Nel centro di Milano

Progetto di Michele de Vecchi e Claudia Avolio, architetti.
Foto Athos Lecce

In un elegante palazzo residenziale nel centro di Milano, a pochi passi dalla chiesa di S.Maria delle Grazie, una riuscita ristrutturazione di un appartamento, che ne ha radicalmente modificato la divisione interna, racchiude in sé razionalità e forma, funzionalità e stile. Obiettivo principale della ristrutturazione curata dall’architetto e proprietario Michele de Vecchi, era quello di dare all’abitazione, originariamente suddivisa in maniera tradizionale, un più ampio respiro e volumi maggiormente dilatati sfruttando l’importante altezza delle volte preesistenti.

Il progetto ha dato luogo, infatti, ad un appartamento, disposto su due livelli, in cui tutte le stanze ruotano attorno al soppalco, affacciato sul luminoso salone. Una casa astratta e ben studiata, in cui nulla è lasciato al capriccio o al caso. Ogni dettaglio, infatti, è stato pensato dall’architetto e realizzato su misura in modo da dare agli interni una plasticità liscia e ordinata. Originale e ben diviso nella distribuzione degli spazi questo appartamento ospita al piano terra sia la zona giorno che la zona notte, mentre il piano superiore, che ricopre gran parte dell’appartamento, è destinato a studio e sala lettura. Il solaio del soppalco, realizzato con particolari pannelli sandwich autoportanti, costituiti da due strati di legno con uno strato isolante all’interno, ha uno spessore inferiore rispetto a quello di un normale solaio in cemento, e ha dato la possibilità di sfruttare pienamente tutta l’altezza utile disponibile.

Diversi sono i fattori che contribuiscono a dare a tutta la casa un effetto di leggerezza e modernità e che sottolineano la volontà di mantenere spazi dilatati e volumi essenziali: la lunga parete in vetro cemento, che separa il bagno e la cucina dal soggiorno- pranzo; l’aerea scala, quasi sospesa, realizzata in ferro lasciato al naturale, come l’essenziale corrimano, entrambi su disegno dell’architetto; le finestre quadrate della parete, a tutta altezza, della camera da letto padronale, che si affacciano sulla passerella del soppalco.

Il liscio candore delle pareti contribuisce, poi, a rendere gli spazi nitidi e uniformi. La pavimentazione della casa è tutta in parquet di ciliegio, tranne nei bagni e in cucina in cui si è preferito usare il teak opportunamente trattato. Nella zona pranzo un’originale quinta trasparente, da cui filtra tutta la luce proveniente dalle grandi finestre del soggiorno, nasconde gli arredi della cucina e del bagno, anche questi realizzati su disegno del progettista e, inaspettatamente, una doccia quasi a vista. Una scenografica quinta, la stessa che si vede dal soggiorno, caratterizza la camera da letto dei proprietari. L’intento dell’architetto era quello di trattare questa parete come una facciata esterna, quasi come il prospetto di un porticato sotto il quale si inserisce un ingegnoso sistema di armadiature sospese su ruote: i singoli armadi si aprono sia frontalmente grazie a due tradizionali ante, sia lateralmente grazie ad un sistema di binari, su cui scorrono gli armadi stessi, che permette di accedere alla parte posteriore, sfruttando così tutta la profondità disponibile.

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Il soppalco, elemento attorno al quale ruotano tutti gli ambienti, è accessibile oltre che dal soggiorno anche dalla stanza della bambina grazie ad un’originale “scala-contenitore” in legno le cui alzate non sono altro che cassettoni, mentre il sottoscala, nonostante l’apparente suddivisione, è in realtà l’anta unica di un’ampia armadiatura. Colpisce subito, in questa stanza, la scelta del rosso che, come nel soggiorno, diventa l’unica concessione al colore di questa particolare abitazione fatta di spazi rigorosamente bianchi e di arredi che privilegiano forme geometriche ed essenziali.

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