Ordine degli Architetti di Matera


PROGETTO VINCITORE EX AEQUO – PROVINCIA DI MATERA

Località: Matera

Il progetto proposto si presenta come un attento intervento di organizzazione degli spazi che circondano la Chiesa. Particolare attenzione viene fornita alla creazione di spazi fruibili da giovani ed anziani a integrazione di servizi del quartiere privo di spazi di aggregazione sociale. In questa ottica vengono proposte positivamente la valorizzazione del sagrato, gli spazi per il gioco e per incontri culturali all’aperto. (Giudizio della Commissione Nazionale)

Ordine degli Architetti di Matera

Arch. Renato D’Onofrio (capogruppo)
Ing. Raffaele Marra
Giovambattista Castellucci
G. Castellucci, R. D’Onofrio, R. Marra.

Renato D’Onofrio (Pisticci, 1961). Si interessa di progettazione architettonica, restauro, urbanistica e paesaggio; dal 2003 è docente a contratto di Sociologia Urbana presso l’Università degli Studi di Basilicata (Facoltà di Ingegneria Edile – Architettura). Dal 1996 è impegnato nella progettazione di chiese, restauri e adeguamenti liturgici; tra le sue opere maggiori, il progetto della Santa Famiglia in Matera e del convento delle Sorelle Povere di Santa Chiara in Potenza; sta
costruendo il complesso parrocchiale San Michele Arcangelo in Genzano di Lucania.
Raffaele Marra (Pisticci, 1976). Al calcolo strutturale ha associato la ricerca per le rappresentazioni grafiche avanzate dei progetti. Da alcuni anni collabora con lo studio D’Onofrio.
All’esperienza di progettista associa l’insegnamento presso scuole medie superiori.
Giovambattista Castellucci (Policoro, 1985).
Da alcuni anni collabora presso lo studio D’Onofrio quale disegnatore, topografo e rilevatore architettonico.

La planimetria dell’area: al centro la chiesa, attorno spiazzi, vasca, impianti sportivi.
In alto: la chiesa, di recente costruzione.

Come spesso capita in Italia, anche in questa area residenziale di Matera non vi sono luoghi idonei all’incontro per persone di ogni età; fanno eccezione la chiesa con l’ampio sagrato e i servizi parrocchiali. L’attuale contesto della chiesa della Santa Famiglia, tuttavia, non è tra i più felici poiché nelle adiacenze vi sono due terreni abbandonati che non giovano all’estetica dei fabbricati. Essi, comunque, rappresentano la reale possibilità di dotare la parrocchia e l’intero quartiere di strutture per lo sport e il tempo libero, per la cultura e per il semplice incontro; l’intervento
è stato ipotizzato proprio su queste aree di risulta.

Il progetto
La proposta non è semplicemente di attrezzare le aree con servizi, ma inserire elementi simbolici che potrebbero essere riconosciuti dalla comunità e avere capacità attrattiva per gli abitanti del quartiere.
Il progetto prevede un luogo diversificato all’interno per svolgere contemporaneamente attività ludico-sportive e culturali senza trascurare la presenza della chiesa e quindi le attività pastorali:
– A sud-est è una pista di pattinaggio a forma di pesce, circondata da acqua che sfocia in una vasca (la coda); l’acqua sgorga dall’estradosso delle scale che portano ai locali ipogei idonei ad ospitare attività ludico-ricreative (tennis da tavolo, calcio balilla, giochi di compagnia, ecc.); tra pista di pattinaggio e specchio d’acqua, sono alcune sedute in massi di pietra bianca Apricena a forma cubica, mentre tra quest’area e le strade confinanti è un filare di cipressi
a forma di "L".
– Più avanti, un prato con il bordo a guisa di colomba in pietra Apricena; alcune sedute dello stesso materiale saranno poste sotto i cipressi che marcano il confine e il salto di quota di circa 2,00 metri rispetto a via Cosenza.
– A nord-ovest, sotto la scarpata naturale, è il teatro con un lungo palco e gradoni (500 posti a sedere) su due lati; tra palco e sedute, entrambi rivestiti con listoni di Iroko, è un prato che continua per tutto il comparto, mentre un filare di mandorli separa quest’area dal sagrato e dalla strada carrabile.

Rendering del sagrato (in alto) e dell’area dietro alla chiesa. Si nota l’accuratezza dello studio della
vegetazione, con la presenza di mandorli.
A destra dei locali parrocchiali, il bordo è elaborato in forma di colomba.

– Funzionali al teatro e al campo di calcio sono i bagni, i camerini e gli spogliatoi ricavati al di sotto di una terrazza a quota chiesa; la fabbrica di questi servizi ha forma di porcospino.
– Superando il gruppo di mandorli, si giunge al campo di "calcio a cinque" con tribuna a sud-ovest. Per evitare un parco diviso dai fabbricati esistenti, è stata creata continuità inserendo alcuni mandorli nella corte tra chiesa e locali parrocchiali; così facendo, il complesso chiesastico fa da trait-d’union ed è parte integrante del parco; la corte diventa un comodo passaggio da una zona all’altra.
I tre animali proposti, oltre che motivi simbolici,hanno scopi ludici: ci si augura che pesce, colomba e porcospino diano gioia e diventino punti di ri
ferimento per i fruitori. A questi simboli vanno aggiunti gli alberi che, oltre a rimandare al simbolismo cristiano classico, sono da intendere come elementi che mettono in relazione la terra al cielo, l’uomo a
Dio. I mandorli fioriti annunciano la Primavera e la Pasqua. L’acqua che scorre nel canale prima di giungere nella vasca, indica la rigenerazione dell’uomo attraverso il Battesimo.

Nelle due pagine, in senso orario: la pista di pattinaggio a forma di pesce; la zona laterale
con l’accesso al teatro; l’area del teatro; la vasca d’acqua nella zona giochi.

 

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