Lo stile della Costa Smeralda

La Costa Smeralda non è nata spontaneamente, ima è stata programmata da un grande regista: Karim Aga Khan, discendente diretto del profeta Maometto e quarantanovesimo imam degli Ismailiti, che nel 1962 fondò il Consorzio Costa Smeralda per trasformare una costa abitata da pochi pastori in una prestigiosa località per VIP. Il nome fu inventato da Karim (prima si chiamava più banalmente “i monti delle pietre da macina”) e anche lo stile architettonico fu fortemente condizionato da lui, perché scelse solo tre architetti abbastanza omogenei tra loro per creare dal nulla grandi alberghi, villaggi turistici e case a schiera.

Come nelle chiese barocche è la cupola, cioè l’elemento più alto, ad avere un ruolo protagonista nell’insieme architettonico. Questo tetto asimmetrico, splendidamente realizzato, si poggia con grande eleganza sulle pareti curvilinee che fanno da quinta. E dalle fessure scendono scale e si aprono cunicoli.Si trattava del genovese Luigi Vietti, del romano Michele Busiri Vici e dello svizzero Jacques Couëlle, tutti e tre caratterizzati da uno stile architettonico morbido che reagiva allo spigoloso razionalismo ispirandosi all’architettura spontanea del Sud Italia e delle isole greche. Jacques Couëlle in particolare si sentiva un architetto scultore e le sue ville le plasmava in modo da escludere le linee rette e gli angoli a 90 gradi. Karim Aga Khan era molto ambizioso e non voleva solo fondare una nuova località turistica, desiderava creare uno stile architettonico innovativo e riconoscibile per le vacanze esclusive del jet set internazionale. Adesso, dopo che sono passati cinquant’anni, si può tentare di fare un bilancio: la Costa Smeralda sembra ormai affermata e con lei lo stile architettonico voluto da Karim, anche se con notevoli varianti dovute al cambiare dei gusti e degli architetti. E questa villa, progettata da Savin Couëlle figlio di Jacques, ne è una splendida e significativa testimonianza.
Si tratta di una casa a forma di chiociola con al centro un pilastro che sostiene il tetto spiovente, da cui partono travi disposte in modo asimmetrico.
Armadietti e divani sembrano cementarsi nel muro come i coralli nella roccia, creando un’unica concrezione morbida e imprevedibile con forme che rifluiscono le une nelle altre. Il tema cromatico del legno e del cotto accostati al blu marino degli imbottiti contribuisce a dare unità all’insieme.

Tutti gli elementi scenografici dell’architettura spontanea mediterranea sono qui riuniti in un rush finale di grande effetto che ti avvolge e ti proietta all’interno di un meraviglioso e fantastico sogno.Centralità del progetto: creare una casa-chiocciola con una grande scala centrale e divani disseminati ovunque, protetta da pareti curvilinee
e forata da piccoli tunnel che portano ad angoli segreti. È un tour-de-force stilistico molto complesso da realizzare.
Innovazione: plasmare i volumi come lo scultore plasma la creta, creando all’interno una conchiglia avvolgente con quinte murarie curvilinee interrotte di grande effetto scenografico. È un convergere di forme pure che ricordano degli iceberg intorno a un gorgo.
Uso dei materiali: un legno con bagliori rossastri, un cotto più chiaro, un intonaco rigorosamente bianco e tessuti blu cobalto.Ha iniziato la sua carriera di architetto progettando col padre Jacques l’Hotel Cala di Volpe in Costa Smeralda, che fuori sembra un antico villaggio di pescatori e dentro si rivela una strabiliante creazione di architettura surreale. La sua tecnica di realizzazione non si differenzia da quella del padre: utilizza ingabbiature metalliche per riempirle col calcestruzzo in modo da avere ville monoblocco praticamente eterne. Le sue case sono piene di curve con soffitti a volta decorate con tortuosi rami di ginepro, oppure con travi disposte a cono. Ha disegnato la Maison du port, la Capitaneria e le ville di Pietramanna.

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