In una ex casa cantoniera

È bastato demolire una parete per aprire felicemente gli interni verso il giardino e viceversa.

Questa casa cantoniera rimaneggiata si trova vicino alla località di Corciano, tra Perugia e il lago Trasimeno, e la strada che vi passa è quella che conduce all’autostrada Firenze – Roma. Essendo molto trafficata, la facciata principale la si voleva chiusa il più possibile, mentre c’era il desiderio di avere grande apertura e trasparenza per quella verso il giardino. Ma sentiamo come si esprime in perfetta lingua “architetturese” il demiurgo, cioè l’architetto Mauro Zucchetti di Perugia.
“La necessità di mettere in comunicazione i piani dell’edificio esistente mantenendo integra la superficie originaria, e la volontà di migliorarne l’aspetto architettonico, sono le due linee guida che hanno generato il progetto. Ed ecco il suo percorso. Un nuovo blocco scala viene inglobato in un volume che, ponendosi come elemento di transizione tra spazi interni ed esterni, definisce in modo iconico la nuova facciata principale dell’edificio. Tale volume acquista fisionomia attraverso l’alternanza di vuoti e pieni, di trasparenza e compattezza, attraverso l’uso del vetro e del mattone.

Gli spazi interni vengono
così amplificati verso l’esterno e viceversa.” Si tratta pur sempre di una casa cantoniera costruita con economia durante il passato regime. L’architetto progettista ne era vincolato e poteva fare ben poco.

Qui c’è un curioso sistema d’illuminazione realizzato da Viabizzuno: una serie di pannelli in cartongesso che scorrono su un binario con molti faretti incassati in un’altro binario che li illuminano. Di giorno i pannelli si possono far scorrere mostrando un quadro astratto.MAURO ZUCCHETTI, architetto
Nato a Perugia il 05/10/1959, si laurea in Composizione Architettonica a Firenze l’11/11/89. Dal 1986 al 1990 è cofondatore dello studio Eidos Associati la cui attività è incentrata sulla progettazione di spazi pubblici e ristrutturazioni private. Dal 1990 apre il proprio Studio di Architettura in Perugia, la cui attività si incentra verso la progettazione di spazi pubblici e industriali, con particolare attenzione al progetto esecutivo, al dettaglio ed ai materiali.Centralità del progetto: volendo aprire la facciata verso il giardino, la si è quasi
completamente vetrata mettendo in mostra come elementi decorativi le scale e i piloni di sostegno.
Innovazione: si è svuotato lo spazio anonimo dell’edilizia precedente per creare al suo posto un gioco di prospettive quasi irreali, dove i mobili sono pochi e i materiali ridotti al minimo.
Uso dei materiali: il pavimento in acero biondo riflette la luce che proviene dalle grandi vetrate rendendola morbida e dorata.
Nuove tecnologie: le grandi vetrate sono anche coibenti.Invece è riuscito a fare molto: oltre a rendere moderna la facciata verso il giardino, ha reinventato completamente gli spazi interni impostandoli con larghezza di visione. Tutto ora è ampio e libero da ingombri, illuminato dalle grandi vetrate rivolte a Ovest dove la luce entra filtrata dalle scale in un complesso gioco di prospettive. Ma non è bastato dilatare lo spazio verso l’esterno con queste grandi vetrate, il cliente voleva rendere abitabile anche il giardino. E proprio in giardino l’architetto Zucchetti ha organizzato un salotto en plein air sotto un gazebo rettangolare con tetto a due falde, strutturato a capriate come una chiesa romanica. I divani sono naturalmente da giardino, con modulo cubico e struttura in fibra intrecciata.L’insieme sembra riparato e gradevole da abitare, soprattutto nei giorni caldi rinfrescati dalla brezza che viene dal lago. Anche il giardino ha goduto, come il resto dell’edificio, di un trattamento geometrizzante: un prato all’inglese completamente piatto, interrotto solo dagli ulivi che già c’erano e piangeva il cuore tagliare, permette all’occhio di percorrere liberamente il piano dove si poggia la rinnovata casa colonica. Percorrono questo giardino due sentieri rettilinei che partono simmetricamente dalle due porte aperte verso l’esterno: sembra poco, ma questi due sentieri riescono a inserire otticamente l’architettura nel piano  verde del prato. Da questa analisi formale esce l’immagine di un intervento modernizzatore che riesce a organizzare gli spazi con sicurezza e moderazione, inserendo elementi dell’attuale poetica dell’abitare senza contrapporsi violentemente alle preesistenze architettoniche e naturali. Lo dimostra la nuova vivibilità, anche estetica, del giardino predisposto per essere molto vissuto durante l’estate.

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