Progetti raccontati


Il monumento è forse l’unico momento in cui correttamente e propriamente arte e architettura si sovrappongono e coincidono nelle intenzioni e negli obiettivi. Questo famosissimo passo di Adolf Loos è molto eloquente: ‘La casa deve piacere a tutti. A differenza dell’opera d’arte, che non ha bisogno di piacere a nessuno. L’opera d’arte è una faccenda privata dell’artista. La casa no. L’opera d’arte vien messa al mondo senza che ce ne sia bisogno. La casa invece soddisfa un bisogno. L’opera d’arte non è responsabile verso nessuno, la casa verso tutti. L’opera d’arte vuole strappare gli uomini dai loro comodi. La casa è al servizio della comodità. L’opera d’arte è rivoluzionaria, la casa è conservatrice. L’opera d’arte indica all’umanità nuove vie e pensa all’avvenire. La casa pensa al presente. L’uomo ama tutto ciò che serve alla comodità. E odia tutto ciò che lo molesta e vuol strapparlo alla posizione che ha raggiunto e che si è assicurata ed è per questo che ama la casa e odia l’arte. Dunque la casa non avrebbe niente a che vedere con l’arte, e l’architettura non sarebbe da annoverare tra le arti? Proprio così. Soltanto una piccolissima parte dell’architettura appartiene all’arte: il sepolcro ed il monumento. Il resto, tutto ciò che è al servizio di uno scopo, deve essere escluso dal regno dell’arte’.1 Dunque solo il sepolcro ed il monumento, come tipologie e forme architettoniche, appartengono all’Arte, in quanto sono espressione di una finalità simbolica fanno cioè riferimento a contenuti altri, o metaforici, o simbolici, o allegorici.

1. Schizzo di studio dell’impianto planimetrico dei due livelli: ipogeo il cunicolo della Caduta, fuori terra la Piazza ed il Giardino della risalita.
2. Sezione di una delle sale del cunicolo cui corrisponde una luce della storia nella Piazza.

Progetto: La discesa agli Inferi e la Risalita, Piazza in ricordo delle vicende Siciliane del novecento, con il pittore Luigi Ghersi, 1998.

Loos parla di Sepolcroe Monumento, cosa definiamo e per cosa si differenziano, se si differenziano, questi due termini? Monumento è per la lingua italiana: ‘Opera di scultura o di architettura innalzata per ricordare personaggi, o avvenimenti di grande rilievo. Anche sepolcro di notevole imponenza. Dal latino, monumentum, dal verbo, monere, ‘ammonire’, spiega la funzione più antica del monumento come ‘monito’, ‘ammonizione’ da parte del potere, ‘ricordo’, per testimoniare la sua forza e potenza (si pensi alle piramidi)’.2
Ancora, monumento, per una delle enciclopedie d’arte, è: ‘In un senso generalissimo ogni avanzo di epoche trascorse che per interesse documentario o qualità artistiche si configura quale duratura presenza di uomini, eventi culture civiltà lontane nel tempo, indipendentemente dalla sua destinazione e dalla volontà originaria di affidare ad esso un ricordo. L’idea di affermare e tramandare certe azioni umane attraverso segni appariscenti e durevoli è universalmente diffusa. Volontà di affermare, esaltare, divulgare il nome ed il prestigio di personalità divine ed umane, o di istituzioni e di idee religiose o politiche, anche e soprattuttto nel presente. I monumenti possono essere o funerari (per la morte, come contrassegno ed ornamento alla sepoltura), o onorari-celebrativi (per ricordare le opere di cittadini illustri, oggetto di onore e di stima, per rispetto del valore o del merito di qualcuno), o storico-commemorativi (per ricordare fatti o episodi, in forma solenne, per celebrare eventi, storie)’.3

