Sandro Filipepi detto Botticelli, figlio di un conciatore di cuoio, fu uno dei maggiori pittori del ‘400 fiorentino. La prima notizia su di lui la fornisce il padre quando, in una dichiarazione del 1458 agli Uffizi del Catasto, fa scrivere:
Prima di avviarsi alla pittura, a spese dei familiari, andò “a leggere” in una scuola, poi secondo il Vasari frequentò le botteghe di fra Filippo Lippi e del Verrocchio. Botticelli partecipò al raffinato clima umanistico promosso dai Medici, immortalando la natura con grandi scenari ricchi di colori e fiori (es. La Primavera e La nascita di Venere). Adesso vogliamo segnalarvi una gustosa favoletta rinascimentale raccontata ai turisti di Firenze. Sandro Botticelli e Leonardo da Vinci , dopo il loro incontro nella bottega del Verrocchio, avrebbero cementato l’amicizia aprendo un’osteria chiamata “Le Tre Rane” dove troneggiava un bel camino protagonista delle serate e dei dibattiti tra gli artisti dell’epoca. Qui la clientela sceglieva il menù, sia leggendo le pietanze scritte da destra a sinistra dal mancino Leonardo, sia indicando le immagini disegnate dal Botticelli. Ricco l’elenco delle portate: dalla ribollita all’arista, dal baccalà ai ranocchi fritti. Malgrado l’inventiva di Sandro e Leonardo, l’osteria non ebbe lunga vita facendo perdere le tracce di sé. Ricetta Ranocchi alla moda di Botticelli Un tempo il “ranocchiaio” andava a pescare di notte con una lenza che aveva come esche lumache o rane femmina. Le prede una volta catturate venivano pulite, lavate e infilzate a collana in un giunco. Preparazione
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