New York – Una galleria per l’arte BizantinaParma – La luce pasquale

Il Metropolitan Museum of Art ha aperto nell’autunno passato tre nuove gallerie totalmente dedicate all’esposi-zione della sua importantissima collezione di arte bizantina, tra le maggiori del mondo.

Una nuova galleria espositiva è stata ricavata a mo’ di cripta nello spazio sottostante la grande scalinata del Museo. La “cripta” collega tra loro le altre due gallerie, laterali. Le nuove gallerie sono dedicate a Mary e Michael Jaharis e ospitano la collezione di arte bizantina di proprietà del Metropolitan Museum of Art, la più importante negli Stati Uniti. Le opere in esposizione sono datate a partire dal 330, anno del trasferimento della capitale imperiale da Roma a Costantinopoli, e abbracciano tutta l’epoca dell’Impero Bizantino, fino alla sua caduta per mano turca nel 1453. La galleria nord include opere profane del mondo bizantino e dell’alto medioevo: tra queste particolare menzione meritano i piatti di Davide, opere in ar-gento realizzate a Costantinopoli nel VII secolo che illustrano scene di vita del re Davide. La “cripta” sotto la scalinata contiene opere di arte religiosa e profana della provin-cia Egiziana dell’Impero d’Oriente. le opere qui esposte documentano la ricchezza raggiunta dall’Egitto nel corso dei secoli dal IV al VII, quando era la provincia più meridionale dell’Impero bizantino. In esposizione preziosi tessuti, gioielli d’oro, sculture in avorio e sculture architettoniche provenienti da Alessandria, Panapolis, Antinopolis e da luoghi monastici copti quali Bawit e Saqqara. La galleria sud espone oggetti di arte liturgica della Chiesa bizantina nonché le opere d’arte religiosa e profana fino all’epoca delle Crociate e della caduta di Bisanzio. Particolarmente importante la collezione di oggetti liturgici siriaci.Tra questi spicca il Tesoro di Attaruthi: dieci calici, tre turiboli, un’ampolla per il vino e una colomba rappresentante lo Spirito Santo, tutti in ar-gento e argento dorato. Il Tesoro di Antiochia include il famoso “calice”, recentemente restaurato. All’inizio del XX secolo si diceva che questa coppa posta in un contenitore di argento dorato fosse il leggendario Santo Graal. Ricerche recenti hanno tuttavia indicato che il contenitore, che potrebbe essere stato usato come lampada piuttosto che come calice, faccia parte di un gruppo di oggetti liturgici provenienti dalla Siria e ri-salenti al VI secolo. Sono esposti anche di-versi oggetti di avorio, tra cui diverse icone eburnee e una croce argentea della media epoca bizantina. Si tratta di opere che dimostrano la grande qualità dell’arte bizantina e la influenza che questa ebbe all’estero.

 

 

 

Storie di Adamo ed Eva, tavole di avorio, X-XI secolo, Costantinopoli (?). A sinistra: Adamo e Eva raccolgono il grano (cm 7×9,5); a destra: Adamo e Eva al lavoro come fabbri. Dono di J. Pierpont Morgan, 1917. Il Tesoro di Attaruthi proveniente da Attaruthi (Siria). Argento e argento dorato.VI sec.-metà del VII secolo. Colomba cm 6,9 di altezza; calici, da cm 17,5 a 24,9 di altezza. Acquisto del Metropolitan Museum of Art, 1986

 

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Pubblicato in FARE

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