Ristrutturare un antico fienile

Oggi il nostro universo mentale non è più quello trilitico delle origini e nemmeno quello “simmetrico” del Partenone, è semmai quello, disancorato da ogni riferimento alla storia e alla natura, degli “ismi” dell’avanguardia storica, dal cubismo al suprematismo,
al neoplasticismo. Poi ci sono stati movimenti più drammatici, come l’espressionismo e il destrutturalismo, e oggi ci troviamo a vivere in un fienile con pareti sghembe e tanta geometria, felici di non essere più tra volte ed archi. Quali sono le sensazioni che ci fanno amare queste architetture così astratte e sfuggenti?
L’artista russo Malevic diceva “Mi sono trasformato in forma zero e sono schizzato fuori dalla pozzanghera piena di spazzatura dell’arte accademica, arrivando alla sensazione pura in un mondo astratto che rivela una realtà nuova.”
Dopo quasi un secolo stiamo ancora vivendo in questa “realtà nuova” fatta di fondi bianchi e di rettangoli neri e, ancora, non sappiamo veramente di cosa si tratta.Le finestre a nastro (ma anche la bocca del camino qui è a nastro) sono una bella eredità del razionalismo anni ‘20, la cui modernità continua ad essere attuale.
Per rompere il gioco neoplastico dei parallelepipedi vi sono le sedie traforate e spumeggianti disegnate da Ross Lovegrove ideali anche per l’outdoor.Un suo quadro del 1914, che ritraeva forme geometriche primarie, l’aveva chiamato “Sensazione di volontà mistica“: in effetti vi si respira anche oggi un forte desiderio di purezza. In questa casa – fienile ricca di virtuosismi formali, di incontri e di incastri tra superfici pure e parallelepipedi bianchi, si respira la stessa aria, la stessa rinuncia alle forme tradizionali, viste come realtà banali e più o meno negative. Forse quello di cui abbiam bisogno è una turris eburnea che ci astrae da tutto e tiene ogni cosa lontano da noi: da quel che non ci piace, soprattutto.
IL LETTO È DECISAMENTE “TESSILE” E MORBIDO, VALORIZZATO DA UN COPRILETTO LAVORATO A MANO.

Venendo al concreto del progetto, dopo aver ammirato la coerenza formale del linguaggio architettonico (e di design) qui impiegato, salta all’occhio la disinvoltura con cui si sono tenute in vista le strutture ottocentesche del fienile: è bastato dare una mano di bianco vissuto alle pareti e al tetto a falde rifatto, per trasformarli in uno sfondo complice di questo concentrato di modernità. Del fienile originario non resta che il volume e una parete di mattoni traforata per la ventilazione del fieno (oggi tamponata).
Le ragioni di queste sopravvivenze? I vincoli del comune per la volumetria, e la nostalgia del passato per il muro in mattoni traforato tipico dei fienili tradizionali.Centralità del progetto: setti murari usati come quinte di un gioco a incastro dove lo spazio non è mai completamente chiuso. Citazioni del passato razionalista (le finestre a nastro) in un contesto coerente. Uniformando la gamma dei non colori (soprattutto il bianco e i grigi) si sono fatte convivere le forme paleocontadine e quelle di derivazione neoplastica.
Innovazione: l’inserimento, in uno spazio composto da parallelepipedi, di alcuni elementi tondeggianti traforati (pouff e poltroncine di Moroso).
Uso dei materiali: i pavimenti molto materici di resina Kera – Koll spatolata a mano in modo evidente.
Nuove tecnologie: impianto di climatizzazione nascosto nella soletta.STUDIOLDA IMDA – GIANNI BELLUCCI e PAOLO POSARELLI, architetti
Laureati all’Università di Firenze, dal 2000 al 2006 vi svolgono attività di ricerca. Nel 2000 fondano a San Miniato lo studio LDA.iMdA Architetti Associati.
Vincono iI I° premio a Prato per il recupero di aree degradate, il I° premio a Castelnuovo per i laghi termali, il I° premio a Montelupo per “La città delle due rive”. Molte loro opere sono state pubblicate su riviste o teletrasmesse.

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