Progetto di Museo Diocesano Diffuso


“La Chiesa che si incammina nel Terzo Millennio non considera la storia un peso, ma al contrario coltiva la memoria, in quanto sa che grazie ad essa può procedere verso il futuro con animo creativo… I beni devono sempre rimanere legati alla vita delle comunità stesse ed essere destinati ad una funzione fedele alle finalità di culto e di devozione per cui sono state concepite”. Mons. Giuseppe Betori, Segretario Generale CEI, riassume così i principi che ispirano il movimento dei musei diocesani. Nel lanciare il progetto di un Museo Diocesano Diffuso sul territorio, la Regione Ecclesiastica Lazio pone le parole di Mons. Giuseppe Betori come premessa.
Evidenziando come “la cultura del popolo italiano si è sempre intrecciata con la fede, tanto che l’arte e l’architettura che attingevano e attingono all’humus del Cristianesimo hanno continuato a esprimere importanti opere”, il testo ricorda come le testimonianze storico artistiche legate alla Chiesa esprimano a fondo la cultura del paese: “Di conseguenza il museo ecclesiastico non può essere considerato un deposito polveroso per opere d’arte ma una realtà viva in cui non c’è solo studio, diletto, conservazione, ma soprattutto promozione, per tenere desta la memoria e la vitalità della cultura del territorio…”.

Sora, la Cattedrale.

Uno degli affreschi restaurati
di Vincenzo Manenti.

Su tali premesse, il progetto è tratteggiato così: “Un museo, dunque, rivolto ai fedeli con l’intento di far scoprire loro i segni, gli oggetti, le immagini di una fede cattolica che assume anche dimensione locale, ma più generalmente rivolto all’uomo contemporaneo in cerca di una dimensione spirituale che lo aiuti a intraprendere un percorso di fede. Nella ipotesi prospettata di un Museo Diffuso, raccordato a un circuito sacro costituito dai tre poli storici del territorio diocesano (Sora, Aquino, Pontecorvo) con all’interno tutte le piccole realtà religiose costituite dalle chiese, monasteri, piccoli archivi o dai piccoli musei, le loro testimonianze storico artistiche arricchiranno il Sistema Museo inteso come parte integrante del progetto culturale territoriale diocesano…
Nell’ambito di questo sistema tripolare allargato, Sora deve proporsi come motore trainante con il compito di coordinare le ricerche, i programmi, le risorse umane ed economiche e l’intera gestione; deve proporsi come sede per organizzare il lavoro di promozione, formazione dei gruppi di lavoro, iniziative di esposizione e catalogazione delle opere, ecc… L’edificio in ristrutturazione del Seminario vescovile già utilizzato per la biblioteca diocesana, per la sala
S. Tommaso d’Aquino e altri servizi diocesani, potrebbe rispondere a queste esigenze funzionali”. Infine il museo dovrà
essere dinamico, promuovere mostre, con opere storiche e attuali, perché suo scopo è anche di “scoprire nuovi beni culturali legati alla vita della Diocesi e costituire un naturale centro di formazione e di educazione all’arte religiosa e liturgica”.

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