La casa colonica in Umbria

In un tipico e dolcemente declinante paesaggio dell’Umbria (siamo a nord di Perugia, poco lontano da Umbertide) caratterizzato dai folti boschi di roveri e lecci, che si spingono fino a sfiorare i confini della proprietà, un complesso formato da una casa colonica e da una dépendance, entrambe risalenti ai primi dell’Ottocento, è stato attentamente ristrutturato dall’intervento dello studio Signorini Associati: tutta l’area è soggetta al vincolo paesaggistico e, quindi, il progetto architettonico ha dovuto rispettare al massimo le caratteristiche ambientali dell’intorno e colloquiare in maniera discreta con la natura circostante.
Inoltre, i proprietari, che abitualmente vivono in Canada ma che sono follemente innamorati dell’Umbria, hanno esplicitamente chiesto agli architetti di mantenere assolutamente intatto il carattere storico delle due costruzioni. Di conseguenza, il processo progettuale ha tenuto in gran conto gli aspetti emergenti della storicità dei due edifici, valorizzandoli al massimo grado, ma ha anche inserito un’impronta più attuale   attraverso la distribuzione degli spazi, la scelta dei materiali, dei colori e delle finiture e l’uso delle luci, interne ed esterne.In particolare la piscina, che ovviamente non esisteva nella situazione originaria del luogo, è diventata il baricentro attorno a cui si articolano gli edifici: dato che l’accesso alla proprietà avviene da monte, attraverso una strada non asfaltata, si incontra subito la dépendance, un edificio lungo quasi diciannove metri e largo otto, col lato maggiore esposto a sud, la struttura di pietrame misto, il tetto a capriate di castagno rivestite di coppi di recupero, le gronde e i pluviali di rame; naturale creare una loggia lungo tutto questo lato meridionale, per riparare gli interni dal forte sole estivo, con lo sguardo che
spazia sulla vallata, e sistemare ai suoi piedi la bella piscina. Questa, nello stesso tempo, è perpendicolare all’antica casa colonica, negli stessi materiali della dépendance, e quindi costituisce l’elemento architettonico nuovo che unisce quelli antichi.La piscina ha una forma pressochè rettangolare ed è realizzata con una struttura in cemento armato rivestito con un telo di PVC armato con Trevira che col suo colore enfatizza quello dell’acqua, mirabile specchio del cielo umbro; sul lato occidentale della vasca, che confina con la scarpata più ripida, è stato realizzato uno sfioro ad angolo, per dilatare lo specchio d’acqua verso il paesaggio e l’infinito. Lo spazio intorno alla vasca, destinato a solarium, è interamente pavimentato con doghe di Teak (di Salis) delle dimensioni di 9,5 x 150/190 cm, con uno spessore di 1,9, dalla finitura naturale, posate con due direzioni diverse, parallele ai singoli lati dello specchio d’acqua. Il giardino circostante è stato progettato come una “cucitura” col bosco naturale, mentre le scarpate sono state lasciate col naturale declivio e piantumate con erbe aromatiche ed essenze autoctone.Per scendere in acqua dolcemente, senza volersi tuffare (e il primo contatto con l’acqua è sempre meglio che sia dolce!), ci vuole una scaletta che faciliti il compito, anche a chi ha qualche piccolo problema fisico: la soluzione ideale ed economica è una scaletta in acciaio inox, con gradini dello stesso materiale o in tecnopolimero; è sicura,  antisdrucciolo, resistente agli agenti esterni e a quelli chimici, robusta e durevole.Se invece si preferisce una soluzione molto elegante e scenografica, ma allo stesso tempo comodissima, allora si sceglierà una scala realizzata in cemento armato, nella forma voluta (in questo caso semicircolare) per meglio raccordarsi al disegno della vasca, e rivestita nel materiale preferito: qui si è adottato il mosaico, elemento di grande tradizione e di assoluto fascino, oltre che di perfetta pedonabilità e di proverbiale durata.Se invece lo sviluppo altimetrico del terreno è più variato, e tra la casa e la piscina c’è un certo dislivello, allora vale la pena di sfruttare queste variazioni di quota: come è stato fatto in questo caso, con una scaletta, costruita in muratura, che parte dal piano del porticato e scende fino al pelo dell’acqua con un tipo di finitura per esterni (intonaco e pietra), continuando poi in immersione con un rivestimento della stessa tinta ma adatto all’uso.

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