata una piscina.
L’intervento è del 2006 e il suo scopo è stato di trovare potenzialità inedite per il turismo nell’alta Val Brembana (500 metri di altitudine, presso la confluenza dei tre rami del fiume).
Una zona dove le vette di affluenza turistica sono legate alla neve: gli impianti sportivi quindi vertono sugli sport invernali.
La realizzazione della piscina ha costituito una svolta verso un nuovo tipo di valorizzazione turistica della montagna, come già è stato sperimentato in Svizzera, Austria, Alto Adige, dove peraltro le piscine sono in prevalenza chiuse.
Qui la pubblica amministrazione ha scelto una piscina all’aperto: per un utilizzo prevalentemente estivo, ma comunque altamente qualificante.Il progetto è imperniato sul trasparente locale bar-ristorante che domina la vasca e sul cui tetto si allineano i pannelli fotovoltaici che scaldano l’acqua: un segno “hi tech” che riconduce alla tipologia della funzionalità strutturale degli impianti di risalita, associato all’ampio uso del legno, figlio del genius loci.Mario Bonicelli nasce a Bergamo nel ‘61, si laurea in Architettura presso lo IUAV di Venezia nel 1985 con la lode.
Dal 1985 al 1988 lavora a Venezia, fondando lo studio LUDERE NON LAEDERE
con gli architetti Barbini e Lazzari. Collabora con gli studi STNR e il Consorzio di Progettazione di Venezia. Dal 1988 si trasferisce a Bergamo svolgendo attività di progettazione, in proprio e in collaborazione con diversi studi, nell’ambito pubblico e privato, con particolare attenzione ai criteri del recupero bioecologico.
Nel 1995 consegue la specializzazione in Ecologia dell’Architettura presso l’IUEA di Milano. Nel 1997 si associa con l’arch. Bernardo Percassi.
Dal 1998 al 1999 è membro della Commissione di Architettura Sperimentale e Innovativa in seno all’Ordine degli Architetti di Bergamo.