Pennellate di luce


TESTIMONIANZE LA VENERANDA FABBRICA DEL DUOMO DI MILANO

PENNELLATE DI LUCE

L’altare monumentale di San Giuseppe si trova nella navata laterale settentrionale del Duomo.
La pala centrale con la scena dello Sposalizio di Giuseppe e Maria è incastonata in una complessa struttura scultorea ricca di statue e ornati.
L’intervento illuminotecnico è stato studiato al fine di raccogliere la luce sulle opere e di lasciare in penombra lo spazio antistante, nella debole luminosità che caratterizza tutto l’interno del Duomo, in modo da conservare la sua suggestiva atmosfera. Si è deciso di dare risalto alla pala centrale con un illuminamento uniforme senza
riflessioni disturbanti.
Per le statue si è lavorato invece con luce sia concentrata che diffusa per riflessione, con mezze luci e luce radente, in modo da restituire plasticità e texture delle opere scultoree, nonché il senso di profondità dato dai differenti rilievi.
Per ottenere questi effetti è stata studiata la dislocazione delle fonti luminose. Sull’opera convergono fasci luminosi provenienti dal basso, dall’alto e dai due lati. Questo assetto ha permesso di stemperare le ombre, evitando l’eccessiva drammatizzazione data da zone troppo scure o da tagli d’ombra troppo netti.

In senso orario: l’altare laterale di San Giuseppe;
la posizione dell’altare nel Duomo.

L’impianto si compone di 3 gruppi di apparecchi per un totale di 19 punti luminosi alimentati a bassissima tensione. Il primo gruppo, opportunamente protetto per garantirne la massima conservazione, è installato sul fronte interno della cancellata, a circa 1,20 metri dalla pavimentazione. È composto da 9 apparecchi montati su profili metallici a chiusura stagna in cui sono alloggiati i cavi e gli alimentatori. Un sottogruppo di 5 apparecchi è dislocato nella parte centrale della balaustra (il cancelletto), mentre ai lati sulle parti fisse sono presenti due coppie nella parte a sinistra e due, con
caratteristiche identiche, nella parte a destra.
Il secondo e il terzo gruppo sono composti ciascuno di 5 apparecchi e sono installati sui due piloni prospicienti l’altare a circa 5 metri di altezza.
Gli apparecchi sono di piccolo formato, con ottiche a riflessione, e sono equipaggiati con sorgenti LED di ultima generazione, ad alta efficienza e lunga durata di vita, con temperatura di colore pari a 3000 K e indice di resa
dei colori Ra pari a 95. I vantaggi di tali LED sono molteplici: dimensioni e pesi minimi, lunga durata (circa 40.000 ore con decadimento del flusso luminoso del 30%), alta efficienza luminosa (rapporto tra quantità di luce resa e potenza
elettrica assorbita), buona resa dei colori e totale assenza di radiazioni infrarosse e ultraviolette (requisito fondamentale per evitare scolorimenti e danneggiamenti, in particolare sulle opere pittoriche).

Prof. Arch. Gianni Forcolini

LA GUGLIA MAGGIORE DELLA MADONNINA

Realizzata dal 1764, la Guglia maggiore rappresenta “forse la realizzazione più elegante e ardita dell’architettura milanese” dell’epoca, secondo l’Ing. Carlo Ferrari da Passano, già proto-architetto della Fabbrica del Duomo. Si erge sopra il tiburio nello slancio di una leggera spirale dal volto marmoreo su cui sembra quasi volare la lucente immagine della Madonnina dorata: la sua anima è la scala a chiocciola, retta da una struttura di ferro, ed è tutta rivestita in marmo, traforata per non offrire resistenza ai venti ed essere sufficientemente elastica da sopravvivere ai sismi. Il suo autore è l’Arch. Francesco Croce, ma il suo nome è rimasto occulto nel tempo: un fatto che sembra dovuto al mutare delle sensibilità estetiche. Come scrisse Maria Luisa Gengaro nel Bollettino di Storia dell’Arte del febbraio 1936: “Se Francesco Croce non ebbe dai contemporanei e dai posteri largo plauso, si deve in parte alla ragione storica del graduale trasformarsi del gusto da barocco in neoclassico”.

Infatti l’agile struttura della guglia – un apparato architettonico alto circa 40 m sopra la quota di copertura della cattedrale, che è a circa 100 m dal piano stradale- è
figlia di un’evoluzione barocca del disegno gotico.
Prendendo spunto da una ricerca dell’Ing. Marco Castelli, desideroso di restituire al Croce il suo merito, il 28 ottobre 2009 si è svolto un convegno, coordinato da Maria Antonietta Crippa, al Museo del Duomo, con la partecipazione di Edoardo Bregani, Piergaetano Marchetti, Carlo Valtolina, Luca Doninelli, Leone Corradi Dell’Acqua, Michele Calvi, Stefano Zuffi, Benigno Mörlin Visconti e Carlo Ferrari da Passano.

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