Marina Cimato, Annamaria Mosca



Una architettura è un sistema di organizzazione dello spazio e della società che lo vive, sintesi di un processo estremamente complesso al quale concorrono una serie di fattori materiali e immateriali.
Oggi la scienza e la tecnica ci offrono strumenti di progettazione sofisticati per controllare l’impatto del costruito sull’ambiente e per realizzare architetture sempre più libere da vincoli nell’aggregazione dei volumi e nella forma. Sistemi di supporto e processi complessi strutturano lo spazio, la materia, determinando gli ambienti in cui ci muoviamo. L’uso di tecniche e prodotti innovativi creano nuovi scenari e nuovi linguaggi architettonici.
Due scuole di pensiero si confrontano sui temi dell’architettura sostenibile, con posizioni contrastanti riguardo l’uso della tecnologia: se questa debba avere un ruolo primario nelle soluzioni delle problematiche ambientali o all’opposto lasciare spazio alla natura. Personalmente riteniamo che sia auspicabile una via mediana in cui la tecnologia sia al servizio della natura. Quanto più la tecnica ci permette di allontanarci dalla natura, di creare nuovi contesti di vita, tanto più si impone una riflessione sul rapporto ordine naturale – ordine costruito, sulla direzione in cui muoversi. Quanto più si è potenzialmente in grado di discostarsi dalla natura creando contesti artificiali, tanto più si può mettere la tecnica al servizio della natura per rispettarla e salvaguardarla.
L’attività di progettazione e di costruzione devono essere svolte secondo criteri di sostenibilità ambientale, valutando le implicazioni e l’impatto delle scelte effettuate sull’ambiente, utilizzando tutte le risorse che il progresso tecnologico offre per salvaguardare il contesto naturale e umano. Un’architettura sostenibile nasce innanzitutto da un programma adeguato al luogo e da un’idea progettuale che rispetti quel programma; le discipline scientifiche concorrono a realizzare un modello di sviluppo ambientale sostenibile.
La progettazione di spazi verdi all’interno di aree urbane è un’occasione di confronto con questi temi.
Parco del Tione – Comune di Villafranca di Verona
Il progetto prevede, in un’area lungo il fiume Tione già attualmente utilizzata dai cittadini per l’incontro e lo svago, la realizzazione di un sistema articolato di spazi aperti per il tempo libero e lo sport, con aree giochi per i bambini.
La strategia progettuale è articolata in due linee programmatiche: nell’immediato si riorganizza l’area con degli interventi fortemente caratterizzati, sviluppando le connessioni tra gli spazi aperti, così da favorire l’identificazione del parco e al contempo la sua integrazione in un contesto che presenta caratteri di disomogeneità; in seguito saranno realizzati ulteriori interventi secondo diverse possibili soluzioni, legati alla realizzazione di rilevanti attrezzature ed impianti previsti all’interno dell’area.
Elemento portante del progetto è un sistema di assi attrezzati, costituito da percorsi e spazi in cui sostare, più o meno funzionalmente specializzati: si tratta di una fascia ‘densa’ di funzioni e qualità urbane, nettamente in contrasto con la campagna sulla quale si posa. Alla struttura degli assi attrezzati si affiancano ampie aree a verde, inizialmente
tutte mantenute nell’attuale stato di aree agricole.
All’interno dell’area definita dalle superfici a prato e calcestre, si prevede la realizzazione di veri e propri ‘arboreti’ che, con la propria forma e consistenza volumetrica, costituiscono l’ulteriore elemento distintivo del Parco.
Disposti secondo una geometria derivante dalle tracce della centuratio romana, leggibile nel territorio nella sua permanenza nel sistema agricolo e viario, vengono realizzati dei prismi triangolari, in rilevato rispetto al piano di campagna, contenenti al loro interno piantagioni alternate di alberi ed arbusti.

Parco del Tione – Comune di Villafranca di Verona

Palestra – Riofreddo in Provincia di Roma
L’area di intervento è situata nel centro abitato di Riofreddo, accanto alla scuola elementare e materna del paese ed è attualmente in abbandono, notevolmente compromessa sul piano ambientale, con vegetazione spontanea di arbusti e sottobosco. Luogo di accumulo di materiali di riporto e movimenti di terreno, ha subìto dissesti idrogeologici dovuti a movimenti franosi risalenti a trenta anni fa. Il terreno è caratterizzato da una pendenza accentuata di circa 10 m di dislivello, tra la quota stradale superiore e il pianoro inferiore posto alla quota di un metro al di sopra del cortile scolastico adiacente.
In questo dislivello si inserisce il complesso sportivo che con il suo gioco di volumi sfrutta il pendio raggiungendo così l’obiettivo di ridurre al minimo l’impatto dell’intervento sull’intorno.