3. Il Minotauro, lungo il cunicolo della Caduta.
4. Il Duo, nello snodo tra la Piazza ed il Giardino.

Ed infine, per una delle enciclopedie di architettura, monumento è: ‘Struttura architettonica, generalmente di valore artistico, eretta per onorare la memoria di un personaggio o di un avvenimento storico di grande rilievo; per estensione, ogni testimonianza lasciata dalla civiltà del passato. Diffuso è anche un uso restrittivo ad opere caratterizzate da una particolare destinazione. Si individuano tre categorie: i monumenti funebri, i monumenti onorari-celebrativi, i monumenti storico- celebrativi. Nel concetto di monumento è reperibile la coscienza di una finalità civile che in epoca neoclassica è particolarmente sentita. La produzione di monumenti presenta alcune caratteristiche: grandiosità, enfasi descrittiva, accentuazione iperbolica delle forme da cui deriva il monumentalismo’.4
Famosissimi maestri del novecento hanno trattato il tema del monumento come ricordo e come ammonimento, non solo nel senso legato alla morte cioè al sepolcro, descritto efficacemente da Adolf Loos, a cui ritorniamo per un altro pezzo notissimo: ‘… L’artista deve essere al servizio solo di se stesso, l’architettura della società … Arte applicata è un termine orrendo e sbagliato. L’artista lavora per fare gli uomini più simili a Dio, l’artigiano no, lavora per la comodità. Costruire
con gusto non è un merito ma solo un buon, normale, senso di civiltà, anche antica, che non ci tramandano il nome degli autori di innumerevoli case di civile buon gusto … Se in un bosco troviamo un tumulo, lungo seipiedi e largo tre, disposto con la pala a forma di piramide, ci facciamo seri e qualcosa dice dentro di noi: qui è sepolto qualcuno. Questa è Architettura …’;5 ma anche nel senso politico di giudizio, di condanna e di speranza verso ideali alti dell’uomo: la pace,
la democrazia, la libertà, il progresso.

5. Studi per il memoriale alle Vittime della Mafia nella Piazza Michelangelo.
6. Il memoriale alle Vittime della Mafia al centro della Piazza.
7. Prospettiva dell’interno del memoriale.

Progetto di Concorso per le Cinque Piazzea Catania, 2005

Sono monumenti con qualità e specificità spaziali, anche se a volte in forma di scultura, di elemento plastico da osservare dall’esterno ed attorno a cui girare, ma con una forte identità architettonica e non figurativa, tale da divenire a volte icona o paradigma di un linguaggio o di un movimento architettonico; altre volte invece concependo degli spazi da attraversare, dentro cui entrare, da abitare, che hanno anche una funzione, se pur minima o ridotta: spazi per meditare, spazi per riflettere, spazi per ricordare. Penso a Mies van der Rohe, a Tatlin che era un’artista, ma ha progettato una torre architettonica, a Terragni, a Peressutti, a Kahn, a Barragan, a Le Corbusier, Niemayer, ed infine
ad Eisenman. Sono monumenti notissimi realizzati con i materiali specifici dell’architettura: recinti, muri, pilastri, travi, solai, spazi e vuoti. Il rinnovamento della città passa, certamente, dalla capacità di soddisfare bisogni nuovi, sempre mutevoli, ma anche dalla capacità di fissare valori, di rendere visibili ed eterni principi, regole, comportamenti, identità, storie vissute.
Non ci può essere città storica senza traccia di monumenti moderni, cioè di storie moderne che come un palinsesto si affiancano a tutte le altre della storia passata. Così come non si potranno mai costituire nuovi paesaggi urbani, nuove città, o semplicemente sviluppare nuove espansioni, o migliorare la qualità di periferie recenti di città, senza pensare a monumenti come forme architettoniche di identità e qualità degli spazi urbani.
Non si tratta di collocare in un giardinetto, o in un angolo di una piazza, o su un largo marciapiede una opera d’arte, progettata o realizzata da un artista, o da un architetto per abbellire, come un valore aggiunto, la città. No, è lo spazio urbano tutto, tessuto viario, slarghi, piazze, architetture istituzionali, servizi e residenze, che determina l’effetto-città e che accoglie il monumento come fondamentale parte integrante, eccezione in sé ma omogeneo a questo complesso sistema, che assolve al compito di simboleggiare un ricordo, una persona, una storia, un valore, a tutti gli abitanti di quel luogo.
Se il monumento viene realizzato ed ha un senso in regioni come l’America, la Francia, la Germania dove la civiltà e la democrazia hanno un peso ed un valore evidente, a maggior ragione in aree geografiche come il sud d’Italia dove l’architettura può ancora dare un valore civile e quindi un contributo al progresso ed al rinnovamento dei luoghi delle città meridionali.

1. Loos, Adolf, ‘Architettura’, 1910; in: Loos, Adolf, Parole nel vuoto, Milano, Adelfi, 1972, pp. 241/256.
2. Gianni, Angelo, Dizionario italiano ragionato, Firenze, D’Anna, 1988, pag. 1.158.
3. Assunto, Rosario, voce ‘monumento’ in Enciclopedia Universale dell’Arte, vol.IX, Firenze, Sansoni, 1963, coll. 623/651 e 651/655.
4. AA.VV. Enciclopedia dell’Architettura, Milano, Garzanti, 2001, pag. 550.
5. Loos, Adolf, op. cit., pag. 255.

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Archeoclub d’Italia
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al servizio dei beni culturali e ambientali

 

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