Un rustico gentile

Nell’epoca della postindustria e della postmodernità si è riscoperto l’artigianato: ma di solito questo ritrovamento si esperisce negli oggetti che, un tempo dediti a specifiche funzioni, oggi, sollevati da quella finalità, si ritrovano spesso come momenti ornamentali con valore simbolico.

Un rustico in pietra completamente ristrutturato, nel rispetto della tradizione e dell’originalità delle case toscane. All’esterno risalta il portico con copertura in canne, retto da una struttura di tronchetti scortecciati.

Il giardino è stato completamente progettato, ed è stato piantato un uliveto.
Il bordo vasca in cotto raccorda la piscina con l’edificio vicino; l’installazione è di Pool Versilia, con impianto salino Sterilor.Si pensi ai vecchi ferri da stiro anneriti da tempo, usati come fermacarte. Oppure agli arredi in “stile”, particolarmente apprezzati nelle cucine, che ritrovano le abbondanti dimensioni di quelle antiche a legna o nei caminetti e nel loro intorno. Qui invece l’artigianato viene riscoperto per tutto il complesso architettonico, che è restaurato nel senso compiuto del termine – per quanto la destinazione d’uso sia cambiata.

Il rapporto casa-panorama è centrale nell’architettura.
Non solo il portico e la piscina, anche il barbecue, i camminamenti segnati da lastre di pietra, le superfici stesse delle facciate contribuiscono a stabilire una continuità tra costruito e campagna.Un rustico rurale in pietra, vincolato al lavoro dei campi e all’allevamento, diventa villetta, ma con un’operazione che scopre nuove superfici, nuove funzionalità, nuove eleganze pur rispettando il volume e l’armonia con l’intorno. L’edificio così resta, sia nuovo, sia antico: i recenti lavori di ripristino e ristrutturazione sono stati compiuti secondo procedure di carattere antico, consolidate nel tempo: è insomma un’opera di autentico artigianato, non di tecnica edilizia.
Così nell’oggi è nato un nuovo edificio antico: in questo consiste il restauro.

I pavimenti sono in cotto del ‘700 recuperato con riscaldamento a pavimento di Vismaunn, che ha fornito anche i pannelli solari.La cucina a vista nel soggiorno-pranzo. Dominano l’ampiezza della cappa e la leggerezza delle lampade, che contribuiscono all’atmosfera di serena tranquillità rurale. In tutta la casa è presente l’aria condizionata. Tavolo, sedie e blocco cucina sono della Bartel di Firenze.Le finestre nella concezione moderna sono aperture libere all’aria e alla luce. In passato erano caratterizzate da diverse intelaiature: quella che reggeva porzioni di vetro, quando le vetrerie non realizzavano lastre di vaste dimensioni. Mentre all’esterno delle finestre si stagliavano le inferriate, il cui scopo era di impedire l’accesso ai ladri. Qui una delle scansioni tipiche delle inferriate, a barre orizzontali incrociate con barre oblique, è stata ripresa con nuova eleganza tramite un’intelaiatura in legno, secondo una trama a triangoli disposti a nido d’ape.Le aperture sono di nuova concezione, le finestre sono grandi, atte a catturare il sole e convocare il panorama come un ampliamento estetico del salone: risentono ovviamente del gusto contemporaneo per l’aria e per la luce – un gusto un tempo ben diversamente inteso, a causa della mancanza dei sistemi di climatizzazione oggi esistenti.
Infatti, in tutta la casa c’è l’aria condizionata per l’estate e per il riscaldamento vi sono pannelli solari sul tetto. Ma questi elementi tecnologici non si notano: sono per loro natura occulti.
Mentre si notano le inferriate in ferro battuto, elaborate con i sistemi senza tempo che gli artigiani delle fonderie praticano da secoli e secoli.
E all’interno del semplice volume parallelepipedo, la struttura della copertura resta a vista: travetti in legno con isolamento in sughero – quanto di più tradizionale, ma anche quanto di più coerente con l’atmosfera dell’abitazione.
L’inserimento accorto e misurato del nuovo e dell’antico genera un assieme che parla il linguaggio del comfort.Centralità del progetto: ristrutturazione di un rustico in pietra, intonacato e trasformato in villetta con gusto vagamente rétro.
Innovazione: la realizzazione di ampie finestrature in un contesto coibentato e con aria condizionata. Riscaldamento a pavimento alimentato da pannelli solari.
Uso dei materiali: seguendo la tradizione, spiccano il cotto delle pavimentazioni e il legno degli infissi. La struttura del tetto è stata ricostruita in castagno con isolamento in sughero.
Nuove tecnologie: l’uso dei pannelli solari consente un sistema di riscaldamento “amico”, sia per la casa, sia per la piscina. L’impianto idraulico nel complesso è di nuova concezione.

Il camino è incorniciato di grigio, a sottolineare il suo radicamento al suolo, mentre lampadari e altri ornamenti tendono al color oro, quasi a staccarsi dal suoloCAPOLAVORI D’ARTIGIANATO
La casa è piccola, ma in essa e con essa si abita il panorama nel suo insieme. Il guscio a “scatola”, il tetto a due falde: del rustico preesistente resta la forma. Le superfici hanno le tinteggiature morbide e tranquille della terra toscana. L’interno ha rivestimenti che riproducono la carta da parati da primo Novecento. Ma non si respira un’atmosfera nostalgica, bensì l’idea della coerenza.La veranda all’esterno ha travetti e piedritti che sembrano lavorati ad ascia: elementi arborescenti, espressione di un gioco di permanenza-temporaneità che ben corrobora l’inserirsi della casa in quel volgere delle stagioni su cui si impernia l’attività campestre da cui trae le sue origini prime. Il declivio collinare su cui posa ne fa un panoramico usbergo da cui guardare sereni sia la pioggia sia il solleone.La sedia di ferro laccato, e non priva di parti arrugginite, non ha il suo “habitat” naturale negli interni, ma ha un fascino particolare: il consunto, l’usato, quello che nella moda corrisponde al “casual” o alle più recenti tendenze del “rotto”, o dello “scarto” – che tanta fortuna ha avuto in alcune espressioni della Pop Art. Qui, nella camera da letto matrimoniale, apporta un che di provvisorio: quel che suggerisce anche la cesta-cassapanca di vimini. Così, alla solida permanenza dell’architettura fa da contraltare la
leggerezza transeunte delle cose.

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