Notre Dame de l’Arche d’Alliance a Parigi

Notre Dame de l’Arche d’Alliance a Parigi
La purezza della forma attraversata dalla luce ambisce a rappresentare l’assoluto. Il progetto del parigino Architecture Studio è esemplare di una modernità sensibile alla configurazione dello spazio interno come al rapporto costruttivo con l’intorno.

Dei solidi platonici, il cubo è quello che più immediatamente si presta a suggerire l’immagine di un edificio. Il problema è renderlo abitabile e permeabile. Questo progetto ha mirato anzitutto a evocare la trasparenza tramite la collocazione di strutture metalliche a reticolo quadrato che ripresentano il volume cubico sia all’esterno sia all’interno, come per integrarlo nell’aria e nella luce.
In tal modo la perfezione del cubo viene aperta e movimentata in una gradualità che accompagna e accoglie chi le si avvicina: superata la soglia virtuale del reticolo già si è nel perimetro della chiesa, senza esservi ancora propriamente entrati. Lo stesso gioco è ripetuto all’interno, nel delimitare un volume cubico interiore che peraltro resta aperto su altri spazi che, a forma di croce greca, si inoltrano verso l’abside e verso le aperture laterali, collocate in posizione mediana sui lati. La perfezione della forma scelta per questo edificio rievoca, con un linguaggio architettonico dei nostri giorni, la preziosità della biblica Area dell’Alleanza.
A sottolineare ulteriormente il messaggio contenuto nella forma, il cubo appare sollevato sopra la terra: come privo di gravità, collocato in un altro mondo. La struttura ad arco che regge il traliccio verticale del campanile, funge da elemento di raccordo che, pur slanciato verso l’alto, ricollega a terra il cubo. Lo spazio interno è trapassato dalla luce, trasversalmente come anche verticalmente.
Dal battistero al piano terra, attraverso una finestra a pavimento si traguarda verso il lucernario superiore. Questo è l’unica apertura di luce di forma circolare: quasi a ricollegare il cubo, simbolo della terra, alla geometria dei corpi e dei movimenti celesti. La progressiva smaterializzazione e la ricongiunzione con il cielo è simboleggiata anche dall’iperbole incavata nella parete dell’abside. Vi è proiettata una croce di luce: un gesto poetico che riassume la tensione ideale dell’intero progetto.

I cinque livelli del complesso Pianta
Il gioco di luci Gli spazi vuoti Il gioco di luci e di nicchie

Condividi

Utilizziamo i cookie per offrirti la migliore esperienza sul nostro sito web.
Puoi scoprire di più su quali cookie stiamo utilizzando o come disattivarli nella pagine(cookie)(technical cookies) (statistics cookies)(profiling cookies)