Recuperare un’ ex scuderia

È chiaro nel risultato che questo progetto nasce da una collaborazione tra un’indole mediterranea e una femminea toscana. Marina Luccioli, progettista fiorentina, per la sua casa ha richiesto la collaborazione dell’architetto pugliese Francesco Donnaloia.
Insieme hanno recuperato gli elementi più caratteristici e pregnanti di un’antica scuderia nella vallata alle porte di Firenze, per farne i tratti distintivi di una casa accogliente e aperta all’ospitalità.
La struttura è stata rispettata totalmente, gli interni infatti sono stati animati con scelte originali e colori che donano un’intimità e una personalità inaspettate. Quando l’architetto Luccioli, quasi per caso, ha scoperto il vecchio fabbricato di pietra, dépendance di una villa settecentesca nella campagna fiorentina, ha subito deciso di trasformarlo nella sua casa. È iniziato così il progetto di ristrutturazione che ha cambiato radicalmente l’interno dell’edificio di 240 mq circa.

Il restauro è stato conservativo, tutti i materiali esistenti sono stati recuperati in modo che la sedimentazione storica del luogo fosse sempre visibile e forte. Gli alti soffitti travati, prima coperti da una pesante controsoffittatura, sono stati riportati a vista, come le volte in mattoni e parte dei pavimenti in cotto. Le due grandi sale del piano terra sono state lasciate nella loro dimensione originale. La scala in pietra, prima nascosta e soffocata, è stata liberata e messa in risalto da una balaustra in ghisa realizzata su disegno della progettista.
Al primo piano lo spazio è stato totalmente ridistribuito, qui sono state ricavate tre ampie camere con bagno. Caratterizzato da stili diversi, l’arredo mescola pezzi classici di design a mobili di modernariato e oggetti etnici. “Perché, – spiega la stessa Marina – ho voluto ricreare una confortante aria di famiglia”.

“La fusion è ormai espressione antica – afferma invece l’architetto Donnaloia – il divenire nell’essere stato dei luoghi in cui abbiamo vissuto o che abbiamo semplicemente sognato crea la nostra architettura in cui ci si muove e ci si arrampica”.
All’interno la casa rivela una forte personalità scandita da scelte ardite, come le sedie della zona pranzo, rivestite con bandiere di recupero, quasi a ribadire l’internazionalità del luogo.
Tutto è ripensato in maniera giocosa e fantasiosa.
L’intero spazio abitativo sembra realizzare una poetica basata sulla comunicazione delle persone attraverso le stanze e delle stanze attraverso i muri, i vetri e le essenze del giardino.
C’è una percezione continua del luogo inquadrato e incorniciato dalla grande vetrata a sud nel soggiorno.

Nella foto: Nella camera da letto il solaio in legno è stato dipinto di bianco. Nel bagno le contaminazioni stilistiche e storiche dialogano e si sovrappongono.
Letto tessile, Orizzonti; comodini, Shaker e cinese; tappeto berbero.BIOGRAFIA

SPACE STUDIO, architetti
È uno studio di progettazione costituito nel 1996 da Francesco Donnaloia, a Firenze. Fa parte dello Studio anche Marina Luccioli. Il percorso teorico e pratico è stato sviluppato attorno ad alcuni concetti chiave: la forma e lo spazio personalizzato dell’abitare. Specializzato sullo studio degli human factors, la ricerca progettuale è volta verso il benessere del vivere, operando sulla gestione e sulla gerarchizzazione degli elementi che concorrono al suo sviluppo diretto sulla psiche: forma, luce, colore.QUALITA’ DELL’INTERVENTO

Centralità del progetto: la struttura originaria è stata valorizzata e investita di colore. Un’operazione che ha portato all’interno una ventata di freschezza.
Innovazione: per il riscaldamento è stato scelto un sistema di pannelli radianti che garantiscono un comfort continuo a basso costo.
Uso dei materiali: ove possibile sono stati riutilizzati quelli originari. Interessanti gli accostamenti cromatici tra il parquet in teak e i vivaci colori scelti per le pareti.
Nuove tecnologie: i vetri delle finestre sono stati sostituiti con vetrocamere contenenti all’interno gas argon. Tutte le superfici esterne sono state coibentate con un cappotto a stiferite per un’ottima trasmittanza termica.

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