NUOVA DIMENSIONE E SIMBOLO

Elaborato dal Prof. Arch. Sandro Benedetti, il progetto interessa uno spazio entro il Seminario patriarcale di Venezia, connesso alla vicina Chiesa della Salute: la chiesetta della SS. Trinità, il cui ingresso si apre sul Campo della Salute.
La chiesetta della SS. Trinità viene trasformata: dalla preesistente sistemazione liturgica ad allineamento longitudinale, alla caratterizzazione liturgica avvolgente, aperta sullo spazio pubblico con una nuova valorizzazione simbolica dello spazio sacro.L’operazione tocca prevalentemente due aspetti. La ricostituzione di un rapporto partecipativo di connessione liturgica tra spazio esterno, altare e assemblea: tale nuovo rapporto consegue dalla rotazione avvolgente dell’assetto liturgico, reso possibile anche
dalla riapertura della porta d’ingresso dal Campo, che fu chiusa quado la chiesa fu assunta quale cappella interna al Seminario.
Ora il Seminario diviene Studium Generale Marcianum, dotato di un carattere teologico e
culturale diverso, che comporta anche una diversa organizzazione degli spazi che li renda fruibili dal pubblico: oltre alla chiesetta, si aprirà la biblioteca dello Studium e una nuova Pinacoteca che valorizzerà il patrimonio artistico del Seminario.Il secondo aspetto, la nuova qualificazione simbolica dello spazio di culto, è impostato con due sistemi di scelte architettoniche.
Il primo è la valorizzazione del soffitto, attraverso la definizione di una volta a botte incisa da due lunette sopra le esistenti finestre contigue alla grande lunetta connessa al portale, che costituisce così il nuovo asse prospettico tra ingresso e presbiterio. In secondo luogo, si valorizza il sistema di illuminazione, che diviene il mezzo per segnare e
caratterizzare cristologicamente l’aula.
Il primo sistema fissa nello spazio della volta un deciso segno trinitario, emergente dalla parete di facciata verso il Campo e costituito dalle piccole e grandi lunette che lo incidono.Il secondo sistema utilizza apparecchi puntiformi di illuminazione appesi al soffitto per disegnare una grande croce abbracciante lo spazio, tale da costituire, in sinergia col segno delle due grandi lunette tese tra portale e altare, il grande segno cristologico del “chrismon”, il simbolo che i primi cristiani usavano per indicare il nome di Cristo Gesù Crocifisso.
L’aspetto simbolico è quel che spesso manca nelle chiese contemporanee: perché il simbolo sia efficace è necessario che sia noto o comunque facilmente riconoscibile e assumibile come proprio.Qui, pur nelle esigue dimensioni della chiesetta, la simbolicità è ottenuta non solo grazie alla figurazione dell’antico segno, ma grazie al sommarsi di questo con i soffitti a volta, una forma geometrica che esprime il senso dell’abbraccio, della protezione dall’alto.
Due le ipotesi per il trattamento delle superfici delle volte: in legno o intonacate bianche.
Nel primo caso si otterrà un effetto intimo e familiare, nel secondo un effetto che rimanda alle volte storiche.
La disposizione delle panche accentua la prossimità verso l’altare.

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