Il tetto dell’edificio è una piazza giardino che contribuisce a mitigare la visibilità dell’impianto e costituisce un’area verde attrezzata, con aiuole, panchine e vasi ornamentali. La superficie è scandita da una sequenza di ricorsi trasversali di pavimentazione in legno che separa fasce a verde e in graniglia; siepi, sedute e pensiline articolano longitudinalmente
la piazza. Per la realizzazione sono stati usati prevalentemente materiali naturali e locali; uno speciale materassino drenante ed impermeabile permette di mantenere spessori e carichi nella norma.
La copertura verde usata come elemento progettuale ha permesso di rispondere in maniera adeguata al contesto e l’utilizzo di materiali innovativi insieme a quelli tradizionali ha contribuito a supportare la scelta programmatica.

Palestra – Riofreddo in Provincia di Roma

I giardini del litorale – Comune di Cervia in Provincia di Ravenna La nascita di Cervia è strettamente legata all’evoluzione del litorale adriatico in quella parte dove l’insediamento dell’uomo è stato lento e faticoso a causa della stagnazione delle acque che rendeva l’ambiente di vita ostile.
Nel secolo XVII Cervia è una delle poche città di fondazione, cioè realizzate seguendo un piano urbanistico- architettonico. Una nuova Cervia, non più fondata sul sale ma sul mare Il paesaggio cervese, composto dalla successione degli scenari della salina, della pineta e del litorale costituiva un particolare elemento di attrazione della località.
Attualmente lungo la fascia costiera, oltre alle zone per l’ombreggio e per le attrezzature di spiaggia, tra la prima linea degli alberghi e la linea a monte delle concessioni si trova un’area che si può chiamare ‘retro-spiaggia’, pianificata come ‘zona per verde attrezzato’ ma mai attuata. Si tratta di una fascia situata immediatamente dietro le attrezzature
balneari generalmente utilizzata come parcheggio e deposito di attrezzature per la nautica.
Il tema progettuale sviluppato ruota attorno alla vocazione ‘naturalistica’ del territorio cervese, caratterizzato da aspetti ‘selvatici’ come le pinete e la salina, e da aspetti più legati al gardening a rete. Si sono individuati nel retrospiaggia un insieme di giardini possibili per l’area costiera, I giardini del litorale, non trascurando al contempo aspetti di
natura logistica come ad esempio la sosta e la viabilità di accesso alla realtà della spiaggia.

I giardini del litorale – Comune di Cervia in Provincia di Ravenna

I progetti descritti sono stati realizzati dallo studio seste_ di Aldo Aymonino, Francesco Aymonino, Marina Cimato,
Attilio De Fazi e Flavio Trinca

La proposta di riqualificazione del retrospiaggia non mira solo alla rifunzionalizzazione di una fascia di arenile, ma è anche finalizzata al conseguimento e al miglioramento delle condizioni della circolazione e della sicurezza, insieme alla riduzione dell’inquinamento acustico ed atmosferico nella zona.
Si sono proposte dune artificiali e dune ‘naturali’ che potranno essere sfruttate a supporto delle varie manifestazioni che già da diverso tempo si svolgono nel comune di Cervia. Piccoli impianti di produzione di energia pulita saranno collocati lungo il percorso anche a scopo dimostrativo, come pannelli fotovoltaici e piccole turbine eoliche.
Il progetto di un nastro attrezzato con pista ciclabile e percorso pedonale parallelo consiste in una linea continua che mette in collegamento tutta la fascia costiera. Sia la pista ciclabile che il nastro pedonale variano in base allo spazio disponibile, a seconda delle esigenze e del rapporto con il contesto, mantenendo sempre la dimensione minima adatta ad accogliere l’attraversamento dei mezzi di soccorso ed i collegamenti per i rifornimenti delle attività balneari.
L‘organizzazione della fascia di retrospiaggia così come pensata, proprio perché integrata con il contesto, assume un ruolo fondamentale per la mitigazione degli interventi realizzati nel corso del tempo, sia nelle strutture ricettive che negli stabilimenti balneari, i quali usano il proprio prospetto a monte come una sorta di deposito e di affaccio ‘minore’.

M.C. studio seste, Roma
A.M. architetto, Roma

Unicam - Sito ufficiale
www.archeoclubitalia.it
Archeoclub d’Italia
movimento di opinione pubblica
al servizio dei beni culturali e ambientali

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