LA SEDIA: MONUMENTO DOMESTICO

Oggetto fatto per la persona, che diventa anche simbolo oltre che arredo, accompagna tutta la storia del design, occupando un posto centrale. Alla sedia è dedicato il primo numero del Manuale dell’Architetto, disponibile anche online.

Disegnare una sedia è difficile come progettare un grattacielo, «forse anche di più», sosteneva Bruno Munari, perché «una seduta malfatta rende goffa la figura umana, la snatura, la banalizza». Munari nasce nell’epoca d’oro del design italiano, quando questo era ancora a cavallo tra artigianato e industria, e la sperimentazione avveniva a forza di prove a mano libera con la matita e di modelli fatti in casa. Il primo ingrediente era la fantasia, il secondo il buon senso: qualcosa che anticipava l’ergonomia sistematica attraverso un approccio puramente estetico. E funzionava.
Oggi, voltandoci indietro possiamo affermare che le sedie firmate dai grandi Maestri del design hanno superato le mode, prova ne sia l’attuale produzione mai stanca di riproporle.
Oltre che su queste pagine, nel portale www.dibaio.com le sedie storiche illustrate nel Manuale dell’Architetto potranno essere confrontate con la molteplicità di arredi e prodotti di design per la casa che hanno messo in campo i diversi filoni di ricerca attivati dal Made in Italy e dai contributi internazionali: da Michael Thonet ad Arne Jacobsen, da Charles Rennie Mackintosh a Eero Saarinen, da Mies van der Rohe a Gio Ponti, da Aalto ai Castiglioni, a Magistretti, Bellini, Zanuso…. Conoscere, confrontare e assorbire suggestioni dei grandi vuol dire imparare, assaporare e formarsi una sensibilità che consente di distinguere e forse anche di tornare a operare, come chi sa salire sulle spalle dei giganti per riuscire magari a guardare ancora più oltre.
«Quando si disegna qualcosa – diceva Saarinen – bisogna collocarla nel suo contesto immediato: una sedia nella stanza, la stanza nella casa, la casa nell’ambiente…» Sono considerazioni che attengono all’aspetto visivo dell’estetica e che, poiché l’ambiente si “abita” anzitutto con gli occhi, restano universalmente valide. Anche per la sedia che, in quanto oggetto d’arredo, è pure un piccolo “monumento” domestico e dà carattere agli ambienti: una sedia da cucina è diversa da quella per lo studio o per il soggiorno…
Nelle sedie poi c’è un altro aspetto: quello cui si riferiva Munari con le sue osservazioni. La sedia accoglie la persona in modo tanto diretto e coinvolgente quanto nessun altro elemento di arredo. Perché nel divano o nella poltrona, per non dire nel letto, si può affondare tra morbidi cuscini: nella sedia invece si “sta” su una forma relativamente rigida: che si sia alti o bassi, grassi o magri, giovani o vecchi… quindi dimensioni e  proporzioni convergono a definirne la comodità ben più dell’aspetto visivo. E chi è alto 1,90 metri difficilmente starà bene dove si trova a proprio agio una persona di 30 centimetri più bassa. Ecco che realizzazioni come la 214 di Thonet si rivelano geniali: la conformazione degli appoggi, pur nella leggerezza dell’insieme, consente di sostenere pesi anche cospicui, mentre l’ansa che con andamento naturale forma lo schienale offre un valido sostegno anche per persone piuttosto alte. E con l’introduzione di nuovo materiali, ecco la S43 di Mart Stam che, oltre alla conformazione anatomica dello
schienale, grazie alla struttura continua ripiegata ad angolo permette un effetto “molleggiamento” che aggiunge qualcosa di nuovo alla comodità della seduta. Sono opere che risalgono rispettivamente al 1859 e al 1927: si potrebbe dire agli albori della storia del design. Ma restano valide tuttora e sono archetipi variamente ripresi anche da altri e anche di recente. A dimostrazione di come, quando un’idea è vera e fondata, dura nel tempo. Lo stesso si può dire della Folding Chair di Koch del 1932, la sedia “da regista” che può allo stesso modo essere “da spiaggia” ma anche in casa non sfigura. Nella storia della sedia è impresso il cammino della civiltà. Perché la sedia è anche un simbolo: non a caso nell’antichità il re si identificava col trono e tuttora il vescovo (o il docente titolare) siede in cattedra, ma anche il Presidente del Consiglio di Amministrazione spesso ha una seduta eminente rispetto alle altre… La sedia accoglie la persona, ma anche la rappresenta, pur in sua assenza.
E significa qualcosa: prestigio, affabilità, accoglienza, disponibilità al dialogo, riposo, dinamismo…
Nuovi e antichi materiali, nuove e antiche sensibilità si sommano e si accavallano.
Nel mercato convivono proposte di avanguardia e opere vecchie di decenni. La sedia, come l’essere umano, è una congerie infinita di tendenze, proposte, ambizioni.
Qui ne raccontiamo alcune fondamentali linee portanti. Altre il lettore le troverà nel sito
www.dibaio.com con i suoi link a siti di Aziende qualificate che credono nella qualità della produzione e nella qualità del design. Qualità che nella sedia trovano forse la loro massima espressione.

www.legnomagia.it
Made in Italywww.icila.org
Le radici della vostra efficienzawww.idlexport.it
Luxury Lighting

Condividi

Utilizziamo i cookie per offrirti la migliore esperienza sul nostro sito web.
Puoi scoprire di più su quali cookie stiamo utilizzando o come disattivarli nella pagine(cookie)(technical cookies) (statistics cookies)(profiling cookies)