Complesso Parrocchiale Maria SS.Ausiliatrice, Taurisano (Lecce) Committente: Ordinario Diocesano di Ugento – S. Maria di Leuca Progettazione e D.L.i: ETACONS S.r.l., Lecce, Arch. Lucia Lepore, Ing. Primo Stasi Impresa realizzatrice: EDIL.FA.MAR. S.r.l., Roma Vetrate artistiche:Tocchi di Colore s.n.c., Crema Opere scultoree: Salvatore Elia, Lecce Arredi in legno: Rossetti arredamenti, Galatina (LE) (progetto dell’Arch. Lucia Lepore) Moduli accostati di altezza crescente, come una gradinata che senza fine si innalzi. La facciata che si protende lateralmente, così da far rivivere il senso dell’aprire le braccia nel segno dell’accoglienza. Semplici gesti per comporre uno spazio ecclesiale di cui la luce, che si diffonde dalle vetrate, rivela la composta serenità.
L’idea ispiratrice che ha guidato tutta la progettazione è stata quella di creare uno spazio dove fosse possibile coniugare l’anelito al raccoglimento interiore, alla preghiera, alla celebrazione eucaristica; tutte necessità proprie di ogni cristiano. Ne è sorta una chiesa fatta di vuoto e di luce, quella naturale e quella artificiale, dove tutta l’attenzione è centrata sulla forma pura, sullo spazio, sul silenzio e soprattutto sulla tensione verso l’alto e verso l’infinito. La rappresentazione di questa tensione è affidata soprattutto alla copertura iperbolica dell’aula, con la progressione ascendente degli elementi strutturali verticali, nonché alla scansione delle finestrature laterali, leggibile soprattutto dalla prospettiva esterna, che intende suscitare attenzione e quindi il desiderio di accedere all’interno della chiesa stessa. La stessa idea formale ha fatto concepire le finestrature ed i rosoni della zona presbiteriale, oltre che di quelle laterali e di quella che sovrasta l’architrave principale di ingresso, che con un gioco di luci e di colori tendono a stimolare il pensiero visivo ed accompagnare i fedeli verso la gloria del Cristo Benedicente che sovrasta l’altare ed accoglie in un simbolico abbraccio. Tutte le vetrate sono caratterizzate dai colori della luce: il giallo ed il rosso e quindi dall’azzurro, colore mariano per eccellenza. L’aula, dimensionata per accogliere circa 500 fedeli, si concretizza in uno spazio a pianta pressoché quadrata che si protende e si allarga verso il presbiterio racchiuso da una parete convessa. L’ampio sagrato da cui essa è preceduta rappresenta l’accoglienza e funge da filtro con il contesto urbano.
L’abside rappresenta l’elemento di collegamento tra la stessa aula, la sacrestia e la cappella feriale dimensionata per circa 50 fedeli. La presenza dell’altare al centro dell’aula favorisce il contatto diretto tra sacerdote e fedeli. L’ambone è collocato ad una distanza tale da non interferire con la funzione ed il simbolo dell’altare ed è comunque proiettato verso l’assemblea. Altra grande presenza simbolica all’interno dell’aula è il fonte battesimale, portato in primo piano in modo da consentire una visione più diretta da parte di tutte le persone che prendono posto sui banchi. Ed infine il tabernacolo, in ossequio alle volontà della nuova liturgia, assume un ruolo ed una presenza autonoma, che nella organizzazione dello spazio presbiteriale si è tradotto in una posizione diversa rispetto all’altare, ma comunque sempre ben visibile dall’interno dell’aula. L’altare, in forme semplici determinate dall’alternarsi delle figure geometriche quali il rettangolo e l’ottagono, è realizzato in marmo di carrara e presenta nella parte centrale del fusto la raffigurazione in bassorilievo dell’Ultima Cena.
|