“Momenti creativi che durano nel tempo”


Atmosfera anni ’50

È così che Andrea Zegna definisce il mobile di Sottssas. Un oggetto fortemente connotato che convive piacevolmente con arredi e complementi di stili ed epoche differenti.

Inutile cercare il filo tematico della progettazione e della filosofia d’arredo di questa “casa di ringhiera”, a 3 metri dal Naviglio, a Milano. Ciò che l’architetto Andrea Zegna, interior decorator, ha inteso perseguire è il contrasto. Non si è nemmeno trattato di un’operazione programmata. È venuta da sé. Amando gli oggetti e i mobili fortemente connotati, si è ritrovato a mettere assieme stili molto differenti tra loro.

L’ampia zona living accoglie mobili di fine ‘800 incorniciati dagli interventi decorativi di Santino Croci, specialista nel restauro di graffiti: egli ha trattato le pareti a straccio e dipinto un fregio al confine col soffitto.

Gli imbottiti di recupero provengono da una casa di Genova. D’eccezione è la presenza del mobile Sottsass, per il quale il padrone di casa afferma: “È un’architettura da camera. Non è moda, è uno di quei momenti creativi che durano nel tempo. Sottsass ha una sua poetica già passata alla storia”.

Nelle foto: “Camo.ndo”, tappeto di Alessandra Montanaro per Weave, Morris & Co. Rappresenta il vento energico che fluidifica il profilo dei continenti.

Giovanni della Rossa non è un professionista d’informatica grafica come tanti: intende l’informatica come scienza dell’elaborazione delle informazioni, non un’asettica meccanicizzazione di comandi e controlli.

Questa l’idea di partenza, ispirata dalla cultura orientale, da cui germinano poi connesioni con la letteratura e l’arte. Il suo loft milanese è la materializzazione di questa filosofia. Connotato da un accentuato minimalismo, generato dall’amore per lo stile giapponese sobrio, pulito e lineare e dalla prepotente necessità di spazi ariosi, questa casa coniuga diverse atmosfere, mutuate dagli innumerevoli viaggi che Giovanni della Rossa ha fatto in giro per il mondo, e

dai suoi soggiorni americani. Pochi ed essenziali gli elementi d’arredo, tutte “creazioni di frontiera” dei designers più innovativi. Nella foto il tavolo di cristallo e ferro è una scultura di Danny Lane, le sedie ”Cafè” sono di Fritz Hansen. Sulla parete di destra una composizione di Cattelan e della Rossa.

Nella cucina Boffi, in fondo, campeggia l’olio su tela in 12 parti di Jim Show “Untitled”.

“Eidomatic house”, un loft dallo stile sobrio ed essenziale che raccoglie le idee

innovative dei designers più creativi. Una sintesi tra Eìdos, immagine e informatica.

Nelle foto: Il tavolo è un’opera progettata e realizzata da Franco Perrotti e Tanino Liberatore, Rude Bravo.

Entrare nella casa di Marco Zanini significa entrare in contatto con una delle filosofie del design più anarchiche e sovversive mai conosciute. L’architetto è uno dei componenti dello storico nucleo di Menphis, ed ecco il suo loft. Un laboratorio dismesso con pochi mobili. Contrariamente a quanto ci si aspetta da un “teorico” del design, egli

annienta codici e categorie. Zanini si proclama anarchico nel progettare, è per il collage di segni, non ha importanza l’origine o l’importanza dei pezzi, è sufficiente che si compongano armonicamente tra loro, dall’esemplare d’autore a quello in plastica di largo consumo. Intorno al tavolo disegnato dal padrone di casa, le sedie “45” prodotte

da Olivetti. In primo piano la poltrona gialla, nera e blu “West Side” della Sottsass Associati e la lampada da terra disegnata da Ettore Sottsass nel ‘70, il primo a considerare il progetto come “atto liberatorio”.

Un laboratorio dismesso è stato trasformato dall’architetto Marco Zanini in

un piacevole loft. All’interno creazioni di Sottsass e del nucleo storico di Menphis.

Nelle foto: Tappeto in pelo di pura lana vergine “La Rochefoucauld” con lavorazione “Tufted” a mano progettato da Linde Burkhardt, Driade.

 

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