PRANZO CUCINA LIVING

La cucina come spazio separato ha cessato di esistere, sopravvive solo nelle case dell’alta borghesia quando viene utilizzata da un cuoco. L’attuale ambiente ibrido, dove coesistono diverse funzioni sotto la categoria del living, è stato recentemente definito “lo spazio dell’immaginario commestibile” per la sua funz ione di riunire le persone attorno al cibo nelle diverse fasi del nostro rapporto con gli alimenti: cucinare, mangiare e digerire rilassandosi. Questo nuovo luogo dell’immaginario, per adeguarsi allo stile di vita dei proprietari, ha assunto nella pratica diverse tipologie: qui di seguito ne sono illustrate alcune. 

In una villa dell’800 l’architetto di origine ungherese Monika Unger ha scartato l’idea della “cucina rustica”, scegliendo una moderna cucina minimale.
Annessi nello stesso spazio un tavolo da pranzo con sedie nordiche del dopoguerra e un piccolo salotto.

Una mansarda è stata oggetto di un progetto di recupero: sullo stesso piano, il livello superiore dell’abitazione, è stata creata un’area per il relax, una per il pranzo e una per la cucina. La committenza chiedeva all’interior designer Pasquale Restucci un progetto che mantenesse l’idea dello spazio aperto e al contempo separasse la zona privata, o dei servizi, da quella del vivere sociale. Per venire incontro a quest’esigenza Restucci ha progettato una quinta a mezza altezza posta alle spalle del grande tavolo da pranzo. Una soluzione che ha consentito di nascondere la zona dedicata alla preparazione dei cibi e di percepire nella sua interezza il tetto in travi di legno recuperate. Opposto alla cucina si trova un originale e accogliente angolo relax. Il pavimento in resina bianca lucida contrasta con le antiche travi in legno scuro. Lucernari e finestre laterali illuminano lo spazio.In una zona di fabbrichette milanesi è stato realizzato questo loft ipermaterico dove si alternano muri di mattoni a vista, una grande cucina di acciaio satinato, un divano in pelle, un letto degno di un califfo, un jukebox vintage acquistato a New York, un tavolo
postmoderno d’autore, un’antica specchiera dorata.
Dimenticavo: anche il pavimento è in un legno molto ricercato. Siamo evidentemente nel dominio del lusso di sostanza, coniugato con una sintassi casual molto decontratta e contenuti simbolici tipicamente maschili, come il letto completamente visibile dallo spazio cucina-pranzo-salotto. In questo caso “l’immaginario commestibile” si dilata accogliendo nel suo grembo altre funzioni fisiologiche. È chiaro che si tratta dell’appartamento di un single sicuro di sé e aggiornato, che ha voluto un interno – ritratto molto personale, basato sull’accostamento di oggetti amati. Progetto: Studio Waves-Project; Interior des.: Arch. Martina Gaslini.

